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June 10, 2021

Another View #05: dialogo con il curatore Gabriele Lorenzoni

Valentina Varoli
Curatori, associazioni, musei. L'arte raccontata da chi se ne prende cura.

Giugno: voglia di estate e braccia nude, profumo di sambuco e di riaperture serali, desiderio di normalità. Una normalità fatta di piccole cose come una proiezione al cinema o una visita in un museo. Dopo tanti mesi di chiusura anche i luoghi della cultura possono accogliere nuovamente i visitatori, le sale dei musei tornano a rianimarsi mentre le persone passeggiano tra le opere d’arte e gli occhi si riempiono di bellezza. 

La quinta puntata di Another View celebra la riapertura dei musei dialogando con Gabriele Lorenzoni, curatore della Galleria Civica di Trento, che racconta il suo lavoro e le linee di ricerca della Galleria. 2. Astrazione oggettiva Ph Mart Jacopo Salvi

Qual è la tua formazione e il tuo percorso professionale?

Ho studiato Beni Culturali all’Università di Trento ma, fin dall’inizio, ho cercato di abbinare allo studio anche moltissima pratica. Da giovane universitario mi sono dedicato moltissimo all’associazionismo culturale, iniziando sin da subito a curare piccole mostre ed eventi culturali ma anche festival indipendenti di musica e arte. Attraverso queste esperienze mi sono avvicinato ai linguaggi della contemporaneità e alle pratiche curatoriali.

La mia laurea specialistica è stata in Archivistica applicata all’Arte Contemporanea, approfondendo in particolare lo studio dell’archivio ADAC (Archivio trentino Documentazione Artisti Contemporanei). Grazie alla mia ricerca di tesi ho ottenuto un primo contatto professionale con il MART, iniziando nel 2009 con micro contratti di collaborazione, di anno in anno sempre più strutturati, che si sono conclusi definitivamente, dopo un regolare concorso, con l’assunzione. 

Durante questa lunga militanza di dodici anni nel precariato culturale ho sempre affiancato al lavoro per il MART varie collaborazioni da freelance sia nel campo della curatela e degli eventi culturali sia nel campo dell’insegnamento. In particolare, per cinque anni ho collaborato con IED, soprattutto nelle sedi di Milano e Venezia, con una docenza in Storia dell’Arte Contemporanea e Riconoscimento e Datazione Opere d’Arte Contemporanea.

Questi anni di lavoro sono il frutto di tanto studio e tanta pratica.3. Legno Ph Mart Lorenzo Viesi

Da quanti anni lavori alla Galleria Civica di Trento? 

Lavoro qui dal 2013, un anno cruciale per la storia della Galleria che ti riassumo brevemente.

La Galleria Civica d’Arte Contemporanea era nata alla fine degli anni Ottanta come ente culturale a sé stante, con un proprio direttore e presidente, un C.d.A., una linea di ricerca peculiare che la configurava come Centro di Ricerca sulla Contemporaneità. 

Negli anni la sua ragione sociale è cambiata, passando da galleria comunale a fondazione, aprendosi alla partecipazione di enti privati. Nel 2011 però, a causa della crisi finanziaria iniziata nel 2008, il Comune di Trento ha ridotto il suo contributo economico e la Fondazione Galleria Civica è entrata in crisi, venendo di fatto stata messa in liquidazione e generando un dibattito culturale molto aspro.

La Provincia Autonoma di Trento ha deciso di salvarne l’eredità culturale immateriale. La Galleria con il suo marchio e il suo specifico ambito di ricerca è stata trasferita sotto la competenza del MART, diventandone una sede staccata. Nel 2013, quindi, io come curatore e responsabile dell’archivio ADAC e Margherita De Pilati come Responsabile della Sede abbiamo iniziato questo nuovo percorso che continua tutt’ora. 4. Everyday life Ph Mart Luca Meneghel

Quali sono oggi le linee di ricerca sviluppate dalla Galleria Civica?

