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March 3, 2022

HABITAT 01: una stanza per riflettere, osservare, praticare

Maria Quinz

Può il museo proporsi come nuovo “habitat” naturale per l’essere umano, inteso come ambiente in cui si svolge la vita, si definiscono le identità, si intrecciano le relazioni tra gli esseri viventi e le cose, con un suo specifico ruolo nella società contemporanea?

Intorno a questa domanda riflette il progetto HABITAT - Reflections on ways of inhabiting museum spaces, organizzato dalla Fondazione Antonio Dalle Nogarein collaborazione con noi di franzLAB: una serie di conversazioni online guidate da Emanuele Quinz con Emanuele Coccia (8 marzo), Domitilla Dardi (15 marzo) e FormaFantasma (22 marzo). 

I tre diversi appuntamenti avranno luogo in formato digitale, rimanendo accessibili anche in seguito attraverso i canali della Fondazione Dalle Nogare. Aspetto fondante di HABITAT – e che sancisce, a sua volta, un “diverso modo” di vivere gli ambienti museali – sarà la possibilità di fruire dei dialoghi online in presenza, negli spazi di Fondazione Antonio Dalle Nogare. In un ambiente creato ad hoc da Arts and Crafs verrà allestito un “habitat” casalingo e accogliente e i temi trattati nelle tre conferenze potranno essere approfonditi attraverso una serie di oggetti, come libri, opere e immagini. Inoltre tali spazi potranno essere abitati “sentiti e vissuti” dai visitatori attraverso una serie di attività normalmente concepite come “domestiche”, da esperire invece nello spazio museale, prima o dopo lo svolgimento delle conversazioni online

UNA STANZA PER RIFLETTERE

Prendendo spunto da queste riflessioni, il museo come HABITAT può essere raccontato e vissuto come un luogo “domestico”, articolato in una serie di stanze e ambienti in cui il percorso esplorativo dell’opera d’arte arriva ad apparentarsi ad azioni del quotidiano – come quella del praticare yoga, vedere un film e fare una merenda – esperienze in cui mente e corpo trovano occasione di nutrimento e arricchimento della propria sfera esperienziale e conoscitiva. Per approfondire questi temi, abbiamo coinvolto alcun* altr* espert* dell’universo museale e dell’abitare, cercando di immaginare questo spazio virtuale – le pagine di franzmagazine – come fossero anch’esse un habitat in cui immergersi e in cui sperimentare pensieri e attività. 

Preparandoci al primo appuntamento in Fondazione – l’8 marzo 2022 alle ore 19 – che si aprirà con il dialogo tra Emanuele Quinz ed Emanuele Coccia e che si chiuderà con una speciale sessione di yoga guidata da Stefanie Dariz, abbiamo provato a creare una nostra stanza per riflettere, osservare, praticare. E l’abbiamo fatto coinvolgendo Marcella Pralormo, ex direttrice della Pinacoteca Agnelli e Valentina Guidi Ottobri, curatrice di design e ideatrice del progetto VGO Associates.  

marcella pralormoUna stanza per osservare
Con Marcella Pralomo 

Marcella quanto è importante oggi nella progettazione degli eventi espositivi, l’aspetto esperienziale in vista della fruizione delle opere d’arte e degli spazi museali, da parte dei visitatori?

Ogni mostra è un racconto e per me funziona se riesce a parlare con pubblici diversi. Esperire una mostra vuol dire tante cose e soprattutto guardare. È dallo sguardo che si arriva a un pensiero nuovo, quel momento in cui ti rendi conto che ciò che hai visto ti parla e ti fa capire e mettere insieme cose viste, lette e pensate in precedenza. 

Una mostra è una esperienza dello sguardo prima di tutto. 

E per facilitare lo sguardo l’allestimento deve essere in secondo piano rispetto all’opera, deve accompagnarla con sobrietà: è un equilibrio delicato che, se raggiunto, è una gioia per gli occhi. Dallo sguardo possono svilupparsi altre esperienze, ma bisogna partire dagli occhi. 

Lo yoga è una disciplina che mette in equilibrio corpo e mente, con l’obiettivo di raggiungere uno stato di benessere: a tuo avviso, un museo può rappresentare, a sua volta, un luogo di benessere per chi lo “abita” e lo visita?

Sono convinta che il museo sia un luogo di benessere per lo spirito. Le neuroscienze lo hanno dimostrato e ci sono molte esperienze in Italia e all’estero che lo dimostrano. Sto organizzando per ICOM Piemonte e Valle D’Aosta una tavola rotonda su questo tema per costruire insieme i musei del futuro come luoghi di benessere, per ripensare ai musei in modo che diventino strumento necessario per prevenire oltre che per curare malattie e malesseri. 

