Culture + Arts > More
March 16, 2021
ArtMaySound 2021: fumetti, musica, arte approdano nelle piazze digitali (ma non solo)
Stefania Santoni
Oggi desidero parlarvi di ArtMaySound, un festival ideato da lʼassociazione La Strada/Der Weg Onlus di Bolzano e sostenuto da lʼUfficio Giovani del Comune di Bolzano e lʼUfficio Politiche Giovanili della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia di Bolzano.
Lʼaltro giorno ho avuto il piacere di intervistare Roberta Catania e Valentina Stecchi de lʼassociazione La Strada. Sentiamo che cosa hanno da dirci in merito!
Come nasce ArtMaySound, Roberta?
ArtMaySound è un festival che questʼanno compie quindici anni e che di solito portava fumetto e musica nelle strade e piazze di Bolzano (da piazza Walter a piazza del Grano per arrivare nella periferia di Firmian). È sempre stato un evento molto atteso da tutta la cittadinanza perché riusciva a mettere in contatto fumettisti, artisti, musicisti emergenti direttamente con il loro pubblico. I Fans o gli appassionati potevano interloquire ed interfacciarsi con i loro idoli o più semplicemente con chi era riuscito a fare una cosa che anche loro avrebbero desiderato mettere in atto. Aspetto che trovo molto interessante è il fatto che ArtMaySound sia nato dalla richiesta di un giovane appassionato (entrato allʼinterno di uno dei centri giovani dellʼassociazione) di dar vita ad un festival: da questa proposta ArtMaySound è diventato un festival cittadino stimato, apprezzato, atteso. Purtroppo dallo scorso anno ci siamo dovuti un poʼ reinventare: ad inizio aprile 2020, io e Valentina ci siamo trovate nella condizione di dover decidere se far saltare lʼedizione o se trasformarlo in qualche cosa di nuovo. E…Non solo non lʼabbiamo annullato, ma siamo state in grado di raddoppiarlo! Abbiamo pensato di predisporre sia una versione online (ArtWebSound, il primo festival italiano di musica e fumetto online) che rimane sempre nel mese di maggio come da tradizione per il festival, sia una in presenza (ArtLiveSound) in settembre, al parco dei Cappuccini, così da mantenere il contatto con il pubblico e gli artisti, come una vera e propria manifestazione culturale. Per noi è stato fondamentale (e lo è tuttʼora) riuscire a lavorare su entrambi i fronti e tentare una conciliazione tra la sezione web e quella live.
Cʼè un nucleo tematico attraverso il quale si declina il festival, Valentina?
Certamente. Il motivo dello scorso anno era contatto. In seguito ad una lunga riflessione abbiamo pensato che questo concetto fosse interpretabile in vari modi: il contatto può essere sia digitale che reale ed è sicuramente un aspetto che ha fortemente caratterizzato i mesi che abbiamo vissuto chiusi, privi di contatto per lʼappunto. Sentivamo il bisogno di mantenere un legame, una connessione che fosse fisica e virtuale al tempo stesso. Potrei dirti che la parola contatto è stato un poʼ lʼemblema del festival 2020. Questʼanno invece ci siamo orientati su un altro filone, punti di vista: tale riflessione nasce dal fatto che questa situazione di isolamento ci porta spesso ad assumere una prospettiva individuale, soggettiva, incentrata sulla finestra di cui ci serviamo per guardare il mondo. Ma dʼaltro canto punti di vista vuole essere uno stimolo per addentrarci dentro gli sguardi degli altri, attraverso il principio dellʼempatia e dellʼimmedesimazione. Punti di vista si propone quindi di essere sia un modo per stimolare le persone a mostrarsi liberamente a livello di grafica o di disegno che un monito per esplorare lʼalterità. La nostra idea è quella di praticare la polisemia.
Quale è la struttura di ArtMaySoud, Roberta?
La versione web di questʼanno è simile a quella del 2020: offriremo, durante una due giorni (7 e 8 maggio 2021), la possibilità di accedere a videointerviste con nomi importanti del fumetto italiano, ma anche a webinar su disegno, fumetto, musica emergenziale, panel, challange, presentazioni di libri e mostre virtuali. Ci saranno inoltre contenuti inediti di fumettisti ed una call. Lo scorso anno abbiamo cercato un intento benefico e affiliato i nostri eventi serali gemellandoci con GEA, il Centro dʼAscolto Antiviolenza, perché durante il lockdown cʼera stato un picco esponenziale di casi di violenza di genere (da quella domestica al femminicidio): pensavamo che fosse opportuno utilizzare il linguaggio culturale, come quello dellʼarte e della musica, per arrivare a più persone così da sensibilizzare riguardo a questa piaga sociale che riguarda la nostra civiltà. Anche questʼanno abbiamo scelto di avere un approccio sociale, perché non vogliamo abbandonare lʼimprinting dellʼassociazione La Strada che è quello di guardare agli ultimi, a chi in questa situazione si trova più in difficoltà.
