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January 9, 2023

La tenacia delle donne nel gioco da tavolo “Where are women in the Alps?”

Claudia Gelati

 È vero. Non siamo molto bravi ad ammetterlo, ma è così: anche in questo nuovo decennio (gli anni venti del 2000), la parità di genere e l’emancipazione femminile sono ancora un argomento se non tabù, certamente ostico da affrontare: dai social media sterili, alla politica, ai salotti televisivi e non, tutti ne parlano (troppo) ma forse nessuno ha veramente compreso la grande questione. 

Se da una parte, è ancora vero (ahimè!) che le donne sebbene abbiano capacità e competenze,  faticano a raggiungere posizioni di rilievo in ambienti lavorativi solitamente dominati da figure maschili, dall’altra parte è anche vero che noi donne siamo campionesse in auto sabotaggio. Diciamolo. 
Nel primo caso, parliamo del cosiddetto “soffitto di cristallo”, ovvero l’insieme di barriere e ostacoli che ci spaventano e ci fanno indietreggiare, rendendo sempre più difficile rompere l’opprimente soffitto e conquistare determinate posizioni. Nel secondo caso si parla di “sindrome dell’impostora”, ovvero quella sensazione di non sentirsi mai abbastanza (belle abbastanza, competenti abbastanza, brave abbastanza, giovani abbastanza…), quel senso diffuso di disistima che ci porta a rincorrere modelli di perfezione inesistenti e così nocivi da autosabotarci e farci trasformare nelle peggiori nemiche di noi stesse. 
Questi due fenomeni non nascono dal nulla, ma sono bias cognitivi –come direbbero gli esperti– figli di un sistema culturale che, da un parte ha offerto per decenni e decenni una visione ridotta e svalutante delle donna rilegandola a determinate mansioni e, dall’altra parte, difetta di riferimenti culturali femminili. Sono moltissime le filosofe, architetti, artiste, scienziate, letterate che nel corso della storia sono state messe a tacere o rilegate ai margini della narrazione, spesso etichettate come pazze, isteriche o diaboliche. 

 E allora, diventa dunque sempre più importante e urgente rileggere la storia senza più dimenticarsi di queste figure femminili e per quanto riguarda la regione alpina europea può sicuramente aiutarci “Where are women in the Alps?”, il gioco da tavolo realizzato da Stefania Santoni (consulente culturale, nonchè franzaMag contributor) e Nadia Groff  (illustratrice e grafica) su richiesta del Dipartimento delle Minoranze Linguistiche Locali e Audit Europeo della Provincia di Trento con l’intento di omaggiare il genio e la tenacia di alcune delle donne nate nelle regione dell’Arco Alpino europeo EUSALP (gli stati appartenenti sono Italia, Francia, Austria, Germania, Svizzera, Slovenia e Lichtenstein). Personalità che, con la loro esperienza, hanno contribuito a ridefinire il concetto di ‘donna’ nel corso dei secoli. 

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Stefania e Nadia, da sempre impegnate nella ricerca di strumenti culturali efficaci per superare le dicotomie di genere unendo le loro competenze, sono già alla seconda collaborazione in materia di giochi educativi. Lo scorso anno infatti, hanno realizzato “Ma le donne dove sono?”, una sorta di gioco dell’oca il cui obbiettivo era quello di rileggere la storia trentina includendo anche personalità femminili di cui spesso non c’è traccia nei libri storia. 

 “…Where are women in the Alps? è uno strumento ludico, educativo e formativo che permette di scoprire chi sono le donne che hanno abitato le Alpi e quindi di praticare una ri-tessitura dei fili della memoria volta a creare nuovi intrecci, una storia fatta anche di voci di donne. Abbiamo bisogno di una nuova storia dell’umanità fatta anche di modelli femminili in cui potersi riconoscere e ispirarsi: ogni persona, per attuare un cammino di fioritura personale autentico, ha bisogno di mettersi in ascolto della propria vocazione e sentirsi libera di essere e di fare ciò che desidera, ciò per cui sente di essere nata, a prescindere dai condizionamenti culturali e sociali in cui vive. Ogni bambina può diventare un’astronauta, una scienziata, un’architetta, una filosofa, un’alpinista e così via.” 
STEFANIA SANTONI, consulente culturale 

