Culture + Arts > Visual Arts

May 6, 2021

Another View #04: doppio dialogo con
Sara D’Alessandro e Giusi Campisi

Valentina Varoli
Curatori, associazioni, musei. L'arte raccontata da chi se ne prende cura.

1300 km equivalgono alla distanza coperta dagli abitanti delle Isole Trobiard durante la cerimonia del Kula. 1300 km percorsi affrontando l’oceano in canoa per raggiungere gli altri isolani e scambiarsi braccialetti e collane di conchiglie. Un viaggio per avvicinare le persone, offrendo piccoli doni per creare legami.

1300 km è anche il nome di un progetto sul tema di arte e psicanalisi realizzato da Waiting Room Residency e inaugurato il 19 aprile nella sala d’attesa del centro di psicanalisi Jonas Trento. In fondo, che cosa sono Arte e Psicanalisi se non un viaggio per creare relazioni e prendersi cura dell’altro?

Ce ne parlano le curatrici, Sara D’Alessandro e Giusi Campisi.

1300 km - 4Che cos’è Waiting Room?

G.C.: Waiting Room è un progetto attivo dal 2014 che nel tempo si è evoluto e strutturato sempre di più. 

È nato come una collaborazione tra Jonas Trento e Museo Wunderkammer. Inizialmente non aveva un format preciso, si trattava di una sorta di long term performance con un esito espositivo nella sala d’attesa del centro di psicanalisi. Di volta in volta, venivano chiamati artisti di diverse discipline per confrontarsi con lo psicanalista sul tema del “sinthomo”, neologismo ideato da Jacques Lacan che indica la relazione tra i registri dell’immaginario, del simbolico e del reale, avviando riflessioni molto interessanti su cosa si attiva quando questi tre ambiti si intrecciano e danno avvio a un’attività di tipo artistico-creativa. 

A partire da queste iniziative, il gruppo di psicanalisti di Jonas ha cominciato a realizzare con il mio aiuto piccole mostre nella sala d’attesa del centro, coinvolgendo artisti vicini al centro di psicanalisi. 

Dopo circa un anno, queste attività disorganizzate si sono trasformate in una collaborazione continuativa, diventando un format di mostre – quattro all’anno – che presentavano lavori già esistenti di vari artisti.

S.D.: Nell’ultimo anno invece c’è stato un cambiamento sostanziale, grazie al sostegno di Fondazione Caritro, è nato Waiting Room Residency: una vera e propria residenza che ha coinvolto gli artisti, stimolandoli a lavorare per un anno sulla relazione tra arte e psicanalisi, con l’obiettivo di produrre opere site specific da presentare nello spazio della sala d’attesa del Centro Jonas.

Il confronto diretto e prolungato tra artisti e psicanalisti ha fatto emergere molte problematiche che hanno cambiato i paradigmi della produzione dell’opera e della pratica della curatela. Per esempio abbiamo ragionato su quali siano le esigenze di una sala d’attesa, uno spazio di cura dedicato alla terapia psicanalitica che acquisisce un valore specifico sia a livello spaziale, come luogo di accoglienza e cura, sia a livello concettuale ai fini della terapia. 1300 km - 6

Per questa prima edizione di Waiting Room Residency quali artisti sono stati coinvolti?

G.C.: Abbiamo coinvolto Daniela Cattivelli e Maria Adele del Vecchio, ciascuna di loro ha portato le proprie pratiche artistiche e i propri immaginari, lasciandoli aperti alle suggestioni ispirate dal dialogo con il team di psicoanalisti di Jonas e arricchendoli con letture condivise.

Daniela Cattivelli, compositrice e sound artist, è partita da una suggestione sul tema dell’allucinazione sonora. Quale relazione può esserci tra un’allucinazione audio condivisa, come il rumore del mare trasmesso dalla conchiglia, e quelle non condivise, come le voci che sentono i matti? 

L’artista ha posizionato dei trasduttori sonori su dei pannelli di legno che, trasformandosi in una cassa di risonanza, diffondono nello spazio della sala d’attesa suoni inarticolati come quelli delle lingue fischiate, veri e propri codici di comunicazione che trascendono il concetto di linguaggio.

S.D.: Maria Adele Del Vecchio, artista post-mediale che lavora molto sul tema del linguaggio, invece realizzerà una sorta di “decorazione” concettuale per evitare quella centralità che caratterizza le mostre allestite nei luoghi canonici dell’arte. L’idea è quella di sfruttare le peculiarità e la libertà di sperimentazione che offre questo spazio per creare delle installazioni decentrate. 

