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February 28, 2022

Fondazione Antonio Dalle Nogare + franzLAB presentano HABITAT – Reflections on ways
of inhabiting museum spaces

Maria Quinz

“I musei devono raccontare le storie del quotidiano in cui ognuno di noi può riconoscersi e devono avere una dimensione intima e accogliente”. 

Da Il museo dell’innocenza di Orhan Pamuk

I musei di oggi: siamo sicuri di conoscerli? E come si stanno trasformando con il mutare del mondo della cultura e della società, ma anche in rapporto alle trasformazioni dell’abitare e del vivere gli spazi della contemporaneità? Se i musei sono sempre stati luoghi di ispirazione – oltre che sede di patrimoni storico-culturali – per la creatività umana e per la produzione artistica a venire, non stanno forse a loro volta traendo nuovo “humus”, con rinnovate forme di vitalità ed energia da “altri mondi” più o meno limitrofi? 

Mondi intesi, non tanto come forme dell’arte e del sapere di nuova generazione, ma piuttosto come realtà tenute finora al di fuori del contesto museale – come, per esempio, la dimensione del quotidiano? 

Può il museo proporsi, quindi, come nuovo “HABITAT” naturale per l’essere umano, “fatto non per essere visitato, ma per essere sentito e vissuto”, per usare le parole del grande scrittore turco Orhan Pamuk, determinandosi come un vero e proprio spazio di vita con un suo specifico ruolo nella società contemporanea?

Queste sono alcune delle questioni su cui si propone di riflettere il progetto HABITAT - Reflections on ways of inhabiting museum spaces, organizzato a Bolzano da Fondazione Antonio Dalle Nogaredal 10 al 24 marzo 2022, nell’ambito di Fondazione Live e che presenterà tre dialoghi con importanti esperti sul tema dell’abitare, in collaborazione con noi di franzLAB.emanuele quinz

Gli incontri saranno guidati dallo storico dell’arte e del design Emanuele Quinz, originario di Bolzano, professore associato all’Università di Parigi 8, e all’EnsadLab, Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs, autore e curatore di numerose pubblicazioni. La sua ricerca esplora da anni le convergenze tra differenti discipline nelle pratiche artistiche contemporanee: dalle arti visive alla musica, dalla danza al design.  

Nell’ambito dell’evento HABITAT, Quinz dialogherà con tre ospiti d’eccezione, Emanuele Coccia, Domitilla Dardi, FormaFantasma (Andrea Trimarchi Simone Farresin), in tre diversi appuntamenti e che avranno luogo in formato digitale, rimanendo accessibili anche in seguito attraverso i canali della Fondazione Dalle Nogare.

Aspetto fondante del progetto HABITAT – e che sancisce, a sua volta, un “diverso modo” di vivere gli ambienti museali – sarà la possibilità di fruire dei dialoghi online in presenza, negli spazi della Fondazione Antonio Dalle Nogare. In un ambiente creato ad hoc verrà allestito da Petra Tarantello dello shop bolzanino Arts and Crafts, un “HABITAT” domestico e accogliente e i temi trattati nelle tre conferenze potranno essere approfonditi attraverso libri e riviste. Inoltre tali spazi potranno essere abitati “sentiti e vissuti” dai visitatori attraverso una serie di attività normalmente concepite come “domestiche”, da esperire invece nello spazio museale, prima o dopo lo svolgimento delle conversazioni online.emanuele coccia

Il primo appuntamento è per l’8 marzo 2022: Emanuele Quinz dialogherà con Emanuele Coccia, filosofo, professore presso l’École des hautes études en sciences sociales a Parigi. Autore dei libri “La vita delle piante”, “Filosofia della casa”. Dopo la conversazione, si svolgerà una lezione di yoga tenuta da Stefanie Dariz, in una delle sale della Fondazione.

Domitilla Dardi

Nel secondo appuntamento, il 15 marzo 2022, la conversazione vedrà come ospite Domitilla Dardi, storica e curatrice di design. Dal 2010 è curatore per il design del MAXXI-Architettura di Roma. È docente nei triennali e nei Master allo IED di Roma. Dopo la conversazione, si svolgerà la proiezione di un film.

ReneedeGroot_StudioFormafantasma_PressIl 22 marzo 2022 si svolgerà infine la conversazione tra Quinz e i FormaFantasma (Andrea Trimarchi e Simone Farresin), studio di design che indaga le forze ecologiche, storiche, politiche e sociali che modellano la disciplina del design oggi. Dopo la conversazione, si svolgerà una merenda.

Scopriamo qualcosa in più su HABITAT e le sue finalità, nelle parole di Emanuele Quinz.

Emanuele, come nasce il progetto HABITAT? 

Il progetto Habitat è pensato come una riflessione sulla nozione di habitat, nel senso di abitazione, ma anche di ambiente, inteso come il contesto nel quale si svolge la vita, si intrecciano le relazioni tra gli esseri viventi e le cose, si fondano le identità e si costruisce il sociale. All’habitat é contrapposto il museo, come spazio dell’arte, della riflessione, della collezione, della sperimentazione o dell’educazione. L’obiettivo delle tre conversazioni é di esplorare non tanto le divergenze tra questi due spazi ma al contrario le convergenze: quando e come il museo può diventare habitat, e quando e come l’habitat può diventare museo?

Come sono stati scelti i tre ospiti che parteciperanno all’evento?

Emanuele Coccia è uno dei filosofi che più stanno marcando l’epoca contemporanea: il suo approccio, che tocca i punti sensibili della nostra società in mutazione, ci permette di riconsiderare la tensione tra natura e cultura. Nel suo ultimo libro, La filosofia della casa ha elaborato una teoria potente e visionaria dell’abitare. Consulente per diversi musei e istituzioni pubbliche e private, da anni attribuisce al museo un ruolo importante non solo nella società attuale ma anche nella costruzione di quella futura. Storica di formazione, nella sua esperienza di curatrice di arte, design e architettura, Domitilla Dardi non ha smesso di sperimentare nuovi modi di pensare l’esposizione e il museo, come un luogo di condivisione e di ricerca. Recentemente ha coordinato, insieme a Bartolomeo Pietromarchi, l’apertura al pubblico della casa dell’artista Giacomo Balla a Roma, interrogandosi sui rapporti tra spazio privato e spazio pubblico, tra collezione e esposizione. Infine, il duo Formafantasma, composto da Andrea Trimarchi Simone Farresin, si é imposto negli ultimi anni come uno degli studi di design più innovativi. Sovrapponendo l’attività di progettazione e di scenografia alla curatela e alla ricerca, in particolare con il progetto CAMBIO, esposizione itinerante sul legno e la sua industria (attualmente al Museum für Gestaltung di Zurigo) hanno proposto dei nuovi modelli per pensare lo spazio museale, come un laboratorio di conoscenze ma anche di esperienze.

Tre testimonianze e punti di vista molto diversi, ma complementari, che ci aiuteranno a aprire delle piste di riflessione – per capire come possiamo sentirci a casa in un museo.

 

Immagini: (1) immagine HABITAT by Studio Mut; (2) Emanuele Quinz by Luca Meneghel; (3) Emanuele Coccia; (4) Domitilla Dardi by Serena Eller; (5) Formafantasma by Renee de Groot

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