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March 12, 2021

Connesso/Verbunden, Filo Rosso, Insalata di Bosco, Salotto Don Bosco e l’importanza delle relazioni

Francesca Fattinger

A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi si incrociano per un secondo e poi sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano.
Italo Calvino, Le città invisibili

Eccomi all’ultimo articolo su “Transforming the City by Care (TCC)”, 10 micro trasformazioni che hanno avuto come principale luogo di azione, il quartiere di Don Bosco di Bolzano, ma non solo. Si tratta di un progetto sviluppato all’interno del Master in Eco-Social Design e nato dagli intenti comuni e dalla collaborazione tra la Libera Università di Bolzano, la cooperativa sociale OfficineVispa e L’Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù e Promozione sociale del Comune di Bolzano. 

In questo ultimo articolo ho raggruppato i progetti che mi sembra abbiano lavorato in modo particolare sulle relazioni. Per questo motivo mi piace concludere questo approfondimento con una citazione a cui sono molto affezionata, presa da uno dei libri più belli mai scritti: “Le città invisibili”, pubblicato nel 1972. Le città racchiudono in sé sempre molte cose, ce lo insegna Italo Calvino, che racconta di città costruite da desideri e da paure, con regole assurde e a volte prospettive ingannevoli, città come luoghi di scambio, trame di memoria, parole e ricordi. Un quartiere ha in sé la stessa natura dinamica, nasconde relazioni visibili e invisibili, memorie e sogni. E sul quartiere di Don Bosco, sulle persone che ci vivono e sulle loro relazioni, hanno lavorato quattro gruppi. 

michi_chia' (2 von 3)Il primo gruppo ha progettato Connesso/Verbunden (C), un progetto di design eco-sociale che vuole potenziare la rete tra tutti gli attori del quartiere di Don Bosco. Lo fa rendendo visibili le competenze di tutti, così come le possibilità di scambio e collaborazione. Il progetto è iniziato con una raccolta dati, avvenuta attraverso ricerca sul campo e interviste, per trasformarsi in una raccolta di complementi d’ufficio utilizzabile dai gruppi di lavoro nella propria routine quotidiana come una grande mappa, un calendario e un indirizzario, chiamato mazzetta-attore.
Il secondo progetto Filo Rosso (F), al suono di “ehi, adesso ci vedi?”, hanno creato una piattaforma online in cui sono riportate le associazioni con pagine personalizzate e una “bacheca centrale” nella piazza di Don Bosco riportante tutte le associazioni e gli attori attivi nella zona. Inoltre hanno creato una serie di pannelli esplicativi, posti al di fuori delle stesse organizzazioni, per evidenziarne la presenza e creare un vero e proprio “filo rosso” che corra attraverso il quartiere e crei legami visibili, utili e utilizzabili.
Il terzo progetto Insalata di Bosco (I) invece collega le persone del quartiere attraverso il cibo: quale potrebbe essere un modo più bello??? Il gruppo ha raccolto ricette e storie di famiglia, includendo le varie culture che si trovano a vivere l’una accanto all’altra nel quartiere, a condividere spazi, sogni e paure. Non si tratta solo di un archivio di ricette ma un modo per incoraggiare un dialogo virtuale e fisico. Insalata di Bosco crede fortemente che cucinare e mangiare insieme sia un modo per aprire il nostro cuore, per celebrare e abbracciare le nostre differenze e renderle una ricchezza comune.
Infine Salotto Don Bosco (S) vuole “parlare di quello che importa del quartiere” attraverso la creazione di spazi di co-creazione di strategie e di scambio reciproco, per permettere a tutt* i/le cittadin* di partecipare ai processi decisionali: costruendo insieme il terreno per iniziative di successo guidate dalla comunità. L’8 gennaio 2021 c’è stato un seminario partecipativo, moderato e facilitato dal gruppo. Il risultato è stato scoprire che il COVID ha sicuramente creato ostacoli, ma ha anche rappresentato un’importante opportunità per sensibilizzare la comunità e stimolarne la partecipazione.

Queste qui sotto sono state le mie domande per conoscerli meglio:

Ci raccontate un po’ di voi? Chi siete? Raccontateci chi siete attraverso i vostri sogni nel cassetto!
Qual è stata la più grande difficoltà e soddisfazione del progetto?
Quali parole chiave sintetizzano il vostro progetto?
In che modo volete o pensate di portare avanti il vostro progetto?

Andiamo ora a leggere e curiosare tra i loro sogni nel cassetto, tra le difficoltà con cui hanno dovuto confrontarsi e tra i loro progetti per il futuro…

 We are Chiara and Michelangelo coming from Germany and Italy. Our backgrounds are in Media Design and Industrial Product Design. Chiara is a passionate and plant-mother, therefore, her dream is to create a jungle in her room. Michelangelo’s utopic dream would be to raise a vineyard and produce organic/natural wine in his home region (Apulia).

C: In the beginning, the main difficulty of the project was to get in deep contact with all the stakeholders in short time. Furthermore, this caused the understanding of the precise need of the network. The satisfaction along the project was given by the good exchange of thoughts with the stakeholders. Their nice feedback motivated us all the time to go further on.

C: Connection; Network of Don Bosco stakeholders; Dialogue; Exchange; Community; Belonging.

C: We want to hand out our developed office tools to the stakeholders and build along this year a relationship with them. In the following months, we hope that it will be possible to meet in person and have an aperitivo together to talk about new projects and opportunities for the neighbourhood. 

