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September 21, 2021

BAW: 14 progetti per esplorare la città nella sua complessità

Francesca Fattinger

È arrivato il momento di BAW – Bolzano Art Weeks, dieci giorni, dal 24 settembre al 3 ottobre 2021, in cui l’arte contemporanea invaderà la città tra spazi pubblici, privati e temporanei, gallerie, musei e atelier.  Un’occasione per raccogliere tutte quelle energie collettive rimaste soffocate e inattive durante i mesi di chiusura e far fare all’arte ciò che sa fare meglio: esplorare le complessità, creare nuove energie, movimento e incontro. E farlo negli spazi della città, per animarli, trasformarli e renderli più visibili, facendo di questi dieci giorni un’opportunità di rinascita e di collaborazione.

Questa è la prima edizione di questa nuova iniziativa, ideata da Nina Stricker e promossa e organizzata da Cooperativa 19 e dal Südtiroler Künstlerbund, con il sostegno delle ripartizioni Cultura Italiana e Cultura Tedesca della Provincia Autonoma di Bolzano e della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Alto Adige, e con la collaborazione di numerose istituzioni, associazioni, artisti e artiste, senza cui, come sottolineano gli organizzatori, difficilmente sarebbe stata possibile. 

BAW_Galleria popolare

E sono proprio questi ultimi, artisti e artiste, i veri protagonisti di BAW: un comitato tecnico scientifico, composto da professionisti e professioniste di vari settori dell’arte e della creatività, oltre ad aiutare e a supportare gli organizzatori, ha selezionato quattordici progetti, tra i quaranta presentati, che saranno visibili in vari spazi della città.

I progetti selezionati sono di: Antonio Villa, Arnold Mario Dall’Ò, Claudia Corrent, Christian Martinelli, Egeon, Elisa Faletti/Elisa Pezza/Stefano Riba, Elisabeth Hölzl, Fanni Fazekas/Thomas Grandi/Isabella Nardon/Jacopo Noera, Franziska Schink, Manuel Carlos Gasparotto, Simon Steinhauser, Stefano Bernardi, Ulrich Egger e Valentina Cavion.

BAW_14 progetti selezionati_ulrich egger

Immaginate, mentre leggete, di essere a Bolzano: in questo racconto vi porterò in vari luoghi e vi racconterò quali viaggi, riflessioni e discussioni ci vengono man mano proposti dai dieci progetti vincitori. Tenete sott’occhio la mappa di BAW per non perdervi niente!

Comincio da via Leonardo Da Vinci 2 dove Elisa Faletti, Elisa Pezza e Stefano Riba hanno curato “Complements”: una mostra collettiva di dieci artisti che utilizzano materiali tessili nelle loro opere, ospitata dallo shop Nowherevintage, per riflettere sul design tessile e sulla moda.
Simon Steinhauser, invece, nello spazio Frei.raum di via Weggenstein 12, visitabile su richiesta e prenotazione, con “Ein Buch zum Schutz des Nichtwissens” propone una messa in discussione critica dell’apparente intellettualità dei professionisti dell’arte: la letteratura può essere usata superficialmente e la percezione visiva ha la precedenza sulle parole? 

BAW_14 progetti selezionati_Lia Cecchin - DADA POEM (22 missed calls)

A Foto Forum in via Weggenstein 3/F “Il tempo e l’immagine. L’archivio trasformato” di Claudia Corrent: un’occasione per immergersi nella sua pratica artistica, ripensare, decostruire e ricostruire il paradigma dell’immagine e della fotografia.

BAW_14 progetti selezionati_Claudia Corrent 8

Nel Coworking Drin di Corso Italia 34 tre sono i progetti esposti: Isabella Nardon e Jacopo Noera mostrano su cinque cubi televisivi “All around” il video di una moneta che gira in loop: Il lancio, la rotazione, l’arresto a terra come metafora della fiducia contemporanea nel destino come fattore risolutore;  Fanni Fazekas in “Wind” mostra un contadino su una scala che cerca di tenere il suo ombrello che minaccia di volare via con una folata di vento, un momento catturato per caso, non pianificato, come avviene spesso nella vita; infine è esposto “040917 – 090917” di Thomas Grandi che con la sua arte crea un gioco di significati e di spostamento dal contesto in cui è l’(auto)ironia a farla da padrona.

