Culture + Arts > Visual Arts

March 13, 2023

Le “donne dell’altro mondo” di Daria Akimenko in mostra a Laives

Francesca Fattinger

Mi chiedo spesso cosa si trasformi di più: le gigantesse che cercano di farsi guidare dalle forme del paesaggio o i paesaggi inevitabilmente alterati dall’incontro con i loro corpi? È una simbiosi o un antagonismo?
Daria Akimenko

Corpi reali e immaginati, corpi scritti e guardati, corpi di natura e di carne, corpi stanchi ed esausti, corpi che pretendono spazio, corpi in lotta, corpi in trasformazione che modificano ciò che abbracciano e ne sono trasformati, corpi destrutturati, corpi sensuali e disinibiti, corpi esigenti ed esposti, corpi abitati, corpi liberati. Questi sono solo alcuni dei corpi dell’artista Daria Akimenko che, tra collage, interventi su fotografia e disegni su carta, abiteranno gli spazi della Sala Espositiva in via Pietralba 29 a Laives, dal 10 marzo all’1 aprile. “OTHERWORLDLY WOMEN”, “donne dell’altro mondo”, curata da Margherita Cestari per l’Associazione culturale lasecondaluna, è un invito a mescolare le nostre superfici, la nostra pelle e i nostri preconcetti, gli stereotipi sociali in cui siamo immersi, con quelli messi in evidenza dalle opere e dall’allestimento, pensato proprio come un’estensione delle opere stesse, come spazio per inattesi cortocircuiti semantici. La storia personale dell’artista si mescola con quella collettiva e sociale e incontra quella di visitatrici e visitatori, invitati a mescolarsi, ritrovarsi, arrabbiarsi, divertirsi, mutare. I giochi di parole trasformano le sue poesie visive in messaggi espliciti e criptici, in cui la materia prima presa da giornali, cataloghi e riviste è la realtà magmatica su cui lavorare e, come racconta la curatrice, “rielaborare ciò che la società produce con quello che la società produce”.

collage2021-03 4

Ne ho chiacchierato con la curatrice Margherita Cestari e l’artista Daria Akimenko; qui sotto leggete l’esito di questo momento di condivisione.

Margherita, “OTHERWORLDLY WOMEN” è una mostra che mette in luce e collega le varie pratiche dell’artista, un percorso espositivo volto a indagare il ruolo del femminile nella società in un percorso di critica e di liberazione. Ci racconti qualcosa di più sul macro tema della mostra, un tema delicato ed estremamente urgente che viene trattato dall’artista con sensibilità, ma anche con sagacità e incisività? Possiamo chiederti anche qualche accenno sull’allestimento?

Parlare di femminile oggigiorno apre le porte di un discorso che si fatica a contenere: che forma ha? Lo si può definire? In questa occasione, attraverso le opere dell’artista, abbiamo voluto analizzare un particolare aspetto che lo riguarda: la critica, la riflessione e la proposta di riscatto che si lega a quello che è proprio il ruolo che per molto tempo è stato – ed è – attribuito al femminile. Un modo di essere femminile inibito, relegato a un ruolo sociale secondario da “brava ragazza”. Come ben noti un tema delicato che l’artista riesce a esplorare attraverso una trattazione altrettanto delicata, seppur spesso molto esplicita. Le opere di Daria celano una critica ma anche un invito a prendere i propri spazi, e chiunque si trovi a osservare tutto ciò è chiamato in causa. L’allestimento dal canto suo vuole giocare su questi aspetti, sulla critica e sulla riflessione, e lo fa proprio attraverso le poesie visive dell’artista che – letteralmente – escono dalle sue opere… ma non voglio svelare troppo!  

IMG_0127

Daria, le tue “donne dell’altro mondo” ci fanno riflettere sul nostro, sono donne-ponte che ci mettono in collegamento con le insidie del presente, ci connettono con qualcosa di attuale e ancestrale, grandi sagge che ci avvertono dell’importanza di saperci prendere il nostro spazio, di occuparlo e di dirlo, con forza e delicatezza, di essere corpo e abitarlo; imparare a sconfinare senza paura di riscrivere confini scritti da altri per noi. Ci racconti un po’ la storia delle tue “gigantesse”? Dove sono nate e dove ti stanno portando?

