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February 18, 2022

Talismani di luce: intervista alla creatrice
di gioielli Annika de Haen

Maria Quinz

Fiori, grappoli, gocce, pigne, olive, pinoli, lenticchie… ma anche tondi, ovali, punti, cerchi, ellissi… 

Sono solo alcuni dei nomi poetici, ispirati alla magia della natura, da una parte, e alle forme essenziali nella loro purezza originaria, dall’altra, scelti da Annika de Haen per i suoi gioielli: piccole e delicate creazioni in oro, ma anche corallo, perle e pietre come ematite, agata, labradorite, onice, che realizza nella sua bottega di Bolzano. Se passate per Via dei Vanga, all’altezza del numero 53, la scorgerete accanto al suo ordinato banco orafo, intenta a forgiare piccoli “oggetti di luce” sempre unici, espressamente creati per i suoi clienti, ognuno diverso dall’altro, ognuno lavorato con talento, passione e cura. 

Originaria di Göttingen, dopo diverse esperienze di vita e di formazione in numerose realtà, da Monaco e Berlino, a Roma, Napoli e il Cilento, Annika ha scelto Bolzano come sede ideale per vivere e realizzare il suo sogno di aprire un laboratorio orafo tutto suo. 

Di questo e altro, ho il piacere di parlare con lei, sulle pagine di franzmagazine._DSC8755

Annika, come è nata la tua passione per l’arte orafa?

Credo che tutto sia cominciato quando ero bambina. Mi piaceva sedermi da sola a realizzare piccoli oggetti di varia natura, non propriamente gioielli, ma piccole cose che prendevano forma tra le mie mani: era qualcosa che mi rendeva felice. Quando avevo più o meno dieci anni ho ricevuto degli attrezzi da dentista e vari materiali che venivano usati per realizzare i calchi. Avevo un banchetto di lavoro tutto mio che non era poi così dissimile da quello che possiedo oggi per creare i miei gioielli. In seguito, all’università, durante i miei studi in pedagogia a Monaco di Baviera ho scelto tra le varie materie di studio anche educazione artistica: ho frequentato in quell’occasione il mio primo laboratorio di oreficeria ed è lì che è nata la mia passione per l’arte orafa. 

Come ti sei formata in questo mestiere?

Sono stata in dubbio se lasciare l’università e concentrarmi subito sull’oreficeria ma poi, alla fine, ho deciso di finire gli studi e dedicarmi a questa attività a tempo perso, durante le vacanze universitarie e nel tempo libero. Ho studiato in una scuola orafa di Napoli per tre anni, dopo l’università e seguito diversi altri corsi a Roma, dove vivevano i miei genitori e dove anche io ho frequentato gli ultimi due anni di superiori alla scuola tedesca. Ho comprato quindi un po’ di attrezzi del mestiere per lavorare da casa e ho iniziato a creare da lì. Tra i vari corsi che ho frequentato, particolarmente importante è stata l’esperienza di stage, sempre a Roma, al laboratorio di un’orafa che realizzava gioielli ispirati alle creazioni etrusche che sapeva imitare alla perfezione con rara maestria. Ho imparato moltissimo da lei: a lavorare con poco oro, prima di tutto e a realizzarne subito un oggetto, scoprendo e sperimentando nuove tecniche di lavorazione, alcune antichissime, oltre a formarmi nel gusto e nello stile.

combinazione corallo 2

Annika, cosa caratterizza il tuo stile?

Per me è importante che il gioiello non sia troppo lucido, impersonale, ma che mostri la manualità di chi lo ha realizzato; deve essere a suo modo unico, con un’anima. Proprio durante l’esperienza di stage a Roma ho cominciato a capire che mi piaceva l’oro quando è molto sottile, non eccessivamente smagliante ma naturale, con le tracce della lavorazione visibili e molto leggero, come lo lavoravano gli antichi etruschi. In precedenza, quando frequentavo l’università usavo soprattutto l’argento, che ora non utilizzo più; mi piaceva trasformare il metallo così spigoloso in oggetti tondeggianti, non propriamente in gioielli, ma piuttosto in piccoli “talismani” da custodire: degli oggetti che nascevano per essere portati con sé, non per essere mostrati. Questo aspetto mi è sempre piaciuto e impronta, ancora oggi, lo stile dei miei gioielli.

Alcuni tuoi gioielli hanno nomi ripresi dalla natura… Dove trai maggiormente ispirazione? 

