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January 24, 2022
Dalle cime ampezzane alla convivialità della tavola: “Gli Appuntiti” di Lucia Portesi
Claudia Gelati
Lucia Portesi, originaria della marche ma Bolognese d’adozione, lavora da anni per un’agenzia di comunicazione, ma quando la raggiungo al telefono è per chiederle di raccontarmi di come è riuscita a coniugare il suo amore per la montagna, in particolare Cortina d’Ampezzo, alla passione per la ceramica, materiale (ri)scoperto durante una vacanza in Provenza, quasi come in un’epifania. Mentre la ascolto parlare del suo neonato progetto, “Gli Appuntiti” una collezione di piatti per la tavola in ceramica decorati con le cime ampezzane più iconiche, con una voce calda di chi mette il cuore in ciò che fa, mi ritrovo a pensare che la vita fa proprio dei giri strani: passi gli anni a raccontare le storie e i progetti degli altri e poi, d’un tratto, il progetto da raccontare è il tuo. Forse è proprio questo il bello, no?
Lucia, raccontaci come nasce il tuo amore per la montagna.
Il mio amore per la montagna nasce attraverso una storia tanto particolare quanto semplice, in realtà. Io sono marchigiana, ma da molti anni vivo a Bologna dove mi occupo di comunicazione e pubbliche relazioni presso un’agenzia di comunicazione che dieci anni fa seguiva tutta la comunicazione del Consorzio Turistico di Cortina. All’epoca io ero molto giovane e ricoprivo il ruolo di account junior; mi affiancarono a questo progetto e comincia ad andare a Cortina per lavoro abbastanza spesso, seguendo le colleghe più grandi. Dunque la prima montagna alla quale mi sono approcciata in maniera più completa e consapevole è stata sicuramente Cortina d’Ampezzo. Poco a poco ho conosciuto la montagna in generale e Cortina in una serie di aspetti più autentici e inaspettati rispetto a quello che un occhio esterno può aspettarsi da una località come questa. Tramite il consorzio abbiamo avuto la fortuna di lavorare a progetti di valorizzazione delle specificità territoriali, che si discostano molto dall’allure glamour che Cortina manifesta da sempre. Abbiamo lavorato insieme agli artigiani locali, ad esempio, e mi sono trovata a scoprire una montagna che prima mi ha stupido e poi affascinato. E poi a Cortina sono nate anche delle vere e proprie amicizie che continuano ancora oggi, nonostante io non lavori più direttamente per questo territorio.
Il tuo amore per la montagna e per Cortina nello specifico nasce dunque attraverso il tuo lavoro. Se parliamo invece della ceramica, il materiale alla base della tua neonata serie di piatti “Gli Appuntiti”, cosa puoi raccontarci?
Se l’amore per Cortina è nato attraverso il lavoro, al contrario, il mio interesse per la ceramica è nato durante le vacanze, che di solito spendo nel Sud della Francia. Quattro o cinque anni fa, sono capitata a Forcalquier, una piccola località della Provenza particolarmente votata alla ceramica; qui c’è tutta una via piena di laboratori artigianali e anche un museo ad essa dedicato, che non solo racconta la tradizione locale di questo materiale, ma offre anche interessanti innesti con un artisti che lavorano la ceramica in maniera più contemporanea. La ceramica è qualcosa che tutti sicuramente riconosciamo nel nostro quotidiano, ma vissuta in questo particolare contesto ha messo in moto qualcosa in me, tanto che una volta tornata a Bologna mi è venuto voglia di iniziare qualcosa in questo senso. Una ragazza che conoscevo, lasciava il suo piccolo laboratorio e così sono subentrata io e tre anni fa ho iniziato a lavorare la ceramica.
L’interesse per questo materiale si incontra quindi con il tuo amore per la montagna e Cortina. Qual’è stata la scintilla che ha dato vito a “Gli Appuntiti”?