La sua mostra sarà inaugurata in concomitanza con la presentazione pubblica della bookzine Item, il 10 giugno a Palazzo delle Albere a Trento e l’11 giugno nel Quartiere di Santa Maria a Rovereto.WR - %22THE NAME OF THE THING WE WANT TO LOOK AT%22

Che cos’è Item?

S.D.: Item è l’esito editoriale del progetto di residenza di quest’anno. L’intento è quello di permettere al pubblico di approfondire la relazione tra arte e psicanalisi. La bookzine replica l’idea di dialogo, aspetto fondante di Waiting Room Residency oltre che della pratica psicanalitica, offrendo in forma scritta i dialoghi che sono stati seminali per lo sviluppo del progetto durante tutto l’anno di residenza. Abbiamo coinvolto diversi intellettuali sia dal settore dell’arte sia del settore dalla psicanalisi: storici dell’arte, filosofi, artisti che operano nell’ambito del disagio mentale che analizzano la relazione tra arte e psicanalisi da diversi punti di vista. 

G.C.: Inoltre, durante le due giornate di presentazione di Item, si svolgerà anche un programma di performance pubbliche io è un altro, che coinvolgeranno le due artiste e il pubblico. 

Daniela Cattivelli proporrà una performance partecipativa che raccoglie il tema del disagio mentale, sarà tutta incentrata sul concetto delle fobie e sulla loro condivisione mentre Maria Adele Del Vecchio lavorerà usando lo specchio – tema molto lacaniano – che con questa residenza ha assunto una centralità nuova nella sua ricerca.08_Maria Adele Del Vecchio_Antea_2006_solvent on poster (framed)_cm 98 x 72

Che cosa ha rappresentato questa esperienza per voi come curatrici?

S.D.: Per me è stata la prima collaborazione con la realtà di Waiting Room e si è rivelata un importante stimolo per interpretare la curatela come una pratica fluida che può adattarsi a vari contesti. Come curatrice ho sempre voluto dedicarmi a progetti in grado di spostare il paradigma dello spazio espositivo classico, cercando posti inconsueti dove fare mostre. Questo diventa un modo per concepire la mostra come se fosse un’opera in sé, non una semplice raccolta di opere, e lavorare su progetti che possano aprire prospettive diverse dalle semplici dinamiche dell’arte stessa.

G.C.: Lavorare sullo spazio della sala d’attesa del Centro Jonas si traduce in una sfida per reinterpretare questo ambiente, anche se ormai conosco molto bene questo luogo, le possibilità di trasmigrazione di conoscenze tra le discipline fornisce sempre punti di vista nuovi. 

Vorrei sottolineare anche quanto il centro Jonas Trento sia coraggioso ad ospitare queste mostre poiché modificare il setting della sala d’attesa può essere spiazzante per le persone che in analisi vorrebbero trovare sicurezze continue. Le opere d’arte che presentiamo però spesso si sono trasformate in uno spunto per molti pazienti che iniziano a ragionare e creare associazioni di pensiero già nella sala d’attesa, per poi portarli come questione allo psicologo e da lì partire per altre riflessioni.

Waiting Room Residency è realizzata dall’Associazione Tiring House in collaborazione con Jonas Trento grazie al contributo finanziario della Fondazione Caritro.

Ogni appuntamento pubblico successivo di Waiting Room Residency sarà comunicato sul sito waitingroom.studio

09_Maria Adele Del Vecchio_Herstory_2011-2015_c print_cm 64 x 34 (framed)_ed. 2:3

Crediti:

1, 2, 3, Daniela Cattivelli, veduta della mostra 1300 km, 2021. Installazione sonora amplificata da altoparlanti exciter, adesivi applicati al pavimento. Trento, Centro di Clinica Psicoanalitica Jonas. Foto di Lorenzo Danieli.

4, WR – “THE NAME OF THE THING: Maria Adele Del Vecchio, Senza titolo, 2020. Tessuto, dimensioni ambientali. Foto di Lorenzo Danieli.

5, Maria Adele Del Vecchio_Antea_2006_sol: Maria Adele Del Vecchio, Selfportrait as fading Antea, 2006. Solvente su poster, 98 x 72 cm. Courtesy l’artista e Galleria Tiziana Di Caro.

6, Maria Adele Del Vecchio_Herstory: Maria Adele Del Vecchio, Herstory, 2011-15. C-print, 64 x 34 cm (incorniciata). Courtesy l’artista e Galleria Tiziana Di Caro.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.