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June 19, 2021

Livre d’Or 12. Parkhotel Sole Paradiso

Anna Quinz
Livre d'Or - il "libro degli ospiti" secondo la lingua francese - è una mappa emotiva dei luoghi dell'accoglienza altoatesina. Un racconto - di hotel in hotel - scritto per fermare tutto ciò che qui è stato visto e sentito, un diario di viaggio, una testimonianza di passaggio, una dedica personale e sentimentale a tutti quegli hotelier visionari capaci di creare luoghi di sospensione ed evasione - magari anche fugace e momentanea - dal valore inestimabile.

La prima cosa il colore. Così accesso, brillante e vivace, che non sorridere al primo sguardo, è impossibile. Il rosso è un saluto, il giallo un invito a cercare il sole sopra la testa e nel nome della casa, il verde la voce della natura. 

Oltrepassato il piccolo ponticello sopra al fiume, la strada scompare dietro le spalle e basta alzare il mento e dare un’occhiata alla facciata appuntita, per capire immediatamente dove ci troviamo: in un privato paradiso alpino, di nome e di fatto. 

L’architettura frastagliata – che arriva direttamente da un passato di villeggiature lente, lunghe e felici – è una visione che riempie il cuore: benvenuti, sempre dirci, questa è una casa radiosa, allegra e spensierata, dove il tempo si fermerà per un po’, per lasciarvi liberi di andare via con il pensiero. Indietro, avanti o semplicemente, qui e ora._MG_3248 copia

Perlustrare ogni angolo di questo imponente caleidoscopio a tinte forti è l’istinto primario che ci porta a muoverci a passi piccoli e occhi spalancati, da destra sinistra, dietro e davanti, in cerchio o in linea retta, inseguendo ogni ricamo del legno sulle pareti, i balconi, gli abbaini e i tanti piccoli tetti puntuti che sbucano qua e là. 

Nel frattempo, l’immenso parco manda i suoi seducenti messaggi: l’orto e il prato da un lato, il campo da tennis e le bocce dall’altro, e nel mezzo, ammiccanti tavolini affacciati sull’acqua o ritirati quasi nel bosco, che fanno già pregustare momenti di appagante solitudine, con l’aria fresca sulle braccia, il sole in trasparenza tra i rami e il frettoloso rimestare del torrente nelle orecchie.  parkhotel sole paradiso 5

Una volta fissato bene in mente ogni blocco di rosso, di giallo e di verde, ogni zigrinatura e ogni intarsio, ogni linea e ogni punta, saliamo la piccola scala ed entriamo. 

Anche l’interno ci riporta indietro, in un passato che suona quasi letterario. Perché è proprio questa la sensazione che sentiamo subito addosso: è un romanzo o la realtà? Possiamo quasi vederli i personaggi di questo racconto di Belle Epoques vissute o immaginate, mentre si aggirano dal salotto alla sala da pranzo, dal bar alla veranda. Ognuno con il suo bagaglio di vita da aprire e scoprire, le gonne lunghe che sfiorano il legno del pavimento, i piccoli occhiali tondi concentrati su un libro da leggere oppure da scrivere e i padroni di casa che da generazioni si muovono leggiadri tra queste stanze, sempre pronti a dispensare sorrisi e racconti montani e a custodire con giudizio i segreti della villeggiatura.

Gli spazi si snodano ampi, gli arredi in legno sono memorie di un padre fondatore attento alle cose belle e al saper fare imparato in città lontane. Le tante finestre inondano di luce ogni sala, eppure l’ombra che basta per sentirsi riparati e protetti, non manca mai. 

parkhotel sole paradiso 3Il bancone rosso e circolare del bar è la nostra prossima tappa. È proprio in questo angolo di vita ospitale che si può assorbire tutta l’eclettica, aperta e fantasiosa visione di chi un tempo ha immaginato questa curiosa casa alpina. I pannelli dipinti che vestono a tutta altezza le pareti, sembrano a un primo sguardo raccontare di ambizioni orientali e delle cineserie tanto in voga. Avvicinandosi però, la sorpresa è svelata: le figure sono ben altro e le danze che mettono in scena mostrano ancora una volta i segni dell’immaginazione della fantasia. Un aperitivo qui è d’obbligo, prima della cena – costellata di inattesi sapori tra classicità ed esotismo – servita nella grande sala di legno scuro che sa di montagna d’un altro tempo.

Le stanze tutte diverse sono nidi graziosi. Nella nostra, il grande letto – curiosa dimensione per l’epoca che fu – di legno antico è un ricordo familiare che percepiamo come caro e dunque prezioso. Il riposo è colorato dal rosso, dal giallo e dal verde appena fuori dal balcone. Gli alberi sfiorano la sera, l’aria dolomitica pizzica la pelle e addormentarsi è cosa facile. parkhotel sole paradiso 2

Prima della colazione nel salone luminoso, rallegrato da finestre sorridenti, tende tirolesi e vecchie immagini di flora locale, il mattino richiede il suo tributo con una passeggiata calma lungo le rive del torrente, giù verso il paese oppure dentro il bosco ancora infreddolito. Le cime non fanno dimenticare la loro presenza, ma noi preferiamo rimanere pigri e nascosti in questo nostro ritiro temporaneo, muovendoci come gli ospiti del passato tra dentro e fuori, intenti solo a vivere la vacanza indolente e rilassata del pensare, del leggere o dello scrivere, che tanto amiamo.

È tempo di ripartire, ma sulla nostra valigia e nelle nostre menti abbiamo già incollato per sempre l’etichetta di questo luogo storico e gioioso, colorato e  allegro, che ci aperto le sue porte rosse, gialle e verdi, per riempirci di sole e farci sentire parte di un vero privato paradiso alpino. 

 

Grazie. Siamo stati bene qui, 

Anna Quinz 

 

Parkhotel Sole Paradiso
Via Sesto 13
39038 San Candido
soleparadiso.com

 

Immagini :Martina Ferraretto

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