Livre d’Or 09. Villa Verde

La prima cosa, lo spazio. Tanto e generoso, prodigo di verde, di aria e di cielo, che si distendono a perdita d’occhio, appena superato il cancello che invita a entrare.

La signorile villa bianca dal tetto appuntito come le cime benevole che le guardano le spalle, contende l’attenzione alla nuova curva architettonica che racchiude il prato, la piscina iridescente e il laghetto naturale. Tutto è calma e tranquillità, luce ed energia. Fermi e incantati al centro del grande giardino, giriamo su noi stessi una, due, infinite volte e riempiamo lo sguardo con ogni particolare d’erba, d’acqua, legno e nuvole. 

I fiori colorati che oscillano al vento e le erbe aromatiche ci accompagnano verso l’ombreggiata terrazza, dove ci attardiamo un momento per fare merenda. Un caffè fumante e il pacato gocciolio della lunga fontana siglano l’inizio della nostra vacanza in villa. All’interno, torna a stupirci la generosità dello spazio. Ce n’è così tanto e così ben disegnato che potremmo perderci, senza mai smarrirci davvero, tra lampade, divani e mazzi di fiori appena raccolti.

Nell’impeccabile trama di forme e materie, i colori si inseguono in perfetta sincronia, soffici e delicati come le matite preferite di un bambino sognatore. Dalle pareti agli arredi, lasciano dietro di sé una piacevole scia cromatica, che va dalla freschezza del verde menta alla leggerezza del più bel punto di rosa che si possa immaginare. È soprattutto nella spaziosa biblioteca che questo gioco delle tinte si mostra al suo meglio. Le pareti qui sono così alte che sembra di stare direttamente sotto il cielo. Le poltrone e i divani sono così invitanti che ci si potrebbe sprofondare per ore, a scorrere dorso dopo dorso tutti i titoli ben allineati nell’immensa libreria. Il grande camino, infine, punto focale di tutta la stanza, fa sognare serate languide e lente, calde e confortevoli. 

Continuiamo a perlustrare lo spazio e raggiungiamo l’infinita veranda, chiusa eppure en plain air, raccolta eppure aperta sulla luce esterna che la lambisce e l’accarezza. 

Un pianoforte a parete, un divano d’antan, le enormi poltrone dagli intrecci di paglia di memorie viennesi, un carrello da cocktail e un grande tavolo pieno di riviste patinate e curiose: ecco un altro angolo dove fermarsi, andando indietro nel tempo senza però indugiare troppo nella nostalgia. I tocchi passati, i mobili retrò, i piccoli oggetti scovati qua e là per mercatini e rigattieri, si allineano impeccabili in questo grande salotto affacciato al sole. Che, come tutta la casa, stupisce con personali e sentimentali madeleine, pur mantenendo sempre vivo il suo respiro di novità e freschezza. 

Anche il nostro appartamento privato dispensa a piene mani colori tenui, placida calma e spazio generoso. 

Dal salottino al letto, dal terrazzo al tavolo, ovunque guardiamo vediamo luce, che entra sfiziosa dalle vetrate, accarezza la fronte e solletica i pensieri. Ci riposiamo qui per un po’, osservando di tanto in tanto la villa elegante che ci sta proprio di fronte e la mezzaluna di legno là fuori, mentre il sole cala e la notte si illumina. 

Al mattino, è la brina luccicante del parco a chiamarci insistente. 

La colazione ci sazia, i piedi scalciano via le scarpe per toccare il prato fresco e pungente, il sole invita a spogliarsi a sdraiarsi, a lasciarsi cadere nel silenzio e nel riposo assoluto. Le linee appena increspate della piscina riflettono il blu intenso del cielo di montagna e tuffarcisi dentro, tra sopra e sotto, è inevitabile. Tutto questo spazio tutto per noi, così tanto e così generoso, è un tale refrigerio e una tale delizia, che non vorremmo davvero più andar via. 

Grazie. Siamo stati bene qui,