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December 22, 2022

Solo: la collezione di arredi di Fiemme Tremila
Intervista ad Ale Dolci

Maria Quinz

In tempi iper-tecnologici, dove gran parte delle nostre vite, così come le pratiche lavorative ruotano intorno a pochi oggetti funzionali e intelligenti – come i nostri cellulari e computer – e in cui la logica dell’usa e getta, nonostante l’impegno virtuoso di tante realtà, continua purtroppo a imperare e a produrre cose dalla vita breve, oltre che spesso inquinanti, la riflessione sul valore e sulla necessità di dare vita – o semplicemente donare il giusto rilievo – a oggetti longevi ma anche “caldi” – che possano durare quindi nel tempo ed essere investiti di significati affettivi – è un tema più che mai attuale al giorno d’oggi e che trova, anche nel design di prodotto e nell’arredamento di interni, un terreno particolarmente fertile per la riflessione e la progettazione.

 Proprio a proposito di questi temi ho l’occasione e il piacere di parlare con l’architetto Ale Dolci, originario di Predazzo e titolare dello studio aledolci&co di Egna, dove assieme a quattro giovani collaboratori lavora a progetti di architettura e d’interior design in diversi settori che vanno, dagli hospitality al corporate, dal residenziale allo yachting. Con Ale parliamo, in particolare, del progetto di arredi in legno biocompatibile Solo - la prima collezione firmata dal suo studio per il progetto Disegno di Legno di Fiemme Tremila, presentata al Fuorisalone 2022. Ale mi racconta che la sua relazione con l’azienda è viva già da molto tempo, perché per i progetti di interior del suo studio e altre collaborazioni, ha sempre scelto di utilizzare e proporre i parquet di Fiemme Tremila, azienda d’eccellenza trentina e del made in Italy, affermata, non solo sul nostro territorio, ma anche a livello internazionale e che dal 1993 si occupa della realizzazione di pavimenti in legno con biocompatibilità certificata. L’azienda con sede a Predazzo, nel cuore della Val di Fiemme, porta avanti, da allora, il suo originario progetto di “far entrare il bosco in casa”, offrendo una varietà di pavimenti naturali in legno, belli e salubri (che emettono VOC, benefici per la qualità dell’aria degli ambienti interni), frutto di una lavorazione artigianale e sostenibile, che unisce il meglio della tradizione locale, della cultura del legno e dell’innovazione tecnologica. I pavimenti di Fiemme – mi spiega Ale Dolci – si distinguono per la particolare struttura e il trattamento. Sono realizzati in Triplostrato® di legno massello, che garantisce stabilità, capacità di flessione e resistenza, e trattati con BioPlus®, un brevetto che fa sì che il legno resti vivo e libero di respirare nel tempo.tavolo_work 5 

Il progetto della linea Solo – che comprende sei elementi d’arredo, nasce da un’idea di Fiemme Tremila in sinergia con lo studio di Ale Dolci, con l’intento, da una parte, di mostrare – con il progetto Disegno di Legno - la versatilità del sistema impiegato dall’azienda per la realizzazione dei parquet e che è ampiamente utilizzabile anche nella realizzazione di arredi e altri elementi per gli interni, che vadano ad integrarsi con la pavimentazione (aumentando anche la salubrità degli ambienti) – dalle scale alle mensole di casa, dal tavolo al mobile espositore del negozio – dall’altra, nello specifico di Solo, nasce con il desiderio di creare degli arredi solidi e longevi, capaci di durare nel tempo, al di là delle tendenze, con lo scopo di custodire oggetti speciali e d’affezione, oltre che diventarlo a loro volta: degli arredi unici, che custodiscano oggetti-ricordo e siano a loro volta oggetti della memoria da tenere con sé nel corso della vita. Ma sentiamo più approfonditamente, nelle parole dell’architetto Ale Dolci, la genesi di questo affascinante progetto, frutto di un appassionato lavoro creativo, nato in team con i suoi collaboratori e Fiemme Tremila. 

