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March 15, 2022

DAMA studio – Un abito è per sempre

Maria Quinz

Un gruppo di ragazze giovanissime in abiti morbidi e fluttuanti, scultorei ed eterei, bianchi e neri. Un prato e alberi ombrosi che fanno da fondale. Le belles filles en fleurs ridono, chiacchierano, danzano come novelle muse sotto il sole; si adagiano attorno a fresche tovaglie in lino per una merenda sull’erba, tra mele di montagna e calici di champagne. 
Queste sono le atmosfere che la stilista bolzanina Dagmar Gruber ha voluto ricreare in un bel servizio fotografico che presenta la prima collezione del suo giovanissimo atelier di moda.Il progetto di Dagmar si chiama DAMA studio e nasce nel 2020 a Bolzano.
Dagmar ha alle spalle numerose esperienze di vita e formazione all’estero: studi di fashion design a Monaco e in Cina, successivi specializzazioni e attività lavorative a Vienna, Bratislava, Londra, New York. 
La designer ha scelto tuttavia di lanciare il suo brand partendo proprio da Bolzano, la sua città, “tessendo” uno stretto e proficuo legame con la terra d’origine.

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Dagmar, come nasce il progetto DAMA studio? 

Il progetto è nato nel 2020, a seguito del mio rientro a Bolzano da New York, ai tempi della prima pandemia; erano momenti di totale incertezza, pensavo che a cose finite sarei ritornata in America. Invece sono rimasta non sapendo bene cosa fare e ho cominciato, come tanti, a realizzare delle mascherine di seta che ho poi venduto su Instagram con buoni risultati. Mi sono stufata presto delle mascherine e ho creato finalmente il mio primo pezzo per DAMA studio: Ella Top, un top estivo realizzato con tovaglie antiche recuperate nel vecchio hotel di mia nonna, dove ho riciclato diversi tessuti di provenienza locale.
Il progetto DAMA studio è nato un po’ così, quasi per caso, con la spinta della pandemia, senza troppa progettualità iniziale… Ho lavorato poi come assistente di Sylvia Pichler, da Zilla, dove sono rimasta per circa un anno e mezzo. Da lei ho ricevuto molti buoni consigli per avviare la mia attività in proprio. Da dicembre ho deciso di lasciare il lavoro da Zilla per dedicarmi full time a DAMA studio.

 Dove crei le tue collezioni?

Sono solo all’inizio del progetto DAMA studio… e quindi al momento lavoro nel mio appartamento-atelier. La prima parte della casa comprende due stanze piuttosto ampie e comode ed è qui che lavoro assieme a Delia, la mia sarta. Ci aiuta anche una ragazza che studia moda a Trento. Adesso stiamo lavorando insieme alla collezione Primavera/Estate 2023.

DAMA-STUDIO-stefaniazanetti-43Come avviene la vendita dei capi?

I capi della collezione attuale, che si possono visionare sul sito, li realizziamo tutti a mano su ordinazione. Possono essere richiesti tramite l’e-shop, il profilo Instagram o altri canali sul territorio; per esempio, alcuni dei miei pezzi li espone Oberrauch Zitt nei suoi negozi.
Non abbiamo abiti in stock per ora. Con la prossima collezione vorrei presentare i capi di DAMA studio nelle fiere di Milano e Parigi, producendoli per l’occasione e realizzando anche alcuni pezzi extra per il mio shop-online e l’atelier.

I tuoi capi si distinguono per un’attenzione particolare ai materiali…

Proprio così. I tessuti sono selezionati con estrema cura e tengo moltissimo alla sostenibilità.
Cerco di rifornirmi in Alto Adige per quanto riguarda i materiali e anche la lavorazione dei capi è in tutto e per tutto locale: la mia sarta lavora con me in atelier, mente altre due collaboratrici si trovano a loro volta sul territorio. Per me è importante che non ci siano troppi passaggi per arrivare al pezzo finito e al cliente.
Un altro aspetto che mi interessa molto è la valorizzazione del patrimonio tessile locale, per questo ho svolto anche un lavoro di ricerca sui tessuti tradizionali altoatesini che vorrei impiegare per la mia prossima collezione Autunno/Inverno – penso in particolare alle stoffe della tessitura Moessmer di Brunico. Per quanto riguarda l’estate, invece, è più difficile trovare tessuti fini e leggeri di produzione locale. Gli altri materiali li ricerco quindi in eventi di settore, come ad esempio, la fiera del tessile di Parigi; in ogni caso scelgo soltanto tessuti Made in Italy perché, come dicevo prima, per me è fondamentale che ogni passaggio produttivo sia il più possibile sostenibile. 