All’inizio del 2018, mi sono trovata attratta dalla fotografia di paesaggio come “tela” per ulteriori esplorazioni. Ho iniziato a raccogliere foto stampate ovunque potessi trovarle: opuscoli pubblicitari, riviste, cataloghi di festival, calendari. La prima protagonista si è manifestata in uno di quei paesaggi a mia insaputa o intenzione, anche se ero io a tenere in mano la penna. Sembrava forte e sicura di sé, anche se estremamente stanca. È stata seguita da altre. Le ho chiamate per il momento “weary female giants” (“gigantesse esauste”) e da allora la loro sorellanza è sempre cresciuta, e da allora la mia ricerca è sempre andata avanti. Le forme già presenti nella fotografia di paesaggio suggeriscono le forme e le posizioni delle eroine in esse introdotte. Queste gigantesse interpretano, si appropriano, abitano, a volte anche cambiano, i paesaggi riconoscibili, spesso quelli che ci circondano qua in Alto Adige. Mi chiedo spesso cosa si trasformi di più: le gigantesse che cercano di farsi guidare dalle forme del paesaggio o i paesaggi inevitabilmente alterati dall’incontro con i loro corpi? È una simbiosi o un antagonismo? 

_DSC4200

Margherita, come è stato immergersi nell’arte di Daria, ci racconti un po’ di dietro le quinte della preparazione della mostra? Cosa speri che faccia scoprire a noi visitatrici e visitatori?

Lavorare con Daria è stato un piacere. Incontrare un’artista competente e consapevole ha costituito per me un’occasione di crescita personale e professionale, un momento per riflettere su aspetti che troppo spesso in uno slancio di ottimismo rischio di relegare a un passato remoto, ma che tuttora nel mondo sono attuali. Credo che le opere dell’artista abbiano la preziosa capacità di toccare delle corde interiori di chiunque posi su di loro lo sguardo. Sono opere che si aprono a innumerevoli piani di lettura e che di conseguenza catturano l’attenzione, rubando al fruitore o alla fruitrice un leggero sorriso che spesso si trasforma in riflessione profonda. 

Notes for your nourishment, Daria Akimenko, 2022, collage

Daria, sei artista, ricercatrice, lavori nel campo delle industrie creative e coltivi la tua pratica artistica quotidianamente. Ti immagino come una coltivatrice di mondi, ogni giorno intenta a piantare dei semi dentro di te e dentro chi entra in relazione con le tue opere, cosicché lasciandoli sedimentare raggiungano la giusta profondità per permetterne la germinazione. E i tuoi fiori sono collage, disegni, fotografie, parole, segni, colori. Come fai dialogare tutti i tuoi mondi e come si trasformano in pratica da condividere con le partecipanti e i partecipanti dei tuoi workshop?

Per molto tempo mi sono sentita conflittuale e frammentata proprio per il fatto che i miei interessi variavano e che non mi sembrava di poter scegliere o dare priorità né alla mia vita professionale né alla mia espressione artistica. Ma gradualmente – forse proprio grazie all’aiuto della pratica del collage che mette insieme elementi che a prima vista non sembrano appartenersi – sto imparando ad accettare la complessità e la multiformità di me stessa, degli/lle altr*, del mondo. E passo dopo passo riesco a individuare le connessioni, il fil rouge che tiene insieme tutti i frammenti. In effetti lavorare a questa mostra insieme a Margherita è stato uno di questi passi: attraverso il suo sguardo sensibile e competente ho scoperto modi per comunicare e presentare le mie pratiche in un nuovo impensato assemblaggio.

Weary female giant, Daria Akimenko, 2020, pennarello su fotografia

Condividere la mia pratica attraverso i miei workshop è tutta un’altra sfida, è un posto vulnerabile in cui stare. Cerco di essere aperta e onesta con i/le partecipanti e offro loro un invito piuttosto che un insegnamento per una ricerca comune che si spera continui anche oltre lo spazio temporale del nostro breve incontro.

La mostra personale “OTHERWORLDLY WOMEN” di Daria Akimenko è la prima mostra dell’Associazione culturale lasecondaluna dopo la pausa invernale e dà così il via alla stagione 2023 inaugurando il nuovo tema biennale “Confini”. 

Foto courtesy of the artist

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.