Gazing of Tranquillity: la scultura gardenese arriva in Cina

Qualcuno ha scritto che scolpire è come catturare l’energia di un istante di vita – che altrimenti fuggirebbe via –  per domarlo in qualche modo, contemplarlo e nutrirsene. Lo scultore avrebbe quindi il dono di arrestare il tempo, agendo su materia e luce. 

Per sua intrinseca natura, la scultura è un’arte che si offre alla vista, disvelandosi liberamente poiché può essere osservata da un’infinità di punti di vista, diversamente da altre forme d’arte, come per esempio la pittura. La scultura vibra con lo sguardo di chi la osserva, esprimendo sé stessa silenziosamente, in tranquillità, aprendo varchi di senso e visioni inaspettate, quasi che il silenzio che la avvolge – per citare la poetessa Chandra Livia Candiani – possa essere “cosa viva”.

Gazing of Tranquillity – che si potrebbe tradurre indicativamente Contemplando la tranquillità - è il titolo evocativo di una bella mostra, che ha inaugurato al Zhejiang Art Museum di Hangzhou (dal 7 gennaio al 20 febbraio), curata dal direttore del museo Ying Jinfei e che diventerà presto itinerante, spostandosi nel corso di un anno, in altri due musei pubblici cinesi.

La mostra vede la presenza di otto scultori italiani, sette dei quali - Aron Demetz, Gehard Demetz, Peter Demetz, Walter Moroder, Herman Josef Runggaldier, Willy Verginer, Bruno Walpoth - attivi in Val Gardena, la cui materia preferenziale e quasi esclusiva è il legno. A loro si aggiunge uno scultore in marmo: Massimiliano Pelletti.

Fa piacere che l’arte di questi importanti scultori altoatesini si faccia ammirare in Cina, rivelando l’eccezionalità del loro lavoro e la ricchezza di un’antica tradizione culturale, quella della scultura lignea della Val Gardena, che ha saputo evolversi nei secoli, attraverso il talento di artisti di grande levatura, traendo sempre “nuova linfa” dalla materia legno. La mostra comprende 42 sculture che mettono al centro la figura umana e che evidenziano gli stili differenti dei singoli artisti.