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April 5, 2021

L’utilità dell’inutile #10: il peggio non muore mai

Michil Costa

Inutile essere solidali con i peggiori. Quando la sensibilità si manifesta a modi alterni, il gruppo politico che tanti proseliti ha, riesce ancora una volta a dare il peggio. Mi piacerebbe pensare che è un ballo dell’inutilità, ed in effetti nella nostra provincia, loro, gli eternamente arrabbiati, non contano nulla. Non hanno idee, non hanno progetti, hanno qualche alleato: di facciata. No, non sono inutili. Quando di mezzo c’è la dignità delle persone, quando gli attacchi sono sessisti, quando tessono azzardate relazioni con i clan, quando si scagliano su “quelli là”, allora diventano pericolosi. Letali quando sono in cima alla scala del potere. Pensano di trovare una soluzione al traffico delle auto bucando le montagne, che è come costruire muri per evitare gli approdi ai barconi. No, non pensano. Mancano di idee, un po’ è tattica, ma sono anche profondamente ignoranti. Ignorano la complessità del mondo. Loro semplificano, decontestualizzano, presentano dati in modo impreciso e poi inventano: di sana pianta. Ergono pilastri sui quali viene eretta la narrazione oggi ancora troppo egemone nel paese: l’accomodamento della realtà. Troppi contagi? La risposta è: ritorno alla vita. Per loro, i cementificatori di professione, la transizione ecologica dev’essere come il mostro di Lochness: inguardabile e comunque inesistente. Quando chiamano “schifosi” il gruppo delle sardine, quando a occuparsi di cyberbullismo nominano un cyberbullo e questo viene pure difeso dallo staff che lo ha voluto, quando chiamano “troie” due donne “colpevoli” di aver scelto un altro partito, allora dovremmo avere compreso: il peggio non muore mai. Quando usano iperboli e con i loro toni accesi nella loro oratoria mostrano tanti muscoli e poca materia grigia, pensano di essere la massa critica della società, non sapendo che serve lavorare su ciò che unisce, non su ciò che divide. Non sanno, ignorano. Sette leghe sotto i mari dell’incapacità: come mai tutte le regioni da loro governate sono sotto la media nazionale nella somministrazione di dosi vaccinali? L’attuale ministro del turismo fino a pochi giorni fa aveva scritto sul suo sito a caratteri cubitali: prima il nord. Buona idea: potremmo promuovere il Nord Italia nel mondo! Loro parlano, straparlano. E come parla bene il diavolo! Anzi gran parte del male che commette lo fa parlando. Il diavolo suggerisce, ispira, persuade. A fare ci pensiamo noi. Come l’infinito è umanamente insopportabile, così lo sono anche loro. Ecco allora, oltre che a darmi fastidio mi fanno ribrezzo. 
Dante, che aveva privato i ladri di quella esistenza umana corporea che agli altri dannati è concessa, chissà cosa ne avrebbe fatto di loro. Li avrebbe resi ectoplasmi, fantasmini con la madonnina al collo da sbaciucchiare ogni tanto, caso mai in favore di telecamera. Ma L’invenzione geniale del Sommo Poeta consiste nel non aver dato a Satana la parola. È l’afasia di Satana, non ha una parola da dire, non ha il logos. Non è Padre. Così come non sono padri, tantomeno della Patria, questi qua, che sempre sbraitano, dileggiano, insultano e che la Costituzione pensano sia quella sana e robusta. 

E già, ci vorrebbe un Dante contemporaneo per togliere la parola a questi energumeni che tanto vorrebbero sedersi alla destra del Padre, destra estrema, proprio quella laggiù in fondo dove tutto si fa nero e le pareti sono ricoperte di olio di ricino. Inutili per il bello, perché è il brutto ciò che li attrae. E allora cosa possiamo fare? Noi siamo “solo” responsabili di ciò che guardiamo. Dante, salvaci tu, ancora e per sempre. 

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