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July 4, 2023
Danzare A Monte 2023: visioni di danza e natura attorno al concetto di rudere
Francesca Fattinger
Ma tutto ormai è fumo, e stupiresti
se, dentro quel rudere d’incendio,
sentissi richiami di freschi
bambini, tra le stalle, o stupendi
colpi di campana, di fattoria
in fattoria, lungo i saliscendi
desolati, che già intravedi dalla Via
Salaria – come sospesa in cielo –
lungo quel fuoco di malinconia
perduto in un gigantesco sfacelo.
Pier Paolo Pasolini, Riapparizione poetica di Roma
Sì, è vero, Pasolini in questi versi parla di Roma e allora cosa c’entra la Val di Fiemme, cosa c’entra la danza e cosa le montagne? In realtà dentro di me è tutto strettamente connesso, perché l’edizione 2023 di “Danzare A Monte. Visioni di danza e natura”, organizzato dall’associazione Pluraldanza e arrivata al suo quarto anno, quest’estate fa ruotare le sue riflessioni, le sue esperienze, le sue danze, i suoi corpi e i suoi suoni attorno al tema del “rudere”. Dal latino “rovina, resto, avanzo”, un termine che nella poesia del poeta, scrittore e regista romano si tinge di malinconia triste, di incendi divampanti, di distruzione indistinta, di desolazione amara, di sospensione congelata, ma anche di una fragile traccia di speranza, che si vede in controluce, come la trama di un finissimo merletto che si intreccia ai richiami di bambini, ai suoni delle campane, a una vita che attorno continua, esiste, cresce, vive, nonostante tutto o almeno nel ricordo.
Tutti elementi che ritrovo nel denso programma del festival che quest’anno, cominciato lo scorso 30 giugno, continuerà fino al 9 luglio con moltissimi eventi diffusi in tutta la Val di Fiemme. Eventi in cui le parole d’ordine sono sempre “accessibilità”, “inclusività” e “sostenibilità”, con un’attenzione particolare a non usare elementi tecnici e acustici inquinanti. Eventi insomma in cui al centro ci siano gli artisti e le artiste e il pubblico ma soprattutto i luoghi, tra passato, presente e futuro: sono questi ultimi i veri protagonisti di questa edizione. Il tutto in un flusso continuo, che delle relazioni tra gli elementi in gioco, tra le persone, il tempo e lo spazio, si autoalimenta e cresce, sboccia e fiorisce a ogni passo di danza, a ogni camminata, a ogni spettacolo, a ogni dibattito o laboratorio in quota.
L’invito mi sembra quello che consiglia di fare Carlo Marconi in “Passi”, una delle “Poesie del Camminare”:
Se muovi passi calma passi pace
respiri quieti detta l’andatura,
risuonano tamburi nel torace
a tempo lieve di villeggiatura.
Se muovi passi corsa passi lena
divampa impetuosa la riscossa
di piedi gambe e insieme braccia e schiena,
di muscoli di tendini e di ossa.
Se muovi passi gioco passi festa
germogliano i pensieri nella testa.
E quindi corpi, gambe, braccia che si muovono, che danzano, si sfiorano, si toccano, ma anche pensieri, idee e riflessioni che germogliano attorno al “rudere” come concetto e come luogo materiale, per far intessere nuove e inedite relazioni attorno e all’interno dei luoghi abbandonati e meno frequentati della valle, cercando di promuovere uno sviluppo alternativo della montagna e anche un nuovo tipo di turismo come mi racconta Lorenzo Morandini, una delle anime del festival assieme agli altri due direttori artistici Silvia Dezulian e Filippo Porro: “la volontà è quella di unire le attività che sono più abituali in montagna come il trekking o le visite guidate a momenti di performance, riflessioni e workshop realizzati appositamente per i luoghi in cui saranno ospitati o riadattati per arricchirsi di ciò che il luogo è e offre”. Così i luoghi, “spogliati dai propri valori e significati storico-culturali”, diventano occasioni di trasformazione, possibilità per smuovere le resistenze del pensiero e fare spazio al desiderio di cambiamento e a “nuovi paesaggi da sviluppare, in cui l’elemento antropico non trovi spazio solo per sfruttare, bensì per vivere.”
