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April 14, 2022

Il paradigma della bellezza: i gioielli
di Susana Teixeira

Maria Quinz

Astrattismo ed estro creativo, precisione matematica e artigianalità, tagli contemporanei e lavorazioni antichissime, manualità minuta e costruzioni esatte, grane lavorate e superfici smaglianti, complessità concettuale e ispirazioni organiche: questi sono solo alcuni dei tratti – poliedrici e apparentemente contrastanti – che contraddistinguono la posizione artistica di Susana Teixeira, creativa del gioiello di origine portoghese, che da più di undici anni vive e lavora a Bolzano, pur mantenendo sempre forte e vivo – come mi racconta – il legame professionale e affettivo, con la sua terra d’origine e la sua bella città natale: Porto. 

I gioielli di Susana raccontano una storia, la sua, nella quale –  quasi come per magia – il background culturale della designer e il suo approccio concettuale si combinano perfettamente con la pratica sperimentale e manuale, manifestandosi in creazioni da indossare sul corpo come piccole opere d’arte, in cui ogni dettaglio non è mai casuale, seppur sempre sorprendente.

I gioielli di Susana si possono acquistare online sul suo sito e visionare dal vivo in eventi collettivi. Susana parteciperà prossimamente, all’evento “Opus Italy”, che si terrà a maggio a villa Fabris a Thiene.1. Photo by Gaspard Bruno

Susana, come nasce la tua passione per la creazione di gioielli?

Il mio percorso è certamente particolare perché, in precedenza, quando vivevo in Portogallo ho lavorato per dieci anni come insegnante di matematica. Quando mi sono trasferita a Bolzano, assieme a mio marito, che è di qui, ho deciso di trasformare quello che era il mio hobby in lavoro. Ovviamente ho fatto anche una formazione orafa: mentre insegnavo matematica, ho frequentato a Porto la scuola serale professionale “Engenho e Arte” e ho preso il diploma in oreficeria. Ormai sono 11 anni che vivo a Bolzano e che mi dedico esclusivamente a questo lavoro; ho abbandonato del tutto l’insegnamento, ma non la matematica…4. Reflect necklace _ Photo by Ivo Cruz

Com’è stato il tuo impatto con l’Alto Adige?

All’inizio non è stato facile, in particolare per le lingue: io non parlavo né l’italiano né il tedesco. La sfida maggiore, tuttavia, è stata forse di natura geografica perché in Portogallo vivevo al mare, a contatto con un paesaggio e una natura completamente diversa. Posso dire però, che essere un emigrante in Alto Adige non è poi così difficile, perché è un luogo dove convivono due culture e c’è un’attenzione particolare a tematiche come l’integrazione, la multiculturalità e il plurilinguismo.
Con il mio lavoro, in ogni caso, ho  spesso occasione di viaggiare. Ho, in particolare, un progetto che mi fa tornare spesso in Portogallo, oltre alla mia famiglia: ho fondato a Porto, con delle colleghe, una galleria del gioiello contemporaneo che si chiama “Collectiva”. Qui creiamo piccoli eventi, mostre con altri orafi e soprattutto vendiamo insieme i nostri gioielli; personalmente, con questo progetto ho modo di tenere vivo il mio legame con Porto, la mia città. 

Cosa ti piace di più nell’arte orafa? 

Quello che mi piace di più è sicuramente creare oggetti di piccole dimensioni. La possibilità di realizzare un oggetto concreto che è subito indossabile ed è frutto della mia creatività. Anche l’insegnamento della matematica era per me un’esperienza molto creativa, ma mi permetteva di trasmettere unicamente informazioni; invece con l’oreficeria ho la soddisfazione di creare un oggetto che rimarrà nel tempo e potrà comunicare qualcosa alle persone che lo indosseranno o lo riceveranno in dono. Questo è ciò che “vale” secondo me più di tutto, al di là del pregio del metallo in sé e per sé.

2.2 Cuts necklace _ Photo by Ivo Cruz.jpg

Vedo che usi materiali diversi, così come anche tecniche diverse e alcune collezioni sono più geometriche di altre… Cosa ti ispira maggiormente nelle tue creazioni?

