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June 24, 2021

La riconnessione dei corpi: teatro, performance e danza al Pergine Festival

Maria Quinz

I corpi e la pandemia: corpi velati, evitati, additati.
Corpi sanificati, isolati, dimenticati; corpi mai più visti, mai più salutati.
Corpi controllati, minacciati, abbandonati; corpi pericolosi…
I nostri corpi e i corpi degli altri: da distanziare, confinare, schermare.
Da proteggere con dispositivi e maschere a coprire la bocca e i sorrisi, ad alterare la voce; ad appiattire i volti. Dietro una porta, un computer, un telefono, un reparto d’ospedale, un vetro, una tuta di plastica. 

Torneranno, integralmente, i consueti gesti di saluto e commiato? 
Tornerà la spontanea e libera condivisione, senza filtri e barriere, di spazi esterni e interni, privati e comuni; di strade, piazze, case, scuole, uffici, teatri? 

Riflessioni_Claudia Caldarano (1)Qualcuno ha scritto che il virus ha portato con sé una nuova (anche se non del tutto imprevedibile) visione dell’apocalisse: “l’immagine di una casa e l’immagine del proprio corpo dentro quella casa”. Una realtà sperimentata da tutti – nelle fasi acute della pandemia – e che è andata a imporsi nella maggior parte del mondo, non esitando a creare disparità ulteriori, là dove già esistevano, tra case e case, dimore e prigioni; tra corpi che contavano di più e corpi che contavano di meno (molto spesso, ancor meno di prima…). Ma ecco che oggi, con le nuove riaperture, la remissione del virus, le vaccinazioni diffuse, l’abbandono delle mascherine all’aperto, il clima pare distendersi: si torna a frequentare i teatri e i cinema, a incontrarsi nei ristoranti, nelle piazze, ai concerti… 

E forse, auspicabilmente, in una rinnovata (utopistica ?) armonia, i corpi smetteranno di essere vissuti come una minaccia. E forse, in un giorno qualunque di quelli che verranno, torneremo ad abbracciarci, senza il sotterraneo timore della pelle dell’altro.

Sarà di nuovo tempo di una “riconnessione” tra i corpi? 

“Riconnessione” è il pregnante titolo scelto da Pergine Festival 2021, alla sua 46° edizione, che si terrà dal 2 al 17 luglio: un titolo e un progetto culturale, che vuole invitare il suo pubblico alla relazione e al contatto. Un festival più che mai immerso nel presente, che oltre a porre l’attenzione sul piacere dello stare insieme e nel godersi, finalmente, uno spettacolo in sala, afferma il valore dell’arte performativa e la sua necessità, come specchio di riflessione sull’oggi, sulla solitudine dei corpi (e non solo) dopo il prolungato isolamento culturale oltre che sociale che ci ha investito. 

Scrive la curatrice Carla Esperanza Tommasini: “Abbiamo immaginato questa edizione come un grande abbraccio sociale: un abbraccio tra i singoli individui, tra gli artisti, il pubblico e tutto il nostro settore che, come molti altri, è stato duramente colpito dall’emergenza sanitaria”.

Il Festival, da anni votato allo spettacolo dal vivo e alle arti performative e sperimentali, riparte proprio da qui: rimettendo al centro il corpo – quello degli artisti, attori, danzatori e naturalmente gli spettatori) ma anche il corpo come soggetto, da riscoprire e indagare nella sua nuova veste post-pandemica, con inaspettate visioni sul presente, nuove prospettive sul futuro e perché no, auspicabili rinascite. E lo fa offrendo un ricco programma che spazia dalla danza al teatro, dalla musica alle performance sperimentali, dalle installazioni ai walkabouts e proiezioni video.Leafhopper Project Photo

Partiamo dal teatro con la prima nazionale, dal vivo, di Prometeo di Agrupación Señor Serrano, il 7 luglio, alle ore 18.00, nell’Ex rimessa carrozze, con uno spettacolo dedicato ai bambini.

La performance, ruota intorno alla figura di Prometeo ed è il primo capitolo del progetto “Olympus”, la serie teatrale, creata da Agrupación Señor Serrano con l’intento di rileggere i miti dell’antica Grecia (e le vicende di personaggi come Prometeo, Arianna, Icaro, il Minotauro, Fetonte) attraverso i linguaggi della contemporaneità. Sul palco, un narratore-demiurgo con l’ausilio di mattoncini da costruzione, figure in miniatura, videocamere e risorse online, racconterà ai più giovani un mondo che non c’è, ma che può ancora dire molto, anche oggi.OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Si prosegue l’8 luglio alle ore 21.00, al Teatro Comunale, con la prima regionale di Oblomov Show di Oyes. La piece teatrale si ispira all’Oblomov di Ivan Goncarov, uno dei più importanti romanzi russi di fine Ottocento. Nel libro di Goncarov viene portata alle estreme conseguenze una condizione di apatia e rassegnazione molto simile a quella che il mondo ha sperimentato nei lunghi mesi della pandemia. Nella riscrittura del testo, Oyes si muove sul delicato confine tra dimensione mentale e vita reale, provando a raccontare in chiave tragicomica la fatica di ricominciare e la paura di rimettersi in gioco.Stalker Teatro_La nebbia della lupa (3)