Due sono stati gli eventi inaugurali del festival, ma molti ancora quelli in programma. Il festival ha aperto le danze con Riccardo Buscarini e con le sue “Serenate” dedicate a sorpresa agli abitanti e alle abitanti di Predazzo accompagnato dalla chitarra di Pierpaolo Palazzo e poi dalle letture di Franz Morandini che vi ha intrecciato una riflessione sullo sviluppo del paese tra passato, presente e futuro. È stato poi il momento di “DANCING STRIDES choices” di e con Giacomo Citton, Federica Dalla Pozza, Isabel Paladin e Elena Sgarbossa di Base 9: un’occasione per riflettere sulle nostre scelte, sui luoghi in cui ci portano, su ciò che ci lasciano e ciò che ci fanno abbandonare e su come le strade intraprese e quelle lasciate andare si intreccino, tra passi, ripensamenti, vuoti e salti. Come in un gioco interattivo, i partecipanti e le partecipanti sono state chiamate a scegliere il proprio percorso tra i sentieri del Bosco Nascosto a partire proprio da una riflessione personale e collettiva sull’idea di sviluppo del territorio.
Ed eccoci al programma per questa settimana: il 6 luglio a Cavalese ci aspetta una passeggiata serale guidata da Alice Zottele lungo il rio Gambis, seguita dalla video performance “VOICES OF THE RIVER” del gruppo friulano Treeorganico, proiettata sulle mura del Teatro Comunale, rudere dal 2013, e per finire un dibattito tra acqua, abbandono e rigenerazione, tra Beatrice Calamari, assessora alla cultura di Cavalese e Mario Vanzo, referente del Coordinamento Teatrale Trentino per la Val di Fiemme.
Il 7 luglio invece si scende in Valfloriana conuna camminata guidata da Sergio Genetintra Casatta e il paese fantasma Ischiazzae e poi è il momento della performance “RUDERI” di Andrea Baldassarri, in cui i paesaggi di Ischiazza dialogano e si sovrappongono a quelli di René, ragazzo di 19 anni dell’entroterra marchigiano che nel 2016 vede la sua casa rasa al suolo dal terremoto e si ritrova sfollato.
L’8 luglio si sale nella piccola frazione di Medil sempre in compagnia di Alice Zottelee e la protagonista sarà la campana della chiesetta di Sant’Anna che si trasformerà in strumento musicale per “SIMPATIA n.7. Un concerto per campanile e corpo” di e con Valentina Sansone e Filippo Lilli.
Si chiude il 9 luglio con il simposio itinerante a Bellamonte “RIPENSARE LA VALLE – riflessioni partecipate per relazionarsi al rudere” condotto dall’associazione R.A.M. (Residenza Artistica Montana di Trento) insieme ad Annibale Salsa, presidente del Comitato scientifico di tsm|step e componente del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti-UNESCO, Sabrina Bortolotti, del progetto “SEDOTTI e ABBANDONATI”, e Marti Cigolla, organizer territoriale della famiglia di Mia Majon a Canazei.
Non mancano gli eventi collaterali, ecco i due da non perdere: lo “Sharing Training A Monte”del 7 luglio dove danzatori, danzatrici e performer professionisti del territorio si incontrano per allenarsi e condividere il proprio lavoro e il workshop di danza “Corpo e paesaggio” del 8 luglioin collaborazione con la Biblioteca di Predazzo.
“Scricchiolano i ruderi appassiti da un altro inverno, e cosi passano insieme al tempo. Scivola la terra qui sotto, ma immobili parlano e si raccontano.”
René Baldoni
Insomma sì i ruderi scricchiolano e scivolano, ma quante storie e quante cose hanno ancora da raccontarci! Storie da abitare che parlano di noi, del nostro passato ma anche del futuro che vogliamo creare passo per passo come comunità: ecco cosa potrete fare danzando, camminando, pensando la montagna immergendovi nel ricchissimo programma di quest’anno…e quindi che il corpo e il pensiero sia pronto alla danza!
Credits: (1, 2, 3, 4, 5) Giulia Lenzi
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