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December 10, 2022

Who killed Bambi? Una collettiva detritica a cura di Gianluca D’Incà Levis

Stefania Santoni

Who Killed Bambi è la mostra di Dolomiti Contemporanee a Casso per l’estete/inverno 2022. Novanta artisti, nelle ex scuole, dal 2012 Nuovo Spazio di Casso, il centro di propagazione di DC dal Vajont. Una mostra che sarà visitabile fino al 28 febbraio, su prenotazione o durante eventi e workshop. Il curatore dellʼesposizione è Gianluca D’Incà Levisideatore e curatore di Dolomiti Contemporanee, direttore del Nuovo Spazio di Casso e che ho avuto il piacere di intervistare. 

Raccontami, Gianluca. Che cosʼè questa mostra?

La mostra è se stessa, una collettiva, allestita presso il Nuovo Spazio di Casso. Ma, più in generale, è una sorta di apparato in movimento, che dice della montagna e vi si muove e la muove. Diciamo che questo carattere mobile e trasformativo è un poʼ il concetto informatore della nostra attività: difficilmente in Dolomiti Contemporanee una cosa rimane uguale a se stessa, e ciò vale anche per quest’esposizione, che quindi può cambiare e assumere nuovi contenuti. Dallʼinizio a oggi sono stati inseriti altri lavori in mostra. Non trattandosi di un un apparato decorativo, ma una macchina processatrice di temi che hanno a che fare con la natura dei luoghi in cui viviamo, di dinamismi legati a questi contenuti, ecco che la mostra si trasforma, e assume le variazioni, gli aggiornamenti. Mi spiego meglio. Nella mostra rappresentiamo ad esempio alcuni temi e progetti e criticità legati allʼOlimpiade Milano-Cortina 2026. 
A proposito di nuovi inserimenti e altri focus: domenica 18 dicembre si svolgerà il prossimo evento in Who Kiled Bambi? Si tratta (a questo link) di un laboratorio sugli scarpèt, le tradizionali calzature che si fanno nelle Dolomiti Bellunesi e Friulane. Lʼevento consentirà di connettere una pratica artigianale con una serie di azioni affidate ad artisti contemporanei, che operano nella moda e nella sperimentazione con stoffe, tessiture, altre manifatture. Sʼincontreranno dunque Maria Teresa Agnoli, maestra perarolese della confezione degli Scarpét, con gli artisti che invece filano le lane di aziende partner come Lanerossi e Lanificio Paoletti.

who killed Bambi 2

E quali sono i suoi contenuti? 

La mostra è un collettore di temi e dʼistanze legati alla montagna contemporanea, temi positivi o negativi, problematici o propositivi. Quasi 100 artisti che hanno lavorato – molti  di loro attraverso la Residenza – per creare questa grande mostra dedicata alla montagna e alla sua gestione, non di rado pessima; ma anche a una montagna che nella quale c’è sempre l’opportunità di trasformare siti disgraziati (le fabbriche abbandonate, il patrimonio degradato di cui ci occupiamo dal 2011) in stazioni di ricerca e cantieri di riuso. Lʼesposizione, assai articolata, ha richiesto circa un anno di tempo per sorgere e puntualizzarsi: essa comprende oltre 200 opere.

who killed Bambi 1Perché si chiama ‘Who Killed Bambi’?

