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June 29, 2021

Livre d’Or 13. Monastero Arx Vivendi

Anna Quinz
Livre d'Or - il "libro degli ospiti" secondo la lingua francese - è una mappa emotiva dei luoghi dell'accoglienza altoatesina. Un racconto - di hotel in hotel - scritto per fermare tutto ciò che qui è stato visto e sentito, un diario di viaggio, una testimonianza di passaggio, una dedica personale e sentimentale a tutti quegli hotelier visionari capaci di creare luoghi di sospensione ed evasione - magari anche fugace e momentanea - dal valore inestimabile.

La prima cosa l’immenso muro di cinta che definisce la netta linea di separazione tra il cielo immensamente blu e ciò che ci aspetta, una volta entrati. 

Da fuori, è impossibile valicarlo con lo sguardo, per cercare anticipazioni. Dentro, sarà lui a delimitare senza costrizioni i nostri spazi, rendendo ancora più intima e segreta la nostra breve permanenza. Per ritrovare l’orientamento e poi per abbandonarci finalmente nell’alterità di questo luogo, ne seguiremo continuamente i confini, alti e protettivi, finché non riusciremo davvero a mettere un’inviolabile distanza tra noi, qui all’interno, e il resto del mondo, là all’esterno.©AlexFilz . Monastero

Il lungo reticolo di corridoi che si sfuggono e ritrovano, si intrecciano e si sbrogliano, si aprono e si schiudono, è il nostro benvenuto nell’antico monastero, un tempo votato al silenzio e al ritiro della preghiera, oggi ancora al silenzio e al ritiro privato della vacanza. 

Come in un labirinto di pietra bianca, sono questi passaggi lunghi e lineari a farci strada, conducendoci l’uno verso l’altro, l’uno dentro l’altro, in un pacifico inseguimento di linee e prospettive. Li percorriamo, ci perdiamo, torniamo indietro e poi di nuovo avanti. Il bianco denso delle pareti, degli archi e delle volte contrasta con il nero del design e l’assoluta calma luminosa che ci circonda rivela con garbo l’originaria vocazione del luogo. il volume della voce si abbassa con naturalezza, i passi si fanno più delicati e la sensazione che nulla potrà turbare questa pace benedetta, è fortissima. 

Per chi come noi ama la villeggiatura mite e quasi muta, quieta e ritirata, questo antico ricovero dell’anima è ciò che cerchiamo e finalmente troviamo. 

Gli spazi interni custoditi dalla fitta rete di corridoi sono ampi, candidi e suggestivi. Ovunque regnano ancora e ancora, placidità d’intenti e pacatezza dei modi, che siano architettonici oppure umani. Il luogo che fu di clausura chiede sobrietà e compostezza, affatto rigide o imposte, ma piuttosto felicemente avvolte da un sereno senso di tranquillità. Che nei nostri gesti vacanzieri sfocia subito nella più pura libertà di movimento, pensiero, riposo. ©AlexFilz . Monastero

Gli spazi esterni protetti dal grande muro di cinta sono immensi e densi di luce. Un vecchio mulino ricorda la laboriosa autosufficienza delle precedenti inquiline, il parco verdissimo, i limoni profumati e la grande piscina invitano a fermarsi, annusare l’aria che porta con sé i sentori del lago non troppo lontano, distendersi con il corpo e poi anche con la mente.  

Ogni eccesso è bandito. Nello sfolgorio luminoso del bianco, tutto qui è puro ed essenziale, non (solo) per precise scelte di arredo e decoro, ma per deferenza verso chi prima di noi abitava tra queste mura. Misura, frugalità e temperanza le parole d’ordine che – dal passato – guidano ora anche le nostre azioni e inazioni, piacevolmente lente e rilassate. 

Le campane della vicina chiesa scandiscono il tempo e le ore che scorrono languide e pacifiche nella più assoluta assenza di rumori da fuori e dal dentro. E non esiste per noi migliore benedizione, per trascorrere giorni di fuga e riposo.©AlexFilz . Monastero

Verso sera, un arco dopo l’altro raggiungiamo le scale di pietra bianca e ci ritroviamo al primo piano, nel più grande corridoio che i nostri occhi abbiano mai visto. Il soffitto a cassettoni sovrasta l’ambiente e disegna linee lunghe, profonde e convergenti verso un centro che sembra lontanissimo. Ai lati, un’infilata di antiche porte muove lo spazio, lo ordina, lo definisce. È qui, dietro questi usci privati, che le monache un tempo passavano le loro ore più intime, comunicando all’esterno attraverso le piccole finestrelle ancora incastonate nel legno. Le celle spartane e severe sono oggi camere accoglienti e confortevoli, dove la piccolezza di un tempo si apre nella grandezza odierna, per ospitare sonni sereni e ristoratori. 

La notte cala tra le pareti del monastero e noi la lasciamo entrare nella nostra stanza, per riempirla di buio e silenzio. Scivolarci dentro e riconnetterci con la parte più quieta di noi è naturale e bellissimo. ©AlexFilz . Monastero

Il mattino è di nuovo luce e delizia. Scendiamo di nuovo verso il basso, la scala bianca, i corridoi infiniti e il giardino verdeggiante. Nella veranda ombrosa indugiamo nella nostra colazione, osservando il movimento pigro dell’acqua della piscina e degli alberi longilinei e curvati dal vento. Le mura di cinta ci proteggono e cosa ci sia dietro, rimane mistero che non vogliamo ancora svelare. La giornata estiva sarà placida e il nostro relax totale, qui nel monastero antico, dove l’arte del vivere ha trovato una propria nuova ed essenziale espressione.

Grazie. Siamo stati bene qui,

Anna Quinz

 

Monastero Arx Vivendi
Via Mantova 13
38062 Arco TN
monastero-arxvivendi.com

 

Foto Alex Filz

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