Siamo tre designer del prodotto laureate però in tre università diverse. Jùlia Farriol alla ELISAVA di Barcellona, Beatrice Citterio al Politecnico di Milano e Diana Bogdan allo IUAV di Venezia. Venendo da università e competenze diverse, ognuna di noi si è concentrata su aspetti specifici del progetto, che si basa sulla nostra educazione del mondo del design data dalle nostre diverse università, quali: modellazione o grafica, processi di design, interazione umana, produzione di video, e così via. 

F: La più grande difficoltà è stata, ovviamente, la situazione data dall’attuale pandemia che ha reso più difficili le connessioni tra noi e gli attori. Connettersi senza incontrare le persone non è facile e nemmeno realizzare un progetto in un quartiere che non conoscevamo ma che abbiamo iniziato a scoprire durante la pandemia, dal momento che solitamente ci vuole molto tempo per entrare in contatto e avere una buona relazione con la gente del quartiere. Nonostante tutto consideriamo il risultato finale come un punto di partenza per poter sviluppare e poter ulteriormente implementare questo progetto nel quartiere. 

Filo-Rosso_Statua

F: Connessione, online e offline, visibilità e comunità! Relazione tra quartiere e associazioni. Questi elementi danno vita al nostro progetto “Filo-Rosso”. 

F: Per realizzare il progetto pensiamo che il coinvolgimento del Centro Civico sia fondamentale in quanto sarebbe un perfetto punto di collegamento neutrale e tramite la disposizione di un budget potrebbe assumersi la responsabilità di creare e mantenere il sito web correttamente funzionante.
In secondo luogo, pensiamo che sarebbe molto utile testare il nostro progetto per capire come le persone interagiscono con esso, soprattutto perché fino ad ora un test diretto o poter osservare qualsiasi tipo di interazione è stata impossibile a causa del covid e questo potrebbe aiutarci per poter migliorare e realizzare una versione migliore del progetto.  

 We are a group of three non-Italian students who are all part of the Eco-Social Design Master at unibz, named Darlene, Eric, and Lena. Each of us have a background in design and bring different interests and experiences to the greater Insalata di Bosco story. 

Here is a little more about each of us: Darlene is from NYC, loves working on collaborative design projects, getting to know new people, and enjoying new experiences together. Eric is from Canada and loves to talk with new people and get to know them through shared interests. He dreams of being a designer for an international nonprofit organization. Lena is from Germany, and dreams of bringing people together through her work and creating change and positivity together, following the motto ‘better together’.

Insalata-di-Bosco-02

I: This may come as no surprise, but our limited ability to connect with the community of Don Bosco was the largest obstacle we faced in the development and execution of the project. With a core factor of Insalata di Bosco being the development of a diverse community, through food and food stories, it was difficult to feel a sense of achievement amidst the current regulations that kept us from meeting in person with the neighbourhood. This said, one of our largest satisfactions was the collective anticipation and support we received from members of the community and the community partners. Without the interest and engagement of the community, we know that this project will not be a true reflection of Don Bosco, so we are excited to see a continued sense of interest from the neighbourhood.

I: #Cuisine #Sharing #Diversity #Culture #Heritage #Community #Recipes #Cooking #Stories

I: In order to carry out this project, we need to collaborate with the Don Bosco neighbourhood from the beginning. Currently, we are planning to connect with various groups and individuals in the Don Bosco neighbourhood so that we can collect stories, recipes, photos, sketches, and anything else that tells the story of the diverse heritage of the Don Bosco residents. From here, we plan to compile all of these stories, recipes, and different experiences into a collection that resembles a cookbook. This book may be found in a digital format as well as a physical book–both of which may be shared with the Don Bosco community and any community within Bolzano, Italy, or internationally. To make this possible, we will be working side by side with OfficineVispa and their local partners. 

 We are the ideators and organizers of Salotto Don Bosco! Eliza is from Hungary, she studied product design but has work-experience in diverse fields, Juliana is a Brazilian engineer that has been working in social impact initiatives for the past 5 years, and Silvia is from New York and has a background in environmental studies and public policy. We see the potential for design to encourage participation in our communities and change the status quo to better care for each other and the environment. 

S:The biggest difficulty was feeling disconnected from the community of Don Bosco in times of social distancing. Having close contact with a local partner such as Officine Vispa was key for designing Salotto in this situation. The biggest satisfaction was seeing the citizens and the members of the Consiglio di Quartiere come together during the prototype Salotto event. The outcomes were really hopeful and the participants expressed interest in furthering the initiative.

IMG3_ The participants 

S:Participation. Community. Public Policy. Conversation. Engagement. Citizens. Local representatives. Participatory design. Community development. Civic Center. Neighborhood council. Civic engagement. Direct democracy.

S:We would like to continue the project by co-designing the next Salotto with a group of citizens from Don Bosco and publishing a manual for the organization of citizen-led events in the neighborhood and beyond. We are in discussion with the Consiglio di Quartiere and the Civic Center to better understand the opportunities a series of recurrent Salotti could offer. For that we will need to better understand the possibilities of the institutions and develop alternative – also in presence – formats.

 

Foto e grafiche di Chiara Sterzl, Michelangelo Lamonaca; Diana Bogdan, Beatrice Citterio, Júlia Farriol; Eric Whyte, Darlene Sullivan, Lena Daur; Eliza Zimmermann, Juliana Sauaia, Silvia Cohn.

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