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May 21, 2021

“Orderly Confusion” di Oliver Kofler a Laives

Francesca Fattinger

Lo Shibuya Crossing, a Tokyo, è il passaggio pedonale più trafficato al mondo. Lo attraversano contemporaneamente da tutte le direzioni circa 2.500 persone alla volta, eppure tutti riescono a raggiungere l’altro lato della strada. In questo caos, tutti sanno come comportarsi per garantire l’attraversamento agli altri. Questa filosofia si ritrova in quasi tutti gli aspetti della vita locale.
Oliver Kofler

Ogni volta che leggo la parola confusione è come se dallo schermo uscissero una dopo l’altra la parola con- e la parola  -fusione: non riesco a pensarle in altro modo, per me con-fusione é il fondersi, il combinarsi, l’intrecciarsi di elementi che apparentemente diversi formano un tutt’uno. L’uno non può esistere senza l’altro e, anche se sono contrastanti e stridono, è proprio nella creazione del caos che si danno origine a vicenda. Un caos generativo, materno e vivo e che nasconde un ordine superiore, inafferrabile a un primo e superficiale sguardo.

Opera 3

Oliver Kofler, fotografo, geometra e skateboarder bolzanino, ci invita ad andare in profondità e a sondare gli abissi nascosti di questa “confusione ordinata” e lo fa invitandoci a incarnare il suo sguardo e le sue emozioni vissute in Giappone durante uno dei suoi viaggi, che negli anni lo hanno portato da San Francisco a New York fino all’Indonesia e lo Sri Lanka.

Orderly Confusion” è infatti il nome del suo progetto fotografico, ora esposto presso la Sala Espositiva in via Pietralba 29 a Laives, nella mostra organizzata dall’Associazione culturale Lasecondaluna e curata da Stefania Rossi. È stato realizzato nell’aprile del 2019 e si compone di 63 opere realizzate in Giappone con una Kodak Retinette del 1959 e una Pentax Me degli anni Ottanta, successivamente sviluppate e stampate in camera oscura dall’artista stesso.

L'artista Oliver Kofler e la curatrice Stefania Rossi

Una mattina presto, dopo la pioggia notturna, ho camminato fino alla stazione ferroviaria percorrendo una piccola strada secondaria. Gli uccelli cantavano, le strade erano vuote e c’era una leggera brezza. Mentre passavo, ho notato qualcosa per terra e mi sono fermato a dare un’occhiata più da vicino. La luce e il riflesso delle linee elettriche trasmettevano un’atmosfera drammatica in questo quartiere completamente immobile e silenzioso.

Queste ancora le parole dell’artista che descrivono una delle fotografie che troverete in mostra, le cito perché mi sembrano nuovamente condensare e rendere visibile il filo rosso del progetto: lo sconfinare dell’equilibrio nella confusione e viceversa, così come del dramma nella tranquillità e nel silenzio.

Opera 2

Scene di vita quotidiana giapponese che ci trascinano in ogni scatto in una dimensione altra e lontana e che ci calano in un racconto visivo fatto di capitoli a sé stanti ma allo stesso tempo intimamente legati.
Del Giappone si può raccontare molto, ma è proprio in quello che difficilmente si può esprimere a parole che le fotografie di Oliver ci vengono in soccorso: così una bambina che dona del cibo ai piccioni nel Parco della pace di Hiroshima, la preparazione per una processione tradizionale, il traffico pedonale nella Shibuya Crossing di Tokyo, un uomo con una valigia pesante, un soffio improvviso di fumo da una sala giochi si trasformano nel ritratto di alcune delle sfaccettature della complessità un luogo, di un popolo e di una cultura.

Il fatto non secondario che Oliver fotografi in analogico e in bianco e nero, frequentando quasi ogni giorno la camera oscura, carica ancora di più ogni fotografia di un tempo rallentato, di un’attesa tipica della memoria e del ricordo vissuto.

La mostra, organizzata con il contributo e il patrocinio del Comune di Laives e il contributo della Provincia Autonoma di Bolzano, della Regione Autonoma Trentino – Alto Adige, della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano e della Comunità Comprensoriale Oltradige – Bassa Atesina, è visitabile fino a sabato 29 maggio nei seguenti orari: da martedì a sabato, ore 10-12 e 16-19 (domenica e lunedì chiuso).

L’ingresso è libero, ma si ricorda che, nel rispetto delle norme provinciali, per accedere alla mostra è necessario essere in possesso di una certificazione che attesti l’avvenuta vaccinazione, la negatività a un tampone realizzato nelle ultime 72 ore oppure l’avvenuta guarigione negli ultimi 6 mesi.

Foto di Oliver Kofler 
Ritratto: Stefania Rossi e Oliver Kofler nella mostra di Giulia Calò 

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