Alessandro, quando è nata la collaborazione con Fiemme Tremila per il progetto “Solo”?

Solo è nato e ha preso forma durante la seconda ondata di pandemia. Di fatto si era fermato il mondo, era un periodo particolare per noi come per tutti, ma che ci ha permesso di dedicare moltissimo tempo, energie ed entusiasmo al progetto, con lunghe sedute di brainstorming in team e tante prove sul materiali. Con Fiemme Tremila la sinergia c’era già, come anche il comune desiderio di creare dei pezzi speciali, per spiegare le tante possibilità del sistema Disegno di Legno – fatto con tavole a tre strati incrociati di legno massello, realizzati a partire da mattoni in legno, assemblati con un sistema di giunti a secco, senza uso di collanti e fissaggi.  Volevamo valorizzare – attraverso un design attuale, ma anche senza tempo – i pregi primari di questo sistema: stabilità, durabilità e solidità. Pregi riscontrabili negli arredi, come nei pavimenti, realizzati con il particolare sistema a “scatole” e il trattamento di rifinitura esclusivo di Fiemme Tremila. tavolo_lounge 1

Alessandro, immagino che questo progetto abbia preso forma nel corso di numerosi brainstorming con il tuo team e con Fiemme Tremila, ci racconti la genesi di Solo?

Il punto di partenza, attorno a cui si sono allargate via via le nostre riflessioni è stato un pò  questo: volevamo valorizzare al meglio il solo legno, attingendo al materiale distintivo di Fiemme Tremila, presente nel meraviglioso magazzino aziendale, senza metterci in competizione con aziende che creano mobili da sempre, secondo concept differenti. Nel nostro briefing interno avevamo l’idea di mescolare legni diversi e finiture diverse, anche a livello di grana e “rusticità” del legno – tema di dibattito attuale tra gli architetti, mentre in passato dominava la tendenza a lavorare solo su toni e finiture simili tra loro. Oggi fanno parte della collezione Solo sei mobili, che hanno richiesto tutti lunghi periodi di gestazione e riflessione: Totem, Madia, Cassapanca, Tavolino, Tavolo workshop e Tavolo lounge. Sono tutti pezzi dalla forte personalità e dal notevole impatto visivo, oltre che volumetrico; ognuno dei mobili è composto dalla giustapposizione di diverse essenze di legno. Quasi tutti pezzi sono progettati in una doppia versione: con essenze più scure e più chiare. 

Nella fase di ideazione ci siamo messi sui tavoli a comporre moodboard, con doghe e campioni differenti e lì è nata la collezione, mettendo insieme legni diversi, finiture diverse, essenze diverse, volumi diversi, accostando, per esempio, un larice e un noce, un olmo e un rovere, testando le loro “buone vibrazioni”,  ma anche i volumi differenti, gli slittamenti, le asimmetrie, i movimenti… E così è nata la nostra collezione, con un sistema di armonie guidate dalla nostra personale sensibilità. Procedevamo anche “ad occhi chiusi”, perché uno dei temi della collezione era questo: che pur senza vedere, si potesse avvertire il piano compositivo con l’uso del tatto, tastando le finiture superficiali tipiche di Fiemme Tremila, ottenute con la spazzolatura, il piano sega, la piallatura, cioè i modi di lavorare il legno in superficie che vanno a creare le texture tattili. Di fatto si può sentire i pattern ad occhi chiusi: per esempio l’alternanza di parti ruvide e rugose, liscissime o ondulate e così via. Tutto ciò a livello creativo è qualcosa di davvero notevole.

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A livello sensoriale, il legno è percepibile anche con il senso dell’olfatto…

Assolutamente sì. Fiemme Tremila ha una sua profumazione naturale e distintiva che caratterizza tutte le essenze, legata all’olio che viene impiegato per la protezione nella finitura finale e che diventa quasi un leit-motiv del brand. Gli effetti positivi del legno di Fiemme Tremila a livello olfattivo, sono stati oggetto di studio, a livello di purificazione dell’aria, ma hanno indubbi giovamenti anche in termini di aromaterapia per il benessere psico-fisico. Il pavimento appena posato per esempio ha un profumo incredibile, poi, col tempo, chi lo vive lo sente meno, ma è sempre presente, con effetti nono solo neutri ma benefici.

