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October 15, 2021

Il sonno della ragione genera mostri:
Pape is back!

Francesca Fattinger

Laurina Paperina è ogni volta una conferma. Non c’è possibilità di scampo: sa metterti spalle al muro e incastrarti in un limbo tra dark e humor, splatter e colori esplosivi, tratto deciso e filosofia noir. La cosa bella è che non puoi fare a meno di sguazzarci in questo limbo e di ridere e di farne all’improvviso anche tu parte. Il problema è che ne fai così parte che ti ci specchi e ci vedi d’un tratto, tra risate genuine e un po’ amare, le contraddizioni tue e del tempo in cui vivi. E allora sì che il confronto pur restando ironico e irriverente diventa davvero urgente.

E così grazie a “Il sonno della ragione genera mostri”, curata da Virginia Raffaelli, la terza mostra personale di Laurina Paperina allo Studio d’Arte Raffaelli di Trento, dopo “New Pollution”del 2012 e “Doomsday” del 2016, ci troviamo catapultati in una nuova esperienza: biglietto solo andata per il mondo alieno e alienato della Pape, questa volta pure in modalità 3D! Biglietto solo andata perché è garantito l’accesso ma non il ritorno: chissà poi se davvero vorrete trovare l’uscita o vi piacerà rifugiarvi in quel mondo surreale e liberatorio e richiedervi pure la cittadinanza.

Dopo anni di lavoro e sforzi ecco che questo nuovo progetto prende vita. Animazione e tele si congiungono: due discipline che da anni rappresentano gli ingredienti chiave della sua pratica, ma che finora sono state tenute distinte, grazie all’ausilio tecnologico dell’App ARIA, si mescolano dando origine a narrazioni che sconfinano in una terza e addirittura quarta dimensione, se si considera l’inclusione del fattore “tempo”. Nuove dimensioni che in qualche modo si intravedevano già nei suoi lavori precedenti ma che con questa mostra segnano un’importante evoluzione del suo percorso artistico.

Così le tele esposte diventano ancora più uniche e sorprendenti. Si possono guardare inizialmente senza l’ausilio dell’applicazione interrogandosi sull’esito delle narrazioni nascoste in ogni personaggio dipinto e ci si può poi armare di cellulare e farle diventare l’inizio di un’animazione potenzialmente infinita: un loop continuo giocoso e surreale. 

Immagine-coordinata-web

Tra Winnie Pooh e Super Mario, i Puffi e i Simpson, Donald Duck e Topolino e decine e decine di altri protagonisti e protagoniste riprese in scene ironiche e graffianti, brutali e apocalittiche alla Bosch… c’è pure lei! Aguzzate gli occhi e la vedrete: eccola lì che dà voce a quel “sonno della ragione che genera mostri” che, ispirato dall’omonima opera di Goya, ci parla di un sonno che è il nostro, il tuo, il mio, il suo. Un sonno animato da incubi in cui spesso le immagini più efferate diventano lontane solo perché non capitano proprio a noi, magari ci sfiorano solo e allora non ci riguardano, anzi ci lasciano proprio indifferenti! E allora il fatto che davanti alle opere della Pape ci divertiamo è un’arma a doppio taglio, come ben descrive Nicolas Ballario nel testo del catalogo della mostra: “quelle scene ci mostrano tutta l’assuefazione da immagini del nostro tempo, agendo come un coltello che affonda nella piaga. (…) la narrazione lascia il posto a un gusto amaro, a un senso di colpa: quelle apocalissi per noi valgono esattamente quanto quelle che accadono davvero nel mondo oggi, perché se la violenza accade in un altro continente, in un’altra nazione, in un’altra città o semplicemente su un altro pianerottolo, non ci riguarda.”

Questa mostra è ancora una volta un monito anche per il sistema dell’arte, in cui Paperina si colloca come una aliena che ride del pianeta in cui si trova ad abitare. E infatti è sempre bellissimo andare a vedere le sue mostre, perché ci si rende conto che l’arte può funzionare davvero come catalizzatore sociale, che può e deve scendere dal suo piedistallo e attirare non solo collezionisti ed esperti ma anche persone che di arte contemporanea sanno poco ma sono curiosi e affamati di storie. E così davanti alle sue opere ridono, si scandalizzano, si muovono, osservano, giocano una ragazza adolescente, una nonna con il nipotino, un cagnolino esperto d’arte, una coppia trentenne, le amiche in cerca di un’esperienza diversa dal solito, un sessantenne incuriosito e sì in mezzo ci può essere anche un esperto d’arte e una collezionista illuminata, ma che bello vedere che la Pape li mescola e ci mescola tutti e tutte sapientemente come fa nelle sue opere con i suoi personaggi. 

Al piano interrato l’esposizione continua con una selezione di sculture inedite, testimoni ancora una volta della volontà dell’artista di sconfinare nella terza dimensione: lavorando con la terracotta alcuni dei suoi personaggi più caratteristici di eroi e antieroi escono da Duckland, il pianeta sperduto nell’universo in cui ha anche sede il suo leggendario “Zio Pork! Studio”, ed entrano nella nostra realtà.

Sempre qui sotto troverete anche una sezione di merchandising in edizione limitata, anch’essa in realtà aumentata, come il catalogo, che ospita il testo sopra citato di Nicolas Ballario.

È possibile visitare la mostra fino all’11 dicembre 2021: non perdete l’occasione di questo viaggio surreale e pluri-dimensionale, le risate e gli occhi sgranati sono assicurati!

Provate già a scaricare l’app ARIA e a puntare la telecamera sulle immagini pubblicate qui sopra nell’articolo e avrete un assaggio dell’esperienza da vivere allo Studio d’Arte Raffaelli! 
Insomma… lunga vita alla Pape e al suo farci ridere di noi e dei nostri incubi, con opere che, citando ancora una volta Nicolas Ballario, sono “leggere e profonde, buffe e spinose”, perché in fondo leggeri e profondi, buffi e spinosi siamo tutti noi.

Foto courtesy of Studio d’Arte Raffaelli

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