DAMA-STUDIO-stefaniazanetti-8Qual’è il concept alla base dello stile DAMA studio?

Lo stile DAMA studio si ispira a una donna moderna e dinamica, che desidera indossare outfit ready to wear, comodi e versatili. Una donna che predilige capi minimalisti, effortless e al tempo stesso, timeless: abiti piacevoli da indossare, dalle forme attuali, ma essenziali, che vanno aldilà della moda del momento, grazie anche alla qualità materiale e sartoriale. Sono capi creati per durare nel tempo, pensati per combinarsi tra loro stagione dopo stagione, collezione dopo collezione, andando a creare “l’universo” riconoscibile di DAMA studio.

Dagmar, hai viaggiato molto, formandoti all’estero… Cosa porti con te di questi luoghi?

Sicuramente molto: sia consapevolmente che inconsciamente. Ho ricevuto tanti stimoli e spunti creativi ovunque io sia stata. Il nome DAMA studio, per esempio, arriva dalla Cina ed nato, si può dire, già sette anni fa. A scuola, per un anno, mi hanno chiamato “Dama”, attribuendomi due corrispettivi caratteri cinesi, perché per loro il mio nome Dagmar era impronunciabile. Mi piaceva il fatto che per un periodo io sia stata chiamata e conosciuta così, anche se non era propriamente il mio nome.
Inoltre anche nello stile un po’ minimale e nella scelta dei tessuti, c’è certamente un richiamo alla cultura asiatica; nella nuova collezione, per esempio, ho in lavorazione un capo che ricorda il kimono, così come una giacca con volumi ampi di ispirazione tradizionale cinese.
Anche dagli altri luoghi ho sicuramente assorbito qualcosa, in termini di vibes e ispirazioni: lo ritengo un valore aggiunto del mio percorso creativo. Spero e credo che molti altri influssi verranno fuori via via nei nuovi progetti.

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Invece com’è il tuo legame con il territorio altoatesino?

In passato ho sempre sentito che prima o poi sarei tornata qui per riavvicinarmi alla famiglia.
Poi mi piace il contatto con la natura, la possibilità di andare in montagna e la qualità della vita che c’è in Alto Adige. Pensavo di fare esperienza ancora un po’ altrove, ma il Covid ha accorciato i tempi del mio rientro, inaspettatamente…
Adesso sono contenta di essere a Bolzano. Forse è anche più facile per me muovere i primi passi dalla mia realtà d’origine, dove ho già contatti e amicizie e il mio appartamento dove posso lavorare. Certamente mi mancano gli stimoli della grande città, ma qui ci guadagno dell’altro: sono più in sintonia con me stessa e più concentrata e non è poco.

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Dagmar, hai particolari progetti in cantiere?

Sì, a breve inizierò a realizzare dei capi per una dance performace della coreografa Veronika Riz, che verrà presentata a maggio per la prima volta. Avevo già creato i costumi per il suo spettacolo precedente “Trequanda”. Creare abiti per la danza è un lavoro completamente diverso rispetto al fare moda. Bisogna considerare altri aspetti “funzionali” otre che estetici, per esempio, i tessuti devono essere elastici, le forme devono consentire i movimenti del corpo e la loro piena valorizzazione. La passata esperienza con Veronica Riz è stata molto bella, divertente e ricca di stimoli a livello creativo e culturale: sono felicissima di portarla avanti nel presente, con un nuovo progetto e un nuovo spettacolo.DAMAM studio (c) giacomo corvaia

Immagini: (1, 3, 4, 5) Stefania Zanetti, (2) Bastian Ramoser, (6) Giacomo Corvaia

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