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November 8, 2023

Werner Herzog in un documentario:
al via la rassegna Docu.emme

Franz

Sono sempre stato interessato alla differenza tra “fatto” e “verità”. E ho sempre sentito che esiste qualcosa come una verità più profonda. Esiste nel cinema, e la chiamerei “verità estatica”. È più o meno come in poesia. Quando leggi una grande poesia, senti immediatamente, nel tuo cuore, nelle tue budella, che c’è una profonda, inerente verità, una verità estatica. Werner Herzog

Dalla sua fondazione a questa parte, il Festival Docu.emme, organizzato dalla cooperativa Mairania857, ci ha stimolati con la proposta sempre nuova e accattivante di documentari di qualità, presentati al pubblico meranese e non solo, con l’intento di fare conoscere e condividere con i frequentatori del Centro Cultura, opere di pregio, difficilmente accessibili nei canali tradizionali, dall’offerta televisiva, a quella delle piattaforme digitali e della grande distribuzione. Ogni anno guardo con curiosità la scelta di documentari proposti nelle due rassegne annuali di Docu.emme – una primaverile e una autunnale – e anche quest’anno ho trovato i nuovi titoli in programma accuratamente selezionati e particolarmente interessanti (tanto che vorrei visionarli tutti!). 

Come per le precedenti edizioni, anche la prossima rassegna, che prenderà il via l’8 novembre, fino al 20 dicembre, si articolerà in una serie di proiezioni programmate nella serata di mercoledì, alle ore 20.30, nel Centro per la Cultura di Merano. La scelta dei titoli è stata curata da Daniel Mazza ed Emanuele Vernillo e presenta al pubblico sei lavori, molto diversi tra loro, per tematiche, visioni, provenienza, progettualità, ma tutti estremamente acuti, nell’affrontare criticamente e con profondità le diverse realtà e i soggetti osservati, narrati e interrogati, con differenti risvolti tematici di natura sociale, politica o culturale. Tratto distintivo di Docu.emme, per volontà dei suoi curatori è proprio l’idea di non concentrarsi forzatamente su un’unica tematica, che agisca da legante tra i documentari, ma di selezionare liberamente il meglio nel panorama italiano, locale e internazionale.

Docu.emme prende il via l’8 novembre con il documentario “Werner Herzog – Radical Dreamer” di Thomas von Steinaecker del 2022. Werner Herzog, uno dei più grandi cineasti viventi, ha appena compiuto ottant’anni e questo documentario ne ripercorre, con la sua collaborazione al progetto, la vita e le opere, seguendo l’ordine cronologico, con l’obiettivo di far emergere le ragioni che, di opera in opera, lo hanno spinto a sfidare in più occasioni l’impossibile. Ne esce così il ritratto di un maestro del cinema dalla fortissima personalità, un “sognatore radicale”, autore di immagini dalla straordinaria potenza visiva, sempre coerente a sé stesso, pur nella molteplicità delle sue scelte espressive e della varietà dei lavori da lui realizzati, non soltanto nell’ambito del cinema e del documentario. Il cineasta si racconta qui con aneddoti su location e riprese filmiche, non tralasciando la sua grande ammirazione per Lotte Eisner e la sua costante ricerca della bellezza. Intervengono nel documentario anche personaggi che hanno lavorato e collaborato con lui, che contribuiscono a ripercorrere così non solo la sua lunga carriera, ma anche le idee sottese alla sua arte e la sua filosofia di vita.

Ricordiamo che il grande regista tedesco è stato autore di straordinari documentari, che ha realizzato con totale abnegazione, prendendo parte alla vicenda raccontata ed entrando in campo sia fisicamente che ideologicamente. Altro tratto distintivo, che ha caratterizzato una parte dell’opera di Herzog (e che ha anticipato molte successive sperimentazioni di altri autori nell’ambito del documentario), è la contaminazione tra generi, laddove i suoi film documentari hanno visto l’introduzione di elementi fittizi e quindi  sceneggiati – e viceversa, i film “a soggetto” sono stati basati su avvenimenti reali con modalità al limite del cronachistico, più proprie della narrazione documentaria (come nel caso di “L’alba della libertà” con Christian Bale, pellicola ispirata alle vicissitudini dell’aviere Dieter Dengler, raccontate successivamente nel documentario “Little Dieter needs to fly”, diretto dallo stesso Herzog). In ogni caso, Herzog ha sempre tenuta viva la riflessione – come si può evincere anche dalla citazione posta in incipit all’articolo – sulla capacità del cinema d’arte di raccontare la realtà attraverso la potenza straordinaria delle immagini, portatrici di una “verità estatica” e capaci di andare dritto al cuore e alle viscere del suo pubblico.

Non poteva quindi esserci un incipit migliore per questa rassegna, che prosegue poi con mercoledì 15.11 con “Guerra e pace” di Massimo d’Anolfi e Martina Parenti. Il documentario racconta l’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, a partire dall’invasione italiana della Libia nel 1911 fino ai giorni nostri. Segue il 22.11 “Matter Out of Place”  di Nikolaus Geyrhalter, un’indagine sull’accumulo dei rifiuti nei luoghi più impensabili della Terra e sul loro problematico smaltimento, e “Zweisamkeit”, il 29.11 di Lilian Sassanelli, riflessione sulla quotidianità di un amore lungo una vita. A dicembre gli ultimi tre appuntamenti. Mercoledì 06.12 sarà la volta di “Music for Black Pigeons” dei danesi Jørgen Leth e Andreas Koefoed. Il documentario esplora la vita e il processo creativo di alcuni tra i musicisti jazz più importanti al mondo. Il 13.12 verrà proiettato “Sconosciuti puri” di Valentina Cicogna e Mattia Colombo, una riflessione su identità e dignità riguardanti i vivi e i morti. Chiude questa edizione autunnale la proiezione di “Last Stop Before Chocolate Mountain” il 20.12, di Susanna Della Sala, sulla particolare comunità di Bombay Beach nel deserto della California. 

 Ulteriori informazioni si trovano sul sito

Credits: trailer ufficiale di“Werner Herzog – Radical Dreamer” di Thomas von Steinaecker.

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