Anzitutto devo dire che “Gli Appuntiti” è il primo vero e proprio progetto su larga scala ed è nato nell’estate del 2021 perché sono tornata a Cortina da un caro amico ampezzano doc che ci ospitava per le vacanze e che negli anni passati è stato tanta parte della conoscenza di questo territorio. Una mattina, camminando lungo la ciclabile delle Dolomiti, ho realizzato che a Cortina c’era una fortissima e variegata tradizione artigiana – dal legno, alla filigrana, al feltro – ma niente che riguardasse la ceramica. Sapevo che a ottobre avrei ricominciato il mio corso di ceramica a Bologna e sono partita dalla montagna con l’idea di pensare a qualcosa che potesse unire le cime di Cortina alla ceramica. Questo, sopratutto perché la visione che io ho in questo momento della montagna è affettuosa, disponibile, accogliente e credo che ora più che mai, in un momento così difficile per tutti, queste atmosfere possano soddisfare il nostro bisogno di coccola e protezione. A Cortina poi c’è un negozio che ho sempre amato, Sottosopra Cortina, una vera e propria la boutique che commercializza splendidi articoli di arredamento montano per la casa. Prima di lasciare Cortina, ho raccontato proprio a loro la prima idea abbozzata del progetto e chiesto se, nell’eventualità mi fosse venuto in mente qualcosa che potesse raccontare questa particolare idea di montagna, potevo proporgliela per la vendita. Loro sono stati molto disponibili e in fin dei conti è partito tutto in un pomeriggio d’estate. Il mio compagno, poi, mi ha aiutato molto nella idea della progettazione della serie “Gli Appuntiti”.
“Gli Appuntiti” sono una serie di piatti di diverse dimensioni pensati per la tavola. Come sei arrivata a questo ambito? Puoi raccontarci come si è sviluppata nel concreto la serie?
Io adoro il mondo della tavola e, per questo, dovendo immaginare di produrre oggetti in ceramica ho sempre guardato a questo ambito; volevo assolutamente qualcosa che funzionasse bene a tavola e che mi desse modo di esprimere una montagna essenziale, contemporanea, pulita piuttosto che iper decorativa, ma anche un po’ romantica e che si ricollegasse a quel concetto di affettività che dicevo prima. I pezzi fino ad ora proposti sono un piatto da portata dal diametro di 31 cm, un piatto piano da 24 cm di diametro ed infine un piattino più piccolo da dolce o frutta che però può essere usato anche fuori dalla tavola, come svuota tasche ad esempio. Recentemente è arrivata anche la richiesta di fondine e, sebbene non le avessi previste in origine, questo è un progetto in continua evoluzione quindi diciamo che ci sto lavorando. L’idea che ne è uscita è alla fine molto semplice, perché riproduce l’essenzialità e le linee di tre delle cime ampezzane più rappresentative anche dal punto di vista visivo: La Tofana di Rozes, le Cinque Torri, il Becco di Mezzodì.
Al corso di ceramica abbiamo iniziato a sviluppare in maniera più articolata i bozzetti e dopo due mesi di prove di decori, colori, montagne prese da diverse angolazioni, a inizio dicembre siamo arrivati all’idea finale.Il piatto grezzo lo acquisto già prodotto in fabbrica sia per motivi di tempi che di costi, dato che ho voluto proporre dei prezzi che rimanessero accessibili; vero è che quando ci si mette a produrre un oggetto a mano ci si rende ancora più conto del motivo per il quale i pezzi di artigianato costino di più. Per ottenere il decoro, sono diverse le fasi da seguire: la parte colorata prevede la stesura dell’ingobbio, un colore più terroso, mentre le aree bianche sono smaltate con lavorazione a goccia dalla texture tattile e materica. La parte terminale del piatto contrasta con il resto poiché il decoro geometrico ed essenziale, ideato per animare la sezione monocroma bianca, disegna una lunetta finale colorata tono su tono in modalità flat. Essenziale credo sia il termine più giusto per definire il mio progetto, ma non quell’essenziale minimalista fine a sé stesso, quanto piuttosto qualcosa di più caldo e romantico. Per quanto riguarda la palette, ho scelto cinque colori che potessero essere rappresentativi per l’idea di montagna accogliente e di conforto che volevo narrare. C’è il blu profondo delle notti d’alta quota (che è forse anche il mio preferito), il verde del bosco e dei prati, il rosso che sempre riscalda, il grigio delle giornate nevose ed infine il rosa-arancio dell’enrosadira dell’alba e del tramonto. Dino Buzzati, scriveva così “Più che essere un colore preciso è una essenza, una materia evanescente che dall’alba al tramonto assume i più strani riflessi, grigi, argentei, rosa, gialli, purpurei, viola, azzurri, seppia, restando pur sempre la stessa”. I toni, poi, risultano molto sfumati e mai esattamente uguali tra un piatto e l’altro, proprio per la natura artigianale del prodotto.
