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November 12, 2021

Di Verso Inverso: quando Dante incontra la realtà aumentata

Francesca Fattinger

Una mostra interattiva, digitale, performativa, una mostra che crea connessioni spazio-temporali, che connette, meraviglia, fa pensare e diverte, una mostra che getta come per magia nove personaggi della Divina Commedia sulle strade di Bolzano, Bressanone e Merano e ci permette di vederne i corpi in movimento e tridimensionali, di girarci intorno, di ascoltarne le parole arrabbiate, incuriosite, innamorate, politiche, filosofiche, poetiche, una mostra che ci consente di entrare in contatto con il mondo di Dante per connetterci meglio al nostro e per interrogarci sui problemi e sugli avvenimenti del nostro presente.

Si tratta di un progetto dell’Ufficio cultura italiana della Provincia Autonoma di Bolzano con il contributo del Ministero della Cultura e il patrocinio da parte del Comitato Nazionale, organizzato in occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri in collaborazione con Weigh Station, spazio reale e virtuale per parlare di lavoro, cultura, creatività e innovazione in Alto Adige e non solo, e Bepart, organizzazione non profit con sede a Milano che riempie gli spazi di arte, design, video, suoni e parole, attraverso la realtà aumentata.

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È un progetto che, come avrete capito fin dalle prime righe, è quasi riduttivo definire pluridimensionale, perché composto da molti e complessi livelli che si intrecciano e si sono intrecciati fin dalla sua origine. Ne ho parlato con Daria Akimenko, membro del team di Weigh Station, per scoprirne i retroscena e immergermi meglio in questa avventura fatta di incontri, letteratura, pratiche attoriali e tecnologia. Il progetto ha avuto inizio da una residenza artistica di due settimane a cui hanno partecipato anche persone fuori dalla regione: la prima residenza artistica nella rinnovata Casa della Pesa a Bolzano che dal 2020 è nuovamente sede di Weigh Station.

Di verso In verso_opening_4

Ad aspettare i partecipanti e le partecipanti ancora prima dell’inizio della residenza c’erano i nove personaggi danteschi, preselezionati dagli organizzatori con l’assistenza e il supporto di Angelo Maria Mangini, docente associato di Letteratura Italiana all’Università di Bologna, che ha poi seguito in varie fasi la residenza. 
Mi immagino Francesca da Polenta, Ulisse, Bonagiunta Orbicciani, Pia dei Tolomei, il Conte Ugolino e tutti gli altri protagonisti della Divina Commedia seduti fianco a fianco con il team creativo: un gruppo vario che ha saputo contribuire al progetto con le sue molte potenzialità e che, grazie all’alchimia presente fin dai primi incontri, ha permesso di dare vita al progetto così com’è esperibile oggi. Michela Brignoli, Salvatore Cutrì, Lucas da Tos, Nuno Escudeiro, Adriana Ghimp, Francesca Guiotto, Sir Gulliver J Klauser, Paolo Mennea, Michele Mostacci, Roberto Vietti sono i creativi e le creative che hanno partecipato alla residenza artistica e che a più livelli hanno collaborato per la realizzazione del progetto.

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Mi immagino come a un certo punto, dopo aver saputo di più di ogni personaggio, la sua storia, il perché della sua posizione in Inferno, Purgatorio o Paradiso e il tipo di pena o grazia a cui è esposto, i partecipanti abbiano scelto i protagonisti della Divina Commedia più affini a loro, o forse sono stati i protagonisti danteschi a scegliere chi poteva dare loro al meglio corpo e voce? Fatto sta che dopo sette secoli questi personaggi hanno ora corpi digitali che ci permettono di averli proprio accanto a noi e voci che forti e chiare parlano una lingua non lontana dalla nostra che racconta di esperienze e drammi, più o meno condizionati dal tempo, che sono profondamente personali ma anche universali ed eterni.

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Oltre ai partecipanti citati, fin dall’inizio ma soprattutto in una seconda fase, c’è stata una partecipante in più, una di quelle senza cui niente sarebbe funzionato allo stesso modo, ma anche un po’ imprevedibile, che poteva trasformare la giornata di lavoro creando belle sorprese o imprevisti inattesi. Questa protagonista è la tecnologia che ha reso l’esperienza unica, trasformando il processo di ricerca, scrittura e performance attoriale, attraverso la realtà aumentata e la motion capture, nel percorso di mostra fruibile da pochi giorni da tutti e tutte per le strade di Bolzano, Bressanone e Merano.

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Con cellulare o tablet alla mano, visitare la mostra è davvero facile: basta scaricare l’applicazione gratuita imaginAR negli store on line, selezionare la mostra “Di Verso I
nverso / Von Vers zu Vers” e incamminarsi verso le piazze e i luoghi indicati sulla mappa. Basta un click e inquadrando gli spazi all’aperto approdiamo nel mondo di Dante o meglio il mondo di Dante approda nel nostro: i personaggi della Divina Commedia prendono vita per raccontarci in chiave moderna la loro esperienza nei gironi della Commedia.

Ogni dettaglio dell’esperienza è stato pensato e costruito per rendere l’immersione più completa, attuale e coinvolgente: fate attenzione alle nebbie e agli oggetti tridimensionali o alle musiche di sottofondo che conferiscono alla scena e al personaggio una maggiore realtà e concretezza, sono tutti elementi creati in post-produzione, altra fase fondamentale del progetto.

Andare a caccia dei personaggi e delle loro storie è davvero divertente e ogni volta sembra di assistere a una piccola magia in cui passato e presente si incontrano e noi possiamo entrare in questa stregata crepa temporale in cui ci accolgono i personaggi danteschi. Uno fra tutti è Marco Lombardo che si incontra in Piazza Rena a Merano, personaggio cieco, che per questo è stato immerso in una nebbia densissima e pungente, e che posizionato da Dante nella cornice degli iracondi, ne fa testimone delle proprie convinzioni contro la decadenza etico-morale del suo tempo. Lo vediamo gettato in una piazza alto-atesina mentre smanetta con una radio e constata immediatamente che il mondo non è cambiato e che l’umanità è ancora soggiogata a credenze e pregiudizi che ne offuscano virtù e libero arbitrio. 

Oppure è il caso di Pia de Tolomei che ci aspetta nel Parco dei Cappuccini a Bolzano per chiederci di dimenticarla: operazione sottile e complessa per parlare di femminicidio. La protagonista della Divina Commedia uccisa dal marito, che l’avrebbe fatta precipitare dalla finestra del proprio castello in Maremma, e che aspetta sulla soglia del Purgatorio per accedere al Paradiso, passati sette secoli, entra in conflitto con lo stesso Dante che ha diffuso una sua immagine fuorviante esclusivamente come vittima. Così Pia diventa l’occasione per parlare di temi caldi e complessi come la violenza contro le donne e il diritto all’oblio e Dante diventa il mezzo per avvicinarci a questi temi attraverso il ponte della poesia, del tempo e della storia.

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La mostra è visitabile gratuitamente dal 28 ottobre e inoltre fino alla fine di novembre è possibile prenotare dei tour guidati: controllate a questo link per orari e prenotazioni.

Da non dimenticare l’appuntamento di martedì 30 novembre alle ore 18 in cui ci sarà “Teatri fantastici e spettacoli infernali: l’immaginario teatrale al tempo di Dante”, una conferenza/spettacolo a cura della professoressa Sandra Pietrini, docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università degli Studi di Trento, e dell’attrice Flora Sarrubbo di Bolzano.

Foto di Asia De Lorenzi / Weigh Station

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