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May 20, 2022

F.L.U.X. alla galleria Contempo di Pergine

Francesca Fattinger

Lo stesso ineffabile senso 
della composizione che costituisce 
l’impalcatura della cattedrale dei suoni, 
da Monteverdi a Stravinsky,
è vivo in trasparenza 
nell’ordito delle opere plastiche durature,
da Giotto a Matisse.
Fausto Melotti 

Puntella questo articolo la voce di Fausto Melotti, quasi a creare le colonne portanti del mio intero racconto di F.L.U.X., la nuova mostra presso la Galleria Contempo di Pergine, in via Maier 48/A, visitabile fino al 17 giugno. I versi poetici disseminati li ha raccolti la curatrice della mostra Dora Bulart che con entusiasmo mi ha accolta nella sua galleria accompagnandomi in un viaggio tra passato e presente, tra colore e armonia, tra vibrazioni e disarmonia, tra suono e luce in un continuo oscillare tra memoria, ricordo e poesia.
Ma perché il titolo F.L.U.X.? Niente a che fare con il movimento Fluxus o con un generico flusso di un fiume, F.L.U.X. come “frequenza di luce interiore che va verso l’ignoto”, quella stessa frequenza che accomuna pittura e musica, colore e suono e che può essere ben rappresentata da un’energia invisibile, trasparente, impalpabile, ma che permea con la sua potenza le essenze di ciò che ci circonda. Una luce, quindi, quella che vuole portare in evidenza questa mostra che nasce miracolosamente da dentro la tela e si riversa nel nostro sguardo se le concediamo la giusta cura e la giusta lentezza. 

galleria contempo_flux_1

“Il colore è dentro di me come è dentro di me la necessità di percorrere lo spazio delle sue apparizioni e apparenze”, scrive così Aldo Schmid, ma queste parole incarnano quella stessa urgenza che altri artisti come lui, Luigi Senesi e Mauro Cappelletti, sentivano profondamente, essendo tra l’altro coautori con Schmid del manifesto del gruppo di “Astrazione Oggettiva” del 1976.

Sono esposti in mostra infatti dipinti degli anni 70 che rappresentano in modo significativo l’attività di questo gruppo e ulteriori dipinti successivi che testimoniano di come si sia poi trasformato il percorso della pittura analitica, fino ad arrivare agli esiti più recenti e raffinati di Mauro Cappelletti e alle trame vibranti di Rolando Tessadri.

Da cosa nasce cosa, 
da una macchia 
nasce una rosa: 
rosa di macchia. 

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Fausto Melotti da una parte e Luigi Veronesi dall’altra trasformano quell’interesse spirituale per la vibrazione del colore nella capacità di legare il colore e la forma al suono, dando così visibilità a qualcosa di apparentemente invisibile e inafferrabile dagli occhi. Le loro opere ci fanno vedere la musica e ci portano all’ultimo artista esposto, Paolo Vivian, che lega tutto questo al concetto di memoria collettiva e alla sua fragilità, in cui il vuoto assume un ruolo primario, perché ci permette di distinguere i ricordi che se no sarebbero indistinguibili, come le note su uno spartito che grazie allo spazio tra loro creano la melodia. 

Il raptus drammatico della creazione artistica 
è simile allo stato d’animo del ragazzo che,
trovandosi a camminare di notte in una strada deserta, 
per farsi coraggio canta e, 
non ricordando più nulla,
“inventa” la canzone.

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Nell’Acquario, la sala circondata da vetrate che dà direttamente sulla strada, la mostra si trasforma in uno studio per la lettura e la ricerca attraverso i libri d’artista, i rari cataloghi e le monografie degli artisti in mostra, dagli anni 70 ad oggi: tra loro due rarissime pubblicazioni collegate con la ricerca sul colore di Senesi (“Luigi Senesi , Colore-gradualità, modello, pulsazione e le relazioni del colore nelle dimensioni in uno spazio pittorico”, Milano, 1975) e di Schmid (“Aldo Schmid, la vitalità del colore “, in occasione della mostra a Bergamo del 1973)  .

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Per la realizzazione del progetto sono state coinvolte otto collezioni private trentine che si sono così intrecciate nello spazio accogliente della galleria Contempo. La mostra è stata e sarà inoltre l’occasione anche per un ricco e multiforme programma collaterale: da concerti a performance poetico-verbali, da cui sono stati ricavati i versi di Melotti disseminati per l’articolo, fino a proiezione di video documentari sugli artisti. L’ultimo evento è proprio la proiezione del film documentario su Luigi Senesi alle ore 19 di giovedì 25 maggio. Tutti gli eventi cadono di giovedì, in cui vengono offerte anche visite guidate gratuite dalle 17 alle 19. La mostra sarà infine completata con una pubblicazione. 

 La melanconia è l’anima stessa 
dell’opera d’arte, 
perché testimonia melanconicamente 
la nostra perduta armonia.

Foto della Galleria Contempo

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