La Galleria vuole essere quell’ufficio del MART che si occupa del rapporto tra la scena artistica culturale locale e quella nazionale. I due filoni di indagine sono individuabili, da un lato, nella scelta di esperienze locali che abbiano avuto un richiamo e un respiro nazionale e, dall’altro, nelle esperienze artistiche nazionali o internazionali che vengono portate a Trento per mettersi in dialogo con l’uditorio e la scena locale.

Posso citare un paio mostre che esemplificano queste due linee di ricerca complementari. 

Nel 2015 la mostra Astrazione OggettivaOltre la teoria, il colore presentava il lavoro di un gruppo di artisti trentini (Mauro Cappelletti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Aldo Schmid, Luigi Senesi e Giuseppe Wenter Marini) che, negli anni Settanta, si impone nell’ambito della pittura analitica riverberando anche sul piano nazionale. 

Lo stesso approccio è stato applicato per la mostra del 2017 Legno | Lën | Holz in cui abbiamo ragionato su un’esperienza artistica locale per approfondire una tecnica specifica, quella della scultura lignea contemporanea, che ha influssi importanti anche sul piano nazionale e internazionale.

Per il secondo filone di ricerca, penso alla mostra Everyday life nata dalla collaborazione con il Festival dell’Economia, presieduto da Tito Boeri. Riflettendo sugli argomenti della globalizzazione, del nazionalismo e della rappresentanza proposti dall’edizione 2019 del festival, abbiamo deciso di lavorare sul tema della post-fotografia, coinvolgendo molti autori internazionali: Adrian Paci, Alessandro Calabrese, Brigitte Niedermair, Daniele Girardi, Dido Fontana, Discipula, Filippo Berta, Filippo Minelli, Giovanni Morbin, Hannes Egger, Ingrid Hora, Nicolò Degiorgis, Paolo Ciregia, The Cool Couple.

Siamo partiti dalle collezioni del MART, usando le fotografie di Andreas Gursky, Fischli & Weiss, Shirin Neshat e Wolfgang Tillmans come prologo sugli anni Novanta con fino ad arrivare all’oggi, indagandolo con gli autori contemporanei che ti ho citato. 5. Stefano Arienti, Studio per Fra gli Alberi, 2015

Quali sono i prossimi progetti a cui stai lavorando?

Per la prossima mostra partiremo dal Ciclo dei Mesi di Torre Aquila al Castello del Buonconsiglio (1395), uno strepitoso affresco del Gotico Internazionale, per reinterpretare in chiave contemporanea il concetto di camera picta: una stanza in cui, grazie agli interventi di un artista, le percezioni spaziali vengano radicalmente alterate. 

Sono stati scelti nove artisti di rilievo nazionale, chiedendo a ognuno di dare una lettura personale del tema, offrendo lo spazio della Galleria a moltissime suggestioni immaginative. Abbiamo coinvolto Francesco Arena, Stefano Arienti, Benni Bosetto, Andrea Mastrovito, Fabrizio Perghem, Alessandro Piangiamore, Federico Pietrella ed Esther Stocker e ciascun artista è stato molto generoso, realizzando lavori installativi ed esclusivamente site specific. A completare il progetto l’intervento di Francesco De Grandi all’interno del Ciclo dei mesi di Torre Aquila.

La mostra si intitolerà Camera Picta e sarà visitabile dal 18 giugno fino al 12 settembre 2021.

6. Andrea Mastrovito, La Melancolia dell’Uomo Invisibile, 2018-2021

Crediti immagini:
1. Ritratto di Gabriele Lorenzoni. Ph. Credit: Mart, Jacopo Salvi
2. Exhibition view, Astrazione oggettiva, 2015. Ph. Credit: Mart, Jacopo Salvi
3. Exhibition view, Legno | Lën | Holz, 2017. Ph. Credit: Mart, Lorenzo Viesi
4. Exhibition view, Everyday life, 2019. Ph. Credit: Mart, Luca Meneghel
5. Stefano Arienti, Studio per Fra gli Alberi, 2015. Courtesy l’artista e Museo Kartell, Noviglio – Milano
6. Andrea Mastrovito, La Melancolia dell’Uomo Invisibile, 2018-2021. Courtesy l’artista e Galleria Michela Rizzo, Venezia

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