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May 6, 2022
Welcome to the Sensual Landscape:
Elisa Grezzani a Trento
Francesca Fattinger
Ciò che è importante ora è recuperare i nostri sensi. Dobbiamo imparare a guardare di più, ad ascoltare di più, a sentire di più.
Susan Sontag
Welcome to the Sensual Landscape!
Mi sembra giusto cominciare proprio da qui: da un invito di Susan Sontag e da un benvenuto.
Le parole della citazione sono già di per sé un benvenuto ad affacciarsi a una dimensione altra rispetto alla quotidianità delle nostre vite, un invito a immergersi in un mondo rallentato e per questo espanso e potenziato, più ricco di stimoli. Se solo sapessimo fermarci a sentire davvero, a dare ascolto a ciò che abbiamo dentro e fuori, ci renderemmo conto dell’energia che ci attraversa e ci circonda, un’energia che può sommergerci e farci paura, ma che è quella di cui siamo davvero composti.
La mostra “Sensual Landscape” di Elisa Grezzani, curata da Gabriele Salvaterra e ospitata alla Paolo Maria Deanesi Gallery di Trento, in vicolo dell’Adige 17/19, ci mette in contatto diretto con quell’energia: è energia trasformata in colori carichi e danzanti; è energia trasformata in strati di materia che lottano, si mescolano e si riappacificano; è energia che esplode e implode coinvolgendo più media e luoghi possibili; è energia che si fa paesaggio per gli occhi che famelici lo attraversano; è energia che si fa corpo dal gesto dell’artista al risveglio delle nostre membra intorpidite che vi si affacciano.
Ho avuto il piacere di visitare la mostra in compagnia di Gabriele Salvaterra, il curatore, che fin dalle prime parole mi ha citato Susan Sontag e il suo “Contro l’interpretazione” accompagnandomi in questo avvicinamento alle opere che fosse il più possibile sensoriale, corporeo e di autentico contatto e ascolto e il meno possibile interpretativo nel senso tradizionale “per raggiungere qualcosa di fondamentale, che però non può essere espresso a parole, può solo essere vissuto”.
Che bello arrivare a quella soglia di indicibilità, forse è quello a cui tutte le artiste e gli artisti o meglio a cui qualsiasi persona dovrebbe tendere, quel momento di perdita di controllo razionale in cui si manifesta una profondità che si può cogliere solo se disarmati dalla ragione.
Elisa Grezzani riesce proprio a portarci in quel paesaggio, che non è più o non è solo paesaggio naturale, antropico, umano, ma è innanzitutto “paesaggio sensuale” che ci attira, ammalia e seduce, e che ci invita a entrarci dentro, per un viaggio non consolante, non rilassante, ma materno, ribollente di vita, solo come la madre terra può essere. Sì perché quando mi trovo davanti alle tele di Elisa mi sembra di essere sempre di fronte all’atto creativo che si svolge davanti ai miei occhi. Assisto a un’esplosione e a un’urgenza. La vedo nella sua energia disarmante a muoversi davanti, sopra, di lato, a destra, a sinistra, la vedo sovrapporre nel tempo gli strati, a farli emergere, a nasconderli, a dialogare intimamente con loro. Ogni opera è per me espressione di grandissimo dinamismo, una creatura viva che a ogni sguardo mi si svela in qualche nuovo dettaglio, mi sembra addirittura di sentirne il vociare, il musicare, i colori sembrano davvero essere muniti di una loro intensità sonora: un po’ come quando Kandinksy diceva che gli “sembrava che l’anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l’inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita”.
La mostra, organizzata con un allestimento immersivo come una grande e unica installazione intensa e avvolgente, abbraccia visitatori e visitatrici con una pittura che invade ogni spazio, una materia esuberante che irrompe vitale sulle pareti e sul pavimento, con le produzioni tessili appese in verticale o raggomitolate a terra. Come spiega il curatore, sia nel caso di opere fatte con i materiali propri del dipingere, sia in quello di processi in cui l’aspetto mediato è preponderante, nel caso di tappeti, tessuti, stampe su pvc, banner o rimodulazioni digitali, l’energia che ne deriva è lo stesso flusso in cui lasciarsi cullare o trascinare e attraversare.
Durante il periodo di apertura della mostra verrà pubblicato il volume monografico The Flow, incentrato sul lavoro di Elisa Grezzani degil ultimi anni, con testi critici di Letizia Ragaglia, Gabriele Salvaterra e Lisa Trockner.
Mi raccomando tirate fuori l’agenda perché la mostra sarà visitabile fino al 31 luglio, vi consiglio di non lasciarvela sfuggire!
Foto delle opere e dell’allestimento di Ivo Corrà
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