Stalker Teatro presenta a Pergine Festival due spettacoli: il 9 luglio, alle ore 21.00, al Teatro Don Bosco, La Nebbia della Lupa e l’il 10 e 11 luglio, (alle 18.15 / 19.00 / 19.45 – con la durata di 18 minuti) a Palazzo Gentili/Crivelli, Cara mamma, caro papà, con un progetto di Box-Theatre. La nebbia della lupa è uno spettacolo suggestivo e immaginifico che indaga il mistero delle origini di ognuno di noi. “La lupa” è la sottile nebbia che si crea sopra la superficie dello stretto di Messina e che ne lambisce la costa grazie al soffio delle brezze: un’espressione dalle origini incerte, gravida di mistero e di narrazioni antiche. In un clima tra il sinestetico e l’onirico, La Nebbia della Lupa immerge gli spettatori in un sogno a occhi aperti, tra figure allegoriche, cambi d’abito, scale cromatiche, maschere, ventagli, lanterne cinesi, teste equine, elmi celtici, epifanie sciamaniche. BOX Stalker teatro

Cara mamma, caro papà, fa parte di un progetto sperimentale più ampio di Box -Theatre, nato negli anni Ottanta per indagare il rapporto tra arti visive e teatro, ispirandosi agli studi di Vladimir Propp sul processo narrativo. La performance, dal finale a sorpresa, si snoda come un “testo-scultura” partendo da scatole di legno piene di materiali visivi e sonori. Sulla scena vengono evocate le figure tradizionali della fiaba popolare: il re, la regina, il figlio, la bella fanciulla, il mostro. I personaggi passano da un performer all’altro attraverso il semplice scambio di un oggetto o di un copricapo, proprio come in un gioco di carte. 

Il 14 luglio alle ore 20.30, si passa alla danza, nella suggestiva ambientazione dell’Ex rimessa carrozze con Riflessioni, in prima regionale, di e con Claudia Caldarano.

In scena si esibiscono due danzatori in un set di specchi deformanti: il corpo muta in visioni inusitate, diventando macchia, forma geometrica, ritmo ipnotico, fino a scomparire. Lo spettatore entra nella performance come osservatore chiamato a scegliere un punto di vista. Riflessioni invita a lavorare sullo sguardo, per diventare autori della propria e altrui immagine, per mettere in relazione lo spazio individuale con quello della rappresentazione. Il corpo è la materia prima di questa costruzione, al contempo oggetto e soggetto artistico. Nella performance sono presenti scene di nudo integrale.Doppelgänger_Compagnia Abbondanza Bertoni_ph.Tobia Abbondanza

Il 15 luglio alle ore 20.30, al Teatro Don Bosco torna in scena la danza con Doppelgänger della Compagnia Abbondanza/Bertoni. La Compagnia, assieme a Nerval Teatro, porta in scena uno spettacolo che riflette sul concetto di “doppio”, sulla dualità come differenza, sull’opposto che dà origine al mistero. Sul palco, si intrecciano i corpi di Francesco Mastrocinque, attore con disabilità, e Filippo Porro, danzatore. Quello che nasce è un percorso di gesti, sguardi, piccole e grandi tenerezze, beffardi e spietati tradimenti. Un processo di relazione quasi esclusivamente somatico, un tentativo di raccontare, tra sapiente ignoranza e disarmonica bellezza, l’incontro con l’altro e la possibilità di esistere insieme.

Si prosegue con il teatro, nell’ultima serata del Festival, con la performance Monday di Dynamis, in scena il 17 luglio, alle ore 20.30, al Teatro Don Bosco, alla sua prima assoluta. 

Al centro dello spettacolo si articola un tematica finora poco indagato artisticamente, ma di primaria importanza a livello sociale e ambientale: il mondo delle plastiche, il loro utilizzo e il loro smaltimento. In Monday, due artisti si confrontano su questo tema, trasformando l’ambiente in campo di battaglia. Le soluzioni sono poche e oscure, il futuro è incerto e in tutto ciò, il Moplen® continua a essere un materiale rivoluzionario.

Il programma completo di Pergine Festival e i biglietti in vendita sono disponibili sul sito: perginefestival.it

 

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