Chi ammazza/ha ammazzato Bambi? Si tratta di una citazione letterale, viene da un brano dei Sex Pistols incluso nell’album “The Great Rock ‘n’ Roll Swindle”, del ’78. Un titolo che ironizzava sulla grande truffa del Rock ‘n’ Roll dunque, e che noi nella mostra parafrasiamo in “The Great Mountain Swindle”, ovvero la grande truffa della montagna. Allora i Sex Pistols spaccavano tutto facendo il punk, per opporsi alla noia e all’eterna palude vittoriana della società borghese e via dicendo. Noi, che reputiamo ogni rivoluzione un elemento costruttivo, con quel titolo modificato sosteniamo che la montagna è spesso ridicolizzata a causa degli stereotipi che le infliggiamo: mi pare evidente, o no? Ci son davvero persone, mica poche in villeggiatura, convinte che andare in montagna significhi incontrar Bambi, le marmotte e le caprette; vale a dire un patè di immaginario irreale, l’armamentario dei mercatini pei turisti, questo vaso osceno che va rotto, e sostituito con forme sensate e costruttive: le forme della cultura e dell’arte. 
Chi uccide Bambi? sta in questo senso per: chi sevizia e corrompe una risorsa innocente? 
Per quanto riguarda la montagna, essa è il Bambi violato nel momento in cui viene utilizzata male, sfruttata da turismo e ricettività, più in generale ogni qual volta in cui essa viene considerata prevalentemente, o eminentemente, da parte di persone superficiali ed opportuniste, come una mera risorsa da consumare. Mentre essa andrebbe considerata al tempo stesso una risorsa da proteggere dalle proprie tutele - che talvolta la rendono paradossalmente indisponibile a se stessa – e come un potenziale da esplorare ed esplodere continuamente, assennatamente. È in questo modo che Dolomiti Contemporanee si pone quale meccanismo ricognitore, ritematizzante, riqualificatore, nello spazio, non di rado atrofico, ma inesaurito, delle Dolomiti. 
Questa visione e metodologia sono alla base di DC, e quindi anche di Who Killed Bambi.

Come si fa a venire a vedere la mostra?

Inviando una mail a info@dolomiticontemporanee.net e concordando una visita guidata. Oppure verificando nel website gli eventi proposti allʼinterno della mostra di qui a febbraio, come quello del 18 dicembre, il laboratorio dedicato agli scarpèt (dalle 9.30 alle 13.00, aperto a tutti e gratuito). 

ARTISTI in mostra

Marta Allegri – Marco Andrighetto – Sara Antonellis – Gabriele Arruzzo – Ariele Bacchetti – Sergia Avveduti – Luisa Badino – Lorenzo Barbasetti di Prun – Thomas Braida – Tommaso Buldini – Roberta Busato – Michele Bubacco – Giulia Maria Belli – Antonio Bardino – Gino Blanc – Ludovico Bomben – Giovanna Bonenti – Simone Cametti – Valentina Cima – Anica Huck – Cristina Calderoni – Stefano Caimi – Emanuele Caprioli – David Casini – Nina Ćeranić – Luca Chiesura – el gato chimney – Rudy Cremonini – Nanni De Biasi – Paolo De Biasi – Fabiano De Martin Topranin – Veronica De Giovanelli – Fabio De Meo – Gianni De Val – Barbara De Vivi – Nebojša Despotoviċ – Davide Dicorato – Bekhbaatar Enkhtur – Nicola Facchini – Alice Faloretti – Flavio Favelli – Pierpaolo Febbo – Fotoromanzo Italiano – Enej Gala – Riccardo Giacomini – Andrea Grotto – Fabio Guerra – Silvia Hell – Manuela Kokanovic – Bogdan Koshevoy – Evelyn Leveghi – Silvia Listorti – Matilde Lucini – Lorenzo Lunghi – Davide Mancini Zanchi – Stefano Maniero – Jožko Markič – Tiziano Martini – Vanja Mervič – Stefano Moras – Anna Marzuttini – Ludovico Orombelli – Alessandro Pagani – Mattia Pajè – Sebastiano Pallavisini – Laurina Paperina – Anna Poletti – Carolina Pozzi – Brando Prizzon – Penzo & Fiore – Luigi Regianini – Andrea Renzini – Filippo Romano – Davide Serpetti – Alan Silvestri – Luka Širok – Alberto Scodro – olmo g. stuppia – Kristian Sturi – Ivana Spinelli – Fabio Tallo – Mario Tomè – Rob Van Den Berg – Aleksander Velišček – Giuseppe Vigolo – Andrea Visentini – Andreas Zampella – Francesco Zanatta – Federico Zamboni – Maria Giovanna Zanella.

Staff: Gianluca D’Incà Levis, Nina Ćeranić, Lorenzo Protti, Elena Maierotti – Ariele Bacchetti, Valentina Cima, Fabio Balcon, Paolo Dal Pont, Giacomo De Donà.

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Foto Teresa De Toni

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