Veniamo ai sei mobili progettati per Solo: sono quasi tutti “contenitori”, o contengono comunque dei cassetti, per esempio i tavoli, come mai?

Abbiamo scelto espressamente di lavorare sul tema dei contenitori. Volevamo mettere al centro la necessità – in un periodo storico come il nostro e in cui gran parte delle cose tendono a perdersi sulla strada dell’esistenza – di valorizzare quei pochi oggetti che sopravvivono al passere del tempo: quella serie di “amuleti” che spesso ci portiamo dietro e fanno parte della nostra vita, anche se hanno perso la loro funzione, ma che vorremmo ospitare da qualche parte. Molti oggetti sono stati sostituiti dai cellulari e computer, per esempio, penso a quegli oggetti che da studente riponevo nei miei cassetti: calcolatrice, squadrette, diapositive, ecc.: sono tutte cose che oggi non servono più. 

I contenitori di Solo sono nati pensando a degli oggetti caldi e d’affezione oltre che belli: sono un buon posto dove mettere le cose. Negli interni dei contenitori abbiamo scelto di usare un determinato punto di blu – lo stesso che usavamo per i nostri moodboard – per far risaltare gli oggetti sullo sfondo e svolgere una funzione di supporto visivo al ricordo. Questo blu lo abbiamo chiamato “Blu Memoria”.HyperFocal: 0

Quale è stato il primo pezzo della collezione?

Il primo pezzo è stato Cassapanca. Volevo realizzare un mobile non troppo inflazionato tra i designer e produttori di arredi: un pezzo poco diffuso, ma dalla valenza significativa. Di cassapanche se ne trovano più facilmente nelle vecchie case, un po’ ovunque in Italia, in Alto Adige, come in Toscana. La cassapanca in effetti, forse, è uno degli arredi più iconici per la conservazione delle cose. Per esempio, un tempo, ci si riponeva il corredo, i capi stagionali o gli oggetti più preziosi. Credo che la gente abbia di nuovo voglia di avere in casa mobili di questo tipo, per riporre quegli oggetti speciali che si tirano fuori in poche occasioni, anche annualmente o in determinati periodi, legandoci magari alla stagionalità, nella conservazione delle cose. Di per sé la collezione vorrebbe rientrare – idealmente –  a sua volta nella lista degli oggetti iconici da portare con sé. Magari in un trasloco il proprietario potrebbe decidere di cambiare tutto l’arredo, rinnovare i mobili ma la sua cassapanca potrebbe essere uno di quegli oggetti che terrebbe nel tempo. Magari un giorno la lascerà nella casa al mare o la darà in eredità al figlio, ma rimarrà comunque – noi ce lo auspicheremmo – un pezzo speciale e unico, oltre che estremamente longevo.

Alessandro, mi dici qualcosa in più sulla scelta del nome della collezione “Solo”?

Lo abbiamo scelto per una serie di motivi, per la sua brevità e immediatezza, perché è attribuito a mobili in solo legno, ma anche e soprattutto nel senso di assolo, pezzo unico, ma dotato di una sua varietà compositiva  – come vale per la musica – di legni, volumi, armonie, suggestioni e texture. E poi Solo evoca anche una dimensione di interiorità, quella che si vive da soli, a tu per tu con sé stessi e la propria parte più  intima, fatta di ricordi, oggetti personali e storie di vita. Ci sembrava il nome perfetto, sotto una molteplicità di punti di vista, per questa collezione.Schermata 2022-12-22 alle 19.53.54

Foto credits: (1) Tavolino (2) Tavolo workshop (3) Tavolo lounge (4) Madia (5) Cassapanca (6) Totem, Carlo Baroni

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