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March 24, 2023

BRACHA e l’importanza della fragilità alla Fondazione Antonio Dalle Nogare

Francesca Fattinger

The other is the trauma to the self.
Emmanuel Levinas

Sono le 20:00 e la sala piano piano si riempie sempre di più. L’atmosfera comincia a caricarsi di una sorta di energia magnetica. L’artista Bracha Ettinger sorridente, sul divano rosso, sfoglia i suoi fogli di appunti mentre le persone prendono posto. Siamo nella sala piena di luce della mostra “Ri-Materializzazione del linguaggio. 1978-2022” e “BRACHA’s Lecture. Meeting with Bracha L. Ettinger” si propone come la terza delle attivazioni previste a cadenza periodica nel programma pubblico Fondazione Live. Un’occasione per continuare le operazioni di ridefinizione del linguaggio, di riappropriazione del corpo, di ricostruzione della parola e di rieducazione del pensiero a cui Mirella Bentivoglio e tutte le 80 artiste in mostra hanno dato vita alla fine degli anni Settanta, in occasione della mostra del 1978, all’interno di un processo in realtà cominciato già alcuni anni prima. 

20230317 Bracha L Ettinger - Dalle Nogare

Bracha Ettinger che, nel contesto della sua pratica artistica ha adottato il nome BRACHA, è autrice di molteplici saggi. A partire dagli anni Ottanta ha iniziato a sviluppare anche la sua attività di filosofa e teorica femminista. Un’artista poliedrica che non si limita a un unico mezzo espressivo ma ne usa tantissimi che mescola, intreccia, sovrappone: taccuini e scritti teorici, incontri-eventi performativi, il disegno e la pittura. 

metramorphosis (metramorfosi), transjectivity (trans-oggettività), transubjectivity (trans-soggettività), distance-in-proximity (distanza-nella-vicinanza) e proximity-in-distance (vicinanza-nella-distanza), matrixial gaze (sguardo matrixial), matrixial space (spazio matrixial), encounter-event (incontro-evento), wit(h)nessing (co-testimonianza), carriance (portare prendendosi cura), fascinance (fascinanza), border-linking (collegamento-tra-confini) e border-spacing (spazio-tra-confini), co-poiesis (co- creazione)

A leggerli tutti insieme d’un fiato, sembrano un mantra magico, un manifesto per il risveglio delle coscienze intorpidite da un sistema patriarcale, competitivo, divisivo e ottuso. Un vero e proprio nuovo vocabolario quello di BRACHA, fatto di neologismi e costruzioni sintattiche innovative, per pensare l’estetica, l’etica e il femminile. Queste le parole che hanno ricamato il discorso dell’artista portandoci nel profondo del suo pensiero: un viaggio negli abissi della nostra esistenza per comprendere il legame che secondo l’artista si cela in temi per lei fondamentali come la memoria, la dimenticanza e l’oblio, la ferita e la testimonianza, la fragilità e il trauma. Concetti che si legano ai suoi neologismi, li abbracciano e li definiscono. Tra di essi alcuni mi si sono iscritti dentro in modo indelebile; me li porterò a casa con me per rifletterci a lungo. 

20230317 Bracha L Ettinger - Dalle Nogare 

Tra questi emerge ad esempio “carriance” che trattiene insieme la coppia “curare”, come prendersi cura, e il “sostenere”: quando qualcuno tiene qualcosa tra le mani, sta prendendosi cura di quella cosa ma la sta anche tenendo, c’è uno sforzo dietro e dentro questo atto del “prendersi cura di”. E questo porta alla frase di apertura dell’articolo. BRACHA infatti nella sua vita ha conosciuto i più grandi filosofi del secondo Novecento, tra cui proprio Levinas, che ha citato nel suo intervento con la frase “l’altro è un trauma per te stesso”, cioè l’esistenza stessa dell’altro, qualcosa che esiste fuori di te, è per te un trauma. Ma perché deve essere così? BRACHA ci riflette insieme al pubblico e provocandoci ci fa pensare a come si pensi al trauma della nascita ma non a quello del far nascere. Perché affidare un trauma a un soggetto rispetto a un altro? Non sarebbe più giusto unire che dividere? Tutto si basa sul fatto di mettere insieme le due realtà, l’altro e se stesso, se stesso e l’altro, così come BRACHA fa e come emerge dai suoi termini che mettono spesso insieme due o più parole per crearne una nuova.

20230317 Bracha L Ettinger - Dalle Nogare

Infine voglio citare “Wit(h)nessing” che vuol dire “con”, “essere nella testimonianza con”: la testimonianza quindi per BRACHA non deve essere oggettiva e autorevole, ma proprio il contrario, perché nella testimonianza parli di qualcosa riportandolo al presente, parli di qualcosa che ti riguarda ma anche che non ti riguarda, perché ne sei testimone in un processo sempre complesso. In qualche modo tutto ci riporta al prendersi cura e supportare. 

20230317 Bracha L Ettinger - Dalle Nogare

E questo ci riporta di nuovo al concetto di trauma. Non c’è trauma oggettivo, perché quello di cui parla BRACHA, artista che ricongiunge e non divide e che sta in ciò che sta fluidamente tra le cose, non è mai di una persona unica il trauma ma è sempre transgenerazionale. Tutti e tutte noi portiamo le tracce di questo trauma. Per questo, dice l’artista, bisogna rendersi da soli più fragili; invece di rendersi più autorevoli e più forti, solo rendendosi più fragili possiamo a capire che non dobbiamo fare divisioni fra le cose ma abitare lo spazio che le unisce, stare nell’unione tra esse.

Dopo la lecture saliamo tutte e tutti all’ultimo piano della Fondazione per ammirare, nella sala dedicata alla biblioteca, “Bracha’s Notebooks and Drawings – A Selection”, una selezione di taccuini pieni di appunti e di macchie che, imbevute di colore puro, danno vita a suggestioni e figurazioni al contempo fantastiche e dense di possibili evocazioni. Un’esposizione che, aperta in occasione dell’evento, rimarrà visitabile fino a giugno e quindi al termine della mostra “Ri-Materializzazione del Linguaggio. 1978-2022″.

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Andrea Viliani, curatore della mostra e degli eventi assieme a Cristiana Perrella, racconta la meraviglia e il privilegio di poter tenere tra le mani e sfogliare con i guanti bianchi i suoi taccuini: “tra i materiali artistici più emozionanti da poter tenere tra le mani”. Essendo la pratica teorica di BRACHA una pratica che dà spazio alla trasformazione, la stessa esposizione non avrà un’unica configurazione, ma muterà nei mesi, cambiando, aggiungendo delle parti, togliendone altre per approfondire il suo lavoro e conoscerlo immersi nella trasformazione che è parte del nostro essere e del nostro vivere. 

Nel corpo dei suoi quaderni scritti, disegnati e annotati negli anni, Bracha L.Ettinger – artista, psicanalista e autrice femminista auto-rinominatasi BRACHA – svolge il suo discorso tracciando sul foglio i movimenti delle sue mani e raccontando le pieghe dei suoi pensieri e sentimenti. Un’attività quotidiana che definisce ogni suo quaderno come un archivio portatile, che effettua un’autoanalisi in tempo reale sulle regole e sugli statuti dell’archivio stesso’.
Andrea Villiani

20230317 Bracha L Ettinger - Dalle Nogare

Foto BRACHA’s Lecture_Fondazione Antonio Dalle Nogare, Ph Tiberio Sorvillo 

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