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June 17, 2022

Giulio Boccardi e la forza spirituale
delle immagini

Francesca Fattinger

Io penso che la natura parli il linguaggio dell’astrazione.
Giulio Boccardi

È sempre disarmante quando ci si trova a dialogare con un artista: ci si arma di domande, di quesiti, di riflessioni, ma accade che quando ci si trova a parlare occhi negli occhi ci si senta disarmati, come se la persona davanti a te avesse compreso qualcosa che ancora ti sfugge, come se la sua arte sapesse far emergere trascendenze così intimamente parte di noi, ma anche così oscure, con cui è difficile relazionarsi. 

Giulio Boccardi libro 2

Con Giulio Boccardi, giovane artista trentino, è stato così: mi ha preso per mano dolcemente e guidata a sondare qualcosa di universale, di cosmico, di pauroso e al contempo estremamente accogliente. Forse potrei fare a meno di intorpidirvi di parole e parole e potrei riassumere tutto con il colore nero. Chiudete gli occhi e appoggiate le mani davanti agli occhi chiusi, per rendere questo piccolo gioco ancora più efficace, e indagate il nero che vi si presenta davanti: il vostro nero. Un piccolo modo per fermarsi e concedersi il tempo per confrontarci con noi stessi e un modo pratico per avvicinarsi alla poetica e al pensiero di Giulio: non possiamo prescindere dal nero se vogliamo parlare della sua arte. Il nero è per l’artista qualcosa di estremamente vivo, vibrante, uno spazio denso di presenze ed energie primordiali, infinito ed eterno, che tutto contiene e che tutto è. Il nero come vuoto e per questo luogo di rinascita, il nero come unica possibilità in cui i fenomeni appaiano sotto forma di luce, di segni bianchi, di semplificazioni, di riduzioni della complessità che nel nero è contenuta.

Giulio boccardi composizioni spazialiL’arte è per Giulio un modo per mettersi in contatto con lo spirituale, accettando e quindi comprendendo quel nero che i nostri sensi troppo limitati non riescono a cogliere appieno, e lo stesso spera accada in chi la osserva. L’arte è per lui quindi un mezzo, uno strumento di indagine, attraverso cui è sempre in atto questa ricerca: un continuo tentativo di arrivare sempre più vicino alla verità delle cose, a una loro trascendenza. Se le si guarda con attenzione ci si accorge che, pur essendo fotografie, dipinti o sculture, non sono statiche, ma al contrario contengono un’energia che vibra, agita e scuote, una vitalità che mai soffoca quel corpo a corpo essenziale per “far coincidere pensiero, sentimento e volontà” e che si offre come varco verso una dimensione altra, a cui tutti tendiamo anche se spesso non ce ne rendiamo conto.

Giulio Boccardi manifestazioni metafisiche

Giulio si definisce come “un produttore di immagini”, si è avvicinato in primo luogo alla fotografia e lavora come fotografo, ma la sua arte non si limita a questo unico medium, la sua arte tracima e deborda, sconfinando nel gesto pittorico e scultoreo. Anche se sempre di immagini si tratta o meglio sempre di “astrazioni”: le sue fotografie sono costruite come una pittura astratta, tese a interpretare la realtà e a coglierne le verità, così come fanno la scienza o la religione. La stessa astrazione che Giulio coglie nella natura, con i suoi linguaggi e i suoi simboli da interpretare: natura come elemento fondamentale della sua arte e della sua vita, spazio e oggetto privilegiato delle sue sperimentazioni; natura come alberi spogli e rami che si intrecciano e fanno da scenario alla moltiplicazione del suo corpo, che non è più suo ma si “scioglie” nello spazio diventando rappresentazione di un universale altrimenti non avvicinabile; natura come manifestazioni metafisiche di montagne, rocce e presenze che appaiono e scompaiono tra segni e simboli nei suoi dipinti neri come frammenti visivi e sentimentali; natura come immagine di se stessa reificata dalla presenza tridimensionale di un albero e che manda in cortocircuito il pensiero cercando di avvicinarci alla sua vera essenza attraverso la fotografia a esso applicata. 

Giulio Boccardi moltiplicazioni

L’artista “massacra” le sue fotografie: le strappa, le brucia, le taglia, le incide, per poi ricomporle e trovare in questa distruzione una nuova possibilità, che era nascosta dentro di lei in potenza, ma che fino all’atto distruttivo/costruttivo non era manifesta. Giulio ha con le fotografie un rapporto fisico, un continuo corpo a corpo, in cui ne sonda le più estreme potenzialità mettendo alla prova sia loro come strumento di indagine sia il suo pensiero che guida le sperimentazioni. Questo perché l’arte per lui non è altro che un modo per abitare il mondo; non va mai in giro con la macchina fotografica, perché “per raccogliere qualcosa devi essere a mani vuote”. Innanzitutto per lui arte è fare esperienza, saperla raccogliere e saperci riflettere sopra e attorno, per poi rielaborarla trasformandola in opera; per questo l’arte ha sempre una responsabilità sociale (cosa ormai non la ha?): in un mondo in cui la bulimia di immagini non ci fa più comprendere i suoi messaggi, ma ce li fa trangugiare fino a esplodere in un intorpidimento collettivo, è importante ricominciare a guardare davvero ciò che abbiamo davanti agli occhi. E per questo Giulio è anche vicepresidente dell’Associazione GAS, acronimo per Giovani Arte e Sport, realtà che promuove proprio l’incrocio fertile tra gli elementi che la costituiscono: sport come momento di esperienza e arte come riflessione e meditazione, entrambi sotto forma collettiva e di scambio reciproco come pratiche eminentemente sociali.  

Giulio Boccardi memoriale

L’ultima opera di cui vi voglio parlare e che sembra in qualche modo funzionare da sintesi è un’opera che mi ha colpito particolarmente: si intitola “Memoriale” e consta di una serie di tele in cui l’artista su sfondo nero traccia una sorta di scrittura che altro non è se non la traduzione in segni bianchi del ritmo vibratorio del suo mantra preferito. Questa trascrizione di vibrazioni cosmiche rappresenta un’immersione nell’abisso profondo e scuro della memoria, resa ulteriormente manifesta dalla stesura di un aggiuntivo strato di nero: questo ultimo gesto di apparente cancellazione appiattisce i contrasti facendo dei segni ricordi nostalgici che emergono pian piano da un mare nero, come relitti che infrangendosi sulle onde danno vita a un ritmo tutto loro in una sorta di armonia musicale silente.

Il nero è tutto

Il tutto è luce
La luce è vuoto
Il vuoto è pieno
Il pieno è forma
La forma è materia
La materia è invisibile
L’invisibile è pensiero
Il pensiero è riflessione
La riflessione è intuizione 
L’intuizione è amore
L’amore è irrazionalità
L’irrazionalità è creatività
La creatività è spazio
Lo spazio è infinito
L’infinito è eterno
L’eterno è essere
L’essere è vita 
La vita è morte
La morte è tutto

Il tutto è nero.

Giulio Boccardi libro 1

Foto di Giulio Boccardi: Giulio Boccardi, Autoritratto, 2022 (1); Giulio Boccardi, Sostrato Volume II, dettagli, 2019 (2,7); Giulio Boccardi, Composizioni spaziali, 2022 (3); Giulio Boccardi, Manifestazioni metafisiche, 2021 (4); Giulio Boccardi, Untitled series, 2021 (5); Giulio Boccardi, Memoriale, 2022 (6)
Poesia estratta dall’opera: Giulio Boccardi, “Nero”, 2019

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