Quali sono state le sensazioni che hai provato sia durante la fase di progettazione che alla fine, con i primi piatti realizzati finalmente tra le mani?
Ecco, io al lavoro mi occupo di ufficio stampa e pubbliche relazioni, spesso anche per marchi dell’arredo design e quindi la realtà progettuale è un qualcosa che ho sempre conosciuto e raccontato, diciamo però dall’altra parte della barricata, senza averla mai sperimentata in prima persona. Sin dall’inizio per me era importante creare qualcosa che avesse un pensiero dietro, un contenuto prima di ricercare la bellezza estetica: volevo unire il calore della montagna con il calore della convivialità a tavola. Non so se è perché “Gli Appuntiti” sono stati il mio primo progetto vero e proprio, ma ho provato un mix di emozioni diverse. All’inizio ho vissuto anche momenti di scoramento, perché quando hai un’idea precisa in mente, prima di arrivare ad avvicinarsi a qualcosa di simile a quello che hai abbozzato, ci sono molti passaggi che possono essere anche difficili per qualcuno alle prime armi. A casa ho i piatti prova e alcuni sono disegnati addirittura fronte e retro per non sciupare materiale; uno di questi è davvero raccapricciante e mi sono sentita molto affranta ed ero sul punto di mollare tutto. Dall’altra parte, una volta sorpassata la fase di difficoltà, riuscire comunque ad andare avanti, avere l’umiltà di chiedere suggerimenti e di ascoltare con fiducia, mi ha regalato una sensazione di soddisfazione impagabile. In questo progetto sono state coinvolte molte persone e ognuno ha messo del suo: il mio compagno, la maestra di ceramica Liliana Possenti Morganti e tutti i ragazzi del corso, il mio amico ampezzano e i titolari di Sottosopra Cortina. Una grande soddisfazione, ecco.
Come riesci a conciliare il tuo lavoro nell’agenzia di comunicazione e la produzione dei piatti?
Ti dirò che l’uno non esclude l’altro e sui piatti al momento lavoro soprattuto dal tardo pomeriggio/sera e nei periodi di non attività, come le vacanze di Natale o i weekend. Le due cose non vanno in conflitto anche perché quello dei piatti non lo vivo ancora come un vero e proprio lavoro. Certo se dovessi continuare a provare il piacere che provo oggi nella realizzazione dei piatti, sarei ben felice di organizzarmi in una maniera più ampia e strutturata. Io al momento vivo di comunicati stampa, di invio materiali, di relazioni con giornalisti e aziende e se c’è una cosa che ho sicuramente capito è che, dopo aver lavorato per molti anni in un contesto digitale, relazione e poco pratico se vogliamo, lavorare con le mani con un senso, con un obbiettivo in mente è una cosa che mi mancava e forse mi è sempre mancata; lavorare fisicamente con le mani mi alleggerisce molto.
In un mondo votato sempre più al consumismo esagerato di merci, spesso usa e getta, qual è la tua filosofia e come si inserisce il progetto de “Gli Appuntiti”?
Io ero un’accumulatrice seriale di oggetti vintage che provenivano dai mercatini, ma negli ultimi tempi ho voluto alleggerirmi di molto cose e ho scelto di continuare ad investire in cose belle, in oggetti di qualità. Può sembrare retorico, ma la qualità ha sfumature diverse: c’è una qualità del materiale, quella della storia dietro l’oggetto o ancora una qualità di pensiero progettuale… ognuno scegliere la propria, ma l’importante è scegliere la qualità sopra la quantità. In un mondo che è sommerso da merci, io oggi vedo un motivo all’acquisto se un determinato oggetto ha la capacità di migliorare la qualità della tua vita; credo fermamente che circondarsi di cose belle migliori il quotidiano, ma non parlo certamente di quella bellezza abbagliante fine a sé stessa. In quest’ottica, l’artigianato presenta qualità di materiali e progettualità che è giusto riconoscere e perseguire.
La collezione è disponibile dal mese di Dicembre nella storica boutique Sottosopra di Cortina d’Ampezzo ed è acquistabile anche in tutta Italia tramite il sito. Su richiesta, Lucia realizza anche ordini su misura.
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