A volte parto dalla forma pura per creare – per esempio – degli anelli o dei ciondoli, a cui poi in un secondo momento associo un’idea, altre volte, osservo ciò che mi circonda. Sicuramente mi sono d’ispirazione le superfici e le forme della natura, come quelle delle foglie, della corteccia, di frutti, semi e bacche… È vero che in particolare tra i miei orecchini ci sono tanti riferimenti alla natura! Anni fa realizzavo una melagrana con il corallo antico che vorrei rifare; ho anche in mente di creare una melanzana perché ho delle perle nere, con delle sfumature blu molto belle. Come in questo caso, mi capita spesso di vedere del materiale che mi attiva nuove idee, magari una perla o un corallo che somiglia a qualcosa e che mi ispira a sperimentare altre forme. 

Poi sfoglio molti libri: soprattutto nei miei primi anni di pratica ho raccolto diversi manuali sui gioielli antichi ed etnici e anche sulle tecniche di lavorazione, come la granulazione, che mi ha sempre affascinato molto. IMG_3523

Abbiamo detto di Roma… cosa porti invece con te delle tue radici nordiche?

Indubbiamente c’è in me una miscela di Nord e Sud, dove alla passione per l’antico che viene dall’Italia si unisce il gusto per lo stile nordico-moderno che mi arriva dalla Germania e dai miei molti viaggi in paesi del Nord Europa e che trova espressione, probabilmente, nella mia costante ricerca dell’essenzialità degli elementi stilistici e nella riduzione al minimo delle forme.

In passato ho viaggiato molto alla ricerca di idee, visitando laboratori di artisti e creativi, non solo orafi. I loro spazi vissuti sono una grande fonte di ispirazione; è bello vedere i materiali, gli strumenti del mestiere e cogliere il disordine creativo di queste persone. Da me è tutto sempre piuttosto ordinato… proprio per questo mi piace vedere realtà diverse. Mi ispira tutto: colori, stoffe, arredi; tutto fa bene alla creatività!

Annika, c’è un oggetto/gioiello particolarmente significativo per te ?

Io possiedo pochissimi gioielli che uso di rado. Ce n’è uno molto semplice che indosso e che ha segnato un po’ l’inizio della linea che realizzo ancora adesso: una lenticchia in oro, con le misure originali, realizzata con un residuo di oro di una persona. I miei gioielli sono in generale discreti, poco vistosi; spesso le clienti mi dicono che non li tolgono più, che li lasciano sulla pelle, anche se nessuno li vede: sono oggetti molto personali che devono far bene a chi li indossa – quasi dei talismani, come dicevamo prima – anche se, naturalmente, costituiscono un ornamento, non devono per forza essere esibiti.

Oltre all’oro vedo che usi il corallo…

Sì è vero, non uso moltissimo le pietre, mentre ho una predilezione per il corallo.

Mi piace perché non è un materiale freddo; preferisco di gran lunga il corallo antico, magari già vissuto da altre persone, con una patina naturale e non lucida.  Finora mi sono rifornita a Napoli nelle botteghe di Borgo Orefici, un quartiere dove si trovano diversi laboratori interessanti. 

In uno di questi ho acquistato diversi rami antichi di corallo di Sciacca della Sicilia. Il corallo mi piace usarlo in tanti modi diversi, ne utilizzo in quantità, in particolare negli orecchini a grappolo, che sono carichi di tante piccole palline.

Annika De Haen 4Hai progetti particolari per il futuro?

In generale ho sempre voglia di imparare nuove tecniche di lavoro, frequentando magari altri corsi. Mi attraggono molto la filigrana e la granulazione che sono tecniche dell’oreficeria antica. E poi, quando comincia una nuova stagione, inizio a pensare a dei nuovi pezzi da realizzare. Ora sto lavorando a delle collane lunghissime e colorate di pietre dure, cosa insolita per me, perché sono molto più “visibili” rispetto agli altri miei gioielli. Ma ho voglia di fare qualcosa di un po’ più allegro di questi tempi!

Annika, come sei arrivata Bolzano? 

Vivo a Bolzano da cinque anni e sono molto felice di questa scelta. L’Alto Adige del resto è una regione bellissima! Da poco ho aperto qui il mio primo laboratorio e ne sono molto felice. Sono visibile su strada, anche se non espongo i gioielli ma ho un piccolo campionario da far vedere ai clienti e poi lavoro su ordinazione. In precedenza ho vissuto con mio marito a Napoli – di cui lui è originario – e poi nel Cilento, ma sentivo l’esigenza di avvicinarmi un po’ alle mie radici. Trovo che Bolzano sia una città vivibile, giovane, familiare; anche il clima è fantastico con tante giornate di sole e poca pioggia… Bolzano è perfetta per noi, anche perché a metà strada tra i nostri due mondi e le nostre culture. La città ideale che mi sarei inventata, se non fosse esistita!

Foto: (1, 2, 5) Martin Rattini; (3, 4) Carolina Rapillo

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