Culture + Arts > Visual Arts

December 17, 2021

Gli animali di Mario Rigoni Stern a Palazzo delle Albere di Trento

Francesca Fattinger

“Se l’uomo distrugge la natura recide le radici del futuro”.
Giacomo Leopardi, Zibaldone

Dopo la mostra “Terre Alte”, dedicata agli scatti di Steve McCurry, fotografo americano di grande fama, la collaborazione tra il MART di Rovereto e il MUSE – Museo delle Scienze di Trento continua prolifica e trasforma le sale meravigliosamente affrescate del Palazzo delle Albere nella cornice di un nuovo racconto. Una narrazione fatta di natura, animali, scrittura ed estrema sensibilità; una porta aperta in modo delicato e rispettoso ma anche puntuale sul mondo di Mario Rigoni Stern, le sue esperienze e la sua vita tra la montagna, i boschi e le esperienze di guerra. Il tutto fatto facendoci accompagnare mano per mano in questa scoperta dalla guida degli animali che hanno abitato la sua vita e i suoi racconti: dagli urogalli, all’amato cane, dagli orsi agli stambecchi, dagli scoiattoli ai cervi, dalle volpi agli ermellini, dalle beccacce alle pernici bianche e molti altri. 

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.2
Ricordavo sovente gli anni dell’immediato dopoguerra, quando andando a caccia per la montagna alla ricerca di un urogallo mi salvai dalla disperazione del Lager.
Da ragazzo quando durante le vacanze scolastiche andavo nei boschi comunali a fare legna, molte mattine, ancora prima dell’alba, il suo volo fitto e nel buio mi faceva accelerare i battiti del cuore e vibrare i nervi: era come la presenza di una forza misteriosa della natura.
Mario Rigoni Stern, Aspettando l’alba e altri racconti e Uomini, boschi e api

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.8.

Una mostra dunque che vuole omaggiare uno dei più importanti narratori del Novecento a 100 anni dalla sua nascita, avvenuta ad Asiago l’1 novembre 1921, attraverso un percorso che ce lo fa conoscere innanzitutto come un uomo dai forti ideali, che amava profondamente gli animali e la natura e che praticava, insegnava e diffondeva il rispetto dei suoi limiti e delle sue fragilità, raccontando i veri legami tra i montanari e il loro ambiente.

Così il secondo piano del Palazzo delle Albere si anima di nuovi sguardi accogliendo non solo le parole asciutte, limpide ed evocative di Mario Rigoni Stern ma anche più di una settantina di opere di 17 artisti tra pittori, fotografi, scultori e artisti ambientali che hanno interpretato, molti proprio in occasione di questa mostra, la fauna letteraria e la sensibilità dello scrittore per il mondo naturale.

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.3

Camminavo, e quando lasciai il sentiero già fattosi impervio per il canalone franante tra pareti di roccia lasciai pure questi pensieri amari per fissare la naturale attenzione al mio salire in montagna e al vecchio istinto di cacciatore. E fu quasi verso la cima, proprio sotto l’ultima selletta, che il mio cuore ebbe un allegro sobbalzo per l’emozione quando le mie orecchie percepirono il primo battere d’ali e poi vidi contro il cielo adamantino il brillare delle penne. Erano loro che ritrovavo, gli uccelli relitti dell’epoca glaciale che videro i miei antenati cacciatori di renne quando i ghiacciai quaternari coprivano le nostre valli e si spingevano alle soglie della pianura paludosa; erano le pernici bianche che erano rimaste a testimoniarci il tempo perché invece di andare tutte verso le tundre del Nord con gli uri e le alci, si erano fermate sulle cime più alte emergenti dell’Europa ancora primigenia, come per farci compagnia.
Mario Rigoni Stern, Il libro degli animali, Einaudi, 1990 

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.4

L’intento principale dell’esposizione, curata dal giornalista e critico d’arte Fiorenzo Degasperi e dal biografo dello scrittore Giuseppe Mendicino, è ben sintetizzata nel titolo scelto per la mostra “Selvatici e salvifici. Gli animali di Mario Rigoni Stern”: si vuole parlare del mondo naturale e animale e della sua forza selvatica e salvifica, così come della sua richiesta di salvezza. Lo scrittore usava spesso il termine “salvatico”, derivato dal toscano antico e ritrovabile della Divina Commedia di Dante, libro amato dallo scrittore fin da ragazzo, che esprime un’idea di natura e fauna selvatica, libera dall’invadenza della civiltà, e salvifica per gli esseri umani che dalla civiltà sono risucchiati.

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.5

Lo scrittore, nei suoi racconti così come nella sua vita di tutti i giorni, ha voluto insegnare a saper cogliere tutti i doni che un’immersione salvifica nella natura può offrire ma ricorda anche che solo una conoscenza basata sull’erudimento scientico può davvero farcene avvalere appieno, senza danneggiare l’equilibrio fragile che caratterizza la natura e il nostro rapporto con lei.

Adolf Vallazza, Roberto Pedrotti, Matthias Sieff, Ivan Zanoni, Fortunato Depero, Claudio Menapace, Marco Arman, Federico Lanaro, Alda Failoni, Gianluigi Rocca, Orlando Gasperini, Aldo Valentinelli, Gianni Verna, Gianfranco Schialvino, Albert Ceolan sono gli artisti in mostra, molti dei quali furono grandi amici dello scrittore. A ognuno corrisponde una sala intitolata a uno o più animali tra quelli narrati nei racconti di Rigoni Stern.  

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.6

Si comincia da Fortunato Depero che accoglie visitatrici e visitatori nella prima sala con i suoi orsi, galli e altri animali futuristici che vengono direttamente dal Mart. Si prosegue, solo per nominarne alcuni, con: Federico Lanaro che con una struttura originale in cui le tele costringono uno sguardo inusuale dell’osservatore trasforma caprioli, volpi, camosci e orsi in nuove iconografie da scoprire; Adolf Vallazza che con la sua inventiva lignea ci trasporta in un mondo di civette e rapaci notturni; Ivan Zanoni che espone le sue opere in ferro battuto animando un bellissimo torrione del Palazzo con anatre, pernici e una lince; Matthias Sieff che dà vita nel legno alla dea Diana in mezzo a stambecchi e altre creature di montagna tra il grottesco e il mitologico; Gianluigi Rocca che con i suoi disegni iperrealisti, delicati, intimi, poetici e altrettanto potenti e incisivi racconta scene di caccia e vita nei boschi; Roberto Pedretti infine che apre e chiude idealmente la mostra con la sua grande sagoma lignea esterna, dal titolo “Human”, che richiama la figura di un cervo rossa, come quella dipinta su un ciottolo risalente a 11.000 anni fa e rinvenuta a pochi chilometri da Asiago, nella terra cimbra di Mario Rigoni Stern. 

%22Selvatici e salvifici. Gli animale di Mario Rigoni Stern%22 al Palazzo delle Albere di Trento.7

Mi piace immaginare che i miei lettori, percorrendo quei sentieri, possano provare le mie stesse impressioni ed emozioni”: scriveva così Mario Rigoni Stern e queste parole sembrano perfette anche per la mostra. Andate a visitarla e a camminare tra parole, arte e nuove visioni, sarà aperta fino a maggio 2022!

 Foto Francesca Fattinger: Roberto Pedrotti (1), Fortunato Depero (2), installazione video (3), Federico Lanaro (4), Ivan Zanoni (5), Adolf Vallazza (6), Matthias Sieff (7) 

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.