La pandemia mi ha insegnato che l’arte, sia la sua fruizione, che il fare arte, sono davvero una cura. Per me è stato così. Seguire le meditazioni sulle opere d’arte del Rubin Miseum di New York, dipingere guardando alle opere su Instagram dei musei di tutto il mondo e agli artisti contemporanei è stato lenitivo. E mi ha portato a ideare azioni creative per aiutare le persone: Antidoto Creativoe’ una serie di azioni con cui sollecitavo le persone e la loro creatività. Tutti gli Alberia Torino è una pagina facebook in cui invitavo le persone a dipingere gli alberi che vedevano dalla loro finestra e vicino a casa.

vgo by carta carboneUna stanza per meditare
Con Valentina Guidi Ottobri  

Valentina, quanto è importante, secondo te, che la fruizione e la creazione artistica avvengano in forma di esperienza immersiva, in un “habitat”ad hoc – in luoghi deputati e non?

L’arte così come il design sono sistemi binari, ovvero prevedono di essere fruiti. Per questo quando si racconta una o più opere attraverso una mostra è necessario vedere nello spazio espositivo ben più di un contenitore. Lo spazio deve trasformarsi in un percorso che conduce lo spettatore alla scoperta del significato che sta dietro all’opera. 

Nella nostra rappresentazione dell’invisibile noi concretizziamo in un luogo e in degli “oggetti” qualcosa di intangibile come un’idea. In particolare, Fondazione Antonio Dalle Nogare ospita opere di tipo “concettuale” a cui deliberatamente si lascia il proprio spazio di espressione autonoma in un contesto che non tenta di arricchire ma di sintetizzare al massimo il messaggio che abbiamo deciso di portare.

Dunque per me è molto importante capire bene il luogo dove si va a costruire una mostra, che sia deputato oppure no. La cosa importante è capirlo e ascoltarlo. Ascoltare lo spazio significa sentire la sua energia espressiva utilizzando tutti i nostri sensi. Solo così scopriremo come il tema che abbiamo deciso di affrontare potrà essere compreso ed esaltato. Nel mio lavoro tendo sempre a lavorare su più livelli di discernimento, proprio attraverso gli elementi che è lo spazio a fornirmi. Non si può lavorare su un racconto prescindendo dal libro su cui si va a scrivere. 

Lo spazio è un segno in grado di ricondurci al significato.

La meditazione come percorso di conoscenza e di osservazione profonda del sé: quanto conta, nel tuo lavoro di promozione artistica, con VGO Associates, la dimensione della spiritualità?

- VGO Associates è un progetto che nasce nel Maggio 2020, in piena Era Covid nel mio giardino a Grasse. Una galleria “en plein air” specializzata in design di interni. Votata all’arte e alla spiritualità. Il mio obiettivo con questo progetto è scoprire nuove modalità di interazione con gli oggetti e gli spazi che popolano il nostro quotidiano.

In un mondo che ha tutto, dove cose e parole si accumulano, la galleria propone una nuova forma di Animismo per dare vita ad oggetti spirituali e sviluppare nuovi spazi per l’anima in un processo che apporta una rilevanza antropologica nel rielaborare feticci e credenze, rendendoli globali e condivisibili. La nostra casa è come una conchiglia. È in questo guscio che noi ci ritiriamo. 

La questione è: come vivere al meglio questo luogo? Quali sono le modalità di interazione tra noi e gli oggetti che ci circondano? 

In questo contesto gli oggetti di VGO Associates sono sculture funzionali che diventano simboli di un teatro metafisico in cui ritualità e poesia sono le nuove chiavi di interazione. L’obiettivo è spostare il punto di vista da esteriore ad interiore, riconnettendoci con la nostra vera natura, le nostre sensazioni, le nostre visioni, i nostri veri obiettivi. In questo pensiero tutte le attività olistiche che ci aiutano a guardarci dentro o a scoprire noi stessi in modo più profondo, come la meditazione, la numerologia ecc.. sono favorite. Tali pratiche ci offrono delle nuove chiavi di accesso per scoprire come capire meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.

VGO Associates è una comunità di persone, idee e credenze. Pensiamo che in aggiunta alle tecniche ed ai materiali, che cosa denoti la qualità di un progetto è la visione e lo scambio culturale che ci stimola e ci arricchisce.

Gli associati sono liberi pensatori, designers, artisti, grandi maestri artigiani, aziende illuminate, ma anche medium e professionisti di varie discipline olistiche che contribuiscono a definire le basi per ogni progetto. La galleria favorisce nuove pratiche collaborative con un programma di 4 Residenze all’anno che celebrano le stagioni e riuniscono creativi e luminari di differenti settori, nazionalità e culture. Ogni invitato arriva con uno workshop da condividere con il resto del gruppo. Per ogni residenza vengono selezionati 8 partecipanti in base alla loro proposta.

Foto: Marcella Pralormo by Andrea Guermani, Valentina Guidi Ottobri by Carta Carbone

 

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