Al Waag Café di Piazza del Grano 12 Valentina Cavion ha creato uno spazio transitorio in cui spettatori e spettatrici sono invitate a scattare una foto con la macchina fotografica messa a disposizione dall’artista. Stampate su carta biodegradabile, le singole prospettive sbiadiscono gradualmente e ciò che rimane sono solo i ricordi di momenti fugaci.

BAW_14 progetti selezionati_Franziska Schink render 2

In Via della Mostra 3, a Palais Campofranco, di nuovo tre progetti si intrecciano: si parte dalla “Galleria Popolare”, una roulotte che è uno spazio espositivo temporaneo e mobile che raggiunge luoghi e persone per le quali l’arte e la fotografia sono difficilmente accessibili con la partecipazione di Elisabeth Hölzl, Karin Schmuck, Davide Perbellini, Andrea Salvà, Nicola Morandini, Christian Martinelli, Anuska Prossliner, Manuel Canelles, Daniela Brugger, Stefan Tschurtschenthaler, Massimo Giovannini, artisti/e della Galleria 00A, Merano; Antonio Villa con l’intervento “Innesti”, una serra fatta di canne di fiume provenienti dalla sua zona di origine nel sud Italia, si riferisce alle radici che collegano espressioni linguistiche, usi e costumi locali, sapori, forme e odori attraverso un innesto spontaneo nel presente;  Franziska Schink si concentra  invece sull’antico pavimento dell’atrio di Palais Campofranco che protegge temporaneamente dai passi dei visitatori con un tappeto che solo in punti selezionati permette la vista del pavimento sottostante. 

Ulrich Egger, a Castel Hörtenberg, in via Monte Tondo 4, propone uno sguardo sul paesaggio attraverso collage fotografici che affrontano il tema dell’ambiente e dei suoi problemi e incoraggiano a un esame più intenso del soggetto attraverso l’alienazione.
Mentre Carlos Manuel Gasparotto in Via Claudia Augusta 123/E, all’interno dei Vetroricerca Studios, espone il progetto “Uncle” in cui esplora la biografia dello zio, la sua vita tra Canada e America Latina, catturata in una rete visiva di ricordi, aneddoti e memoria familiare. 

BAW_14 progetti selezionati_fading 40x402

Alla Maria Heim di via Novacella 5 ancora una volta tre artisti dialogano: Elisabeth Hölzl con “Fading” ci porta, attraverso una serie fotografica del 2020, sull’isola cimiteriale di San Michele a Venezia tra tombe di famiglie ultracentenarie; Stefano Bernardi invece è presente con “Pneuma”, uno strumento musicale interattivo e collettivo che entra in dialogo con lo spazio acustico in cui si trova e le persone che vi entrano e diventa parte integrante dell’installazione; infine Arnold Mario Dall’Ò con la scultura “Untitled (Siloballen)”, fusa in alluminio, mette in discussione le abitudini visive e il rapporto tra uomo e natura che le balle di fieno contengono in sé.

Baw_Pneuma_Bernardi

Infine, negli spazi di RU17, in via Piani di Bolzano 17, durante l’evento “Faces Garden” visitatori e visitatrici sono invitate a farsi fotografare in modo casuale e inaspettato. Gli scatti, riprodotti su carta con gli acquerelli, saranno poi trasposti sul muro da Egeon come fotogrammi di una animazione collettiva.

Questi sono i progetti selezionati, ma rappresentano solo una parte di quello che si potrà vedere, visitare e discutere durante i giorni di BAW: per non perdere nulla andate sul sito e seguiteli sulla pagina Instagram!

Foto courtesy of the artists: (1) Arnold Mario Dall’Ò, Untitled (siloballen); (2) Christian Martinelli, 00A Gallery, Galleria popolare; (3) Ulrich Egger, Tramonto; (4) Lia Cecchin – DADA POEM (22 missed calls), da “Complements”; (5) 
Claudia Corrent, Il tempo e l’immagine. L’archivio trasformato
Franziska Schink, Ein ganz historischer Boden
Elisabeth Hölzl, Fading
Stefano Bernardi, Pneuma Credits Damian Pertoll

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