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CHI
Dalla scienza, allo sport, ai viaggi, fino al mondo dell’istruzione e della cultura, le donne protagoniste di questo gioco sono personalità geniali, sconosciute ai più, in quanto lasciate ai margini della storia. Qualche esempio? 
Giochiamo in casa con Wilhelmine Kofler-Grätzl che, per aiutare le madri lavoratrici, fondò nel 1847 “Kleinkinderbewahranstalt der Stadt Bozen”, primo kindergarten in Alto Adige; oppure l’austriaca Katharina Prato che con il suo libro “Die süddendeutsche Küche” ha rivoluzionato il modo di mangiare al tempo monarchia asburgica (e raggiunto l’80esima edizione del libro nel 1957). E ancora, Marie Heim Vögtlin fisica svizzera e co-fondatrice del primo Ospedale ginecologico svizzero; Alma Ida Willibalde Maximiliana Karlin, viaggiatrice e scrittrice poliglotta, prima donna europea a compiere in solitaria il giro del mondo. Nel gioco, non mancano personalità contemporanee come Hanni Wenzel, campionessa olimpica nello slalom gigante e nello slalom speciale a Lake Placid 1980 (USA) e prima atleta a vincere una medaglia d’oro per il Liechtenstein ai Giochi Olimpici; o la trentina Samantha Cristoforetti, astronauta e aviatrice, prima donna negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e ora anche prima donna europea comandante della Stazione spaziale Internazionale. 
Queste sono solo alcune delle personalità presenti nel gioco, ma già da questa manciata di nomi possiamo capire la caratura di queste donne. È grazie anche a loro, se oggi, tante bambine alla fatidica quanto fastidiosa domanda “che cosa vuoi fare da grande?” possono rispondere: la dottoressa, la scienziata, la musicista, l’atleta, la scrittrice e non da ultimo… l’astronauta, con buona pace dei maschietti. 
È grazie a donne come queste,  alle loro lotte e alla loro tenacia, se oggi possiamo fare quasi tutto quello che facciamo, se godiamo di diritti sacrosanti e di una certa eguaglianza senza nemmeno rendercene conto. 

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IL GIOCO 
Il gioco si compone di un tabellone con 50 caselle, 6 pedine per i giocatori, 2 dadi ed un libretto che contiene i passaporti delle ventuno donne selezionate (3 per ogni stato EUSALP) e quattro approfondimenti sulla tematica: Where are Women in the Alps?; She leader; Why Have There Been No Great Women Artists?; Sisterhood. 
Lo scopo è quello di scalare, casella dopo casella, la montagna disegnata e (ri)scoprire le storie di queste donne geniali, rispondendo a quiz dedicati ai temi della parità di genere. Volete mettervi subito alla prova? Eccovi serviti: Che cosa prevedeva la legge salica? Che cos’era la Slovenska? O ancora, quando è stato introdotto il suffragio femminile in Svizzera? 

 “(…) Il percorso che ogni partecipante compie da casella a casella è una serpentina ascesa verticale verso la vetta, proprio come un sentiero di montagna. È un invito a salire (senza timore) ai vertici, bucando quel soffitto di cristallo che spesso ostacola l’avanzamento verso il raggiungimento dei propri obiettivi.” — NADIA GROFF, illustratrice 

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Stefania Santoni durante la presentazione del gioco, Novembre 2022 

Attualmente il gioco è stato distribuito solamente ai partecipanti dell’Eusalp Annual Forum tenutosi lo scorso Novembre 2022, ma l’idea dei promotori è quella di ristamparlo e trovare una strada per divulgarlo maggiormente, in modo che arrivi a quante più persone possibili. 

Un gioco sicuramente utile alle nuove generazione per crescere con uno sguardo meno viziato da pregiudizi e costruzioni sociali, ma certamente anche un’iniezione di autostima e forza per noi donne che facciamo così fatica ad accettarci e spesso ci troviamo a dubitare delle nostre ambizioni e sogni. Se Wilhelmine, Claudine, Alma, Margarete, Samantha, Zofka, Hanni, Lavinia e molte altre ce l’hanno fatta, beh…. forse possiamo riuscirci anche noi nel nostro piccolo.

 

foto: Nadia Groff 

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