Immagino che ci sia una fitta rete di partnership che coordina il progetto. Chi fa parte della vostra rete, Valentina?
Sì, certamente. Durante il festival ci affianca sempre Bluspace, un centro giovani di musica blu, che si occupa di portare avanti tematiche musicali tra i giovani. Con Diego Baruffaldi, il coordinatore di Bluspace, ragioniamo su come strutturare i concerti sia in versione live che web, così da condividere visione e progettualità. Altre realtà che abbiamo coinvolto lo scorso anno, ma con cui ci piacerebbe lavorare anche questo si trovano al di là della frontiera provinciale: la versione web infatti ha promosso uno sguardo oltre la dimensione locale consentendo partnership con CNR (che ha una collana di divulgazione attraverso il fumetto), Topolino, Comics&Science, Cinema Arsenale, On Air e Artribune, tutte realtà che spaziano da Roma a Milano, da Pisa a Lamezia Terme.
E chi sono i fruitori del festival, Valentina?
Nello sdoppiamento del festival sicuramente si rilevano destinatari differenti. La piazza virtuale consente di superare i confini della presenza fisica (siamo arrivati persino in Inghilterra!) ma ha un target è molto filtrato perché è necessario avere dimestichezza con il mondo digitale. In presenza invece è possibile abbracciare un pubblico anche lontano dal web. Da qui lʼidea di tenere entrambe le versioni, così da favorire inclusione per adulti, ragazzi, bambini.
Ci sono degli aspetti che ritieni fondamentali del festival, Roberta?
Sicuramente lʼattenzione verso lo sviluppo dei talenti giovanili, così da sostenerli nella fase maieutica e creativa. Il festival non si limita ai grandi nomi, ma apre lʼopportunità a chi sta tentando di portare contenuti di qualità in un nuovo contesto, che è il linguaggio del fumetto. Dallʼesperienza dello scorso anno era emerso in varie occasioni il fatto che il fumetto fosse un mondo molto maschile: questʼanno abbiamo quindi deciso di dare più spazio e voce anche alle artiste donne. Perché non è che non esistano, anzi! Fanno, come in altri ambiti lavorativi, molta più fatica a farsi sentire, scoprire, conoscere. La nostra idea è quella di promuovere uno spazio culturale che tenga conto della meritocrazia e del talento. Inoltre, altro aspetto che considero molto interessante è il fatto che grazie al web siamo riusciti ad intercettare lavori sul fumetto sconosciuti ai più, come chi si occupa del lettering, il colorista, la traduttrice. Unʼultima cosa: lo scorso anno siamo riuscite ad intercettare 49 artisti. È un risalutato straordinario!
E tu Valentina?
Il fatto di mandare avanti i giovani a fare interviste agli artisti è una delle caratteristiche che più mi preme sottolineare. Il nostro lavoro è dietro le quinte: definiamo insieme a ragazzi e ragazze le linee per delineare gli interventi, ma poi sta a loro farsi avanti. Un aspetto decisamente gratificante è che tanti nomi illustri del fumetto (come Silvia Ziche, Massimo Fenati, Guido Scarabottolo) che abbiamo contattato questʼanno ci hanno espressamente detto che non era necessario spiegare che cosa fosse ArtMaySound, perché ne erano perfettamente a conoscenza: questo significa che nel settore cʼè scambio e che si parla di noi, del nostro lavoro culturale. Lo scorso anno siamo addirittura finiti su Topolino! Ah, quasi dimenticavo di dirti che questʼanno siamo gemellati con un altro festival, il BettyB!
Unʼultima questione. Quali piattaforme utilizzerete il 7 e lʼ8 maggio?
Le piattaforme utilizzate dal festival saranno le più varie. La pagina Facebook di COOLtour sarà il polo centrale attorno di fruizione e interazione del festival attorno al quale ruoteranno con le loro specificità Instagram e Youtube.
Foto: Valentina Gentili, Samira Mosca, Asia De Lorenzi
Comments