Credo che tra le linee di gioielli che mi rappresentino di più e che maggiormente mi affascinano ci siano quelle legate a dei concetti matematici. Anche se apparentemente propongo una visione concettuale molto semplice in cui la matematica si mostra a livello visuale nella geometria e linearità delle forme, è vero anche che nelle mie creazioni si cela sempre un concetto matematico, più o meno complesso. Per esempio la mia ultima collezione “Cuts”, che uscirà a breve, si ispira a delle logiche di giustapposizione di singoli frammenti: elementi con cui riesco a comporre una superficie bidimensionale. Questo concetto in matematica ha delle forme geometriche con determinate proporzioni numeriche e dei conti specifici alla base. Quindi l’ispirazione matematica c’è, anche se non tutti la colgono al primo sguardo; quando ne ho l’occasione cerco sempre di spiegare ai clienti cosa stia dietro ai miei gioielli, quale sia la ma idea creativa.

La geometria ritorna anche nelle collezioni Transfer, Centric e Reflect, mi pare…

Esattamente. “Transfer” si ispira al movimento di transazione di un cerchio, per esempio e qui giocano i concetti di simmetria, riflessione… Poi è vero anche che ho alcune linee più organiche, ispirate alla natura con elementi floreali.  Mi piace mescolare tutto, non limitarmi nella sperimentazione. Le collezioni organiche sono molto diverse anche perché mi permettono di usare tecniche differenti, in particolare la modellazione della cera. Oltre a questa tecnica, nei miei gioielli uso anche tecniche più attuali, come il taglio laser e la modellazione tridimensionale e altre tecniche più antiche, come la filigrana, che ho imparato in Portogallo. 
La filigrana è una tecnica tradizionale che mi piace molto; io preferisco usarla per creare degli oggetti contemporanei, come nella collezione “Centric”, dove abbino la filigrana alla lavorazione 3D, mettendo a confronto una tecnica antica e una moderna, una lavorazione più artigianale e una realizzata con il supporto tecnologico, anche se, ovviamente, alla base c’è il disegno fatto a mano. Io schizzo sempre a mano le miei idee, quando creo un gioiello. A volte faccio direttamente degli esperimenti con dei prototipi, sia in carta che in metallo. 5. Transfer bracelet _ Photo by Ivo Cruz

Vedo che usi anche il bicolore, quali materiali prediligi?

Di solito uso l’argento e l’argento placcato in oro, per creare il bicolore che mi piace molto e poi realizzo gioielli in oro solo su ordinazione. I fiori della collezione “Poppy” hanno una colorazione realizzata con pigmenti e resina; qui uso una tecnica che ho imparato a Firenze in un corso di colorazione del metallo, nella scuola di oreficeria “Alchimia”, dove mi sono formata in diverse altre tecniche. Uso anche alcune pietre che mi piacciono molto, come gli zirconi e i lapislazzuli, ma preferisco tendenzialmente impiegarle in modo discreto e minimale, in modo che si possano quasi confondere con la forma del metallo. Nella collezione “Reflect” per esempio, ho realizzato dei cilindri che nella parte terminale incastonano due pietre che quasi non si riconoscono, sembrano resina, piuttosto; in questo caso ho usato onice nero, corniola e madreperla.3. Centric earrings _ Photo by Ivo Cruz

Oltre alla nuova collezione e a Collectiva hai altri progetti o aspirazioni in cantiere?

Per i prossimi anni mi piacerebbe moltissimo lavorare di nuovo con marchi di lusso come ho già fatto in passato con il marchio portoghese Viana Blue. Un brand che ha sviluppato collezioni di filigrana contemporanea e per cui ho disegnato una collezione, creando dei prototipi e occupandomi quindi del design del gioiello, ma non della sua realizzazione. La collezione creata per Viana Blue si chiama “Golden Rectagle”. Ho realizzato un gioiello che riprende, di fatto, il disegno della costruzione del rettangolo d’oro – considerato per secoli come il paradigma della bellezza – e che andava realizzato, in tal caso, esclusivamente in oro. Anche in questo progetto, palesemente, ritorna la matematica…

Che cosa porti con te dal Portogallo?

Il mare sicuramente, ma solo nel pensiero… e poi la formazione scientifica, con il mio particolare osservatorio sulle cose e sul mondo.

 

Foto 1, 6 Gaspard Bruno; 2, 3, 4, 5 Ivo Cruz

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