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February 12, 2021

Adriano Cataldo: la poesia tra distribuzione di parole, agitazione culturale e solidarietà

Francesca Fattinger

[…] Impossibile sorvolare,
su un bacio
Sul decollo
Del piede tuo
Che avanza
Perché ti avevo chiesto la mano
In questo pasto al posto tuo.

Rendimi maggio
Questo novembre
Rimembro
Ancora una volta celeste
C’è l’oste
L’ostia porosa
Litio orale
Offerto in sacrificio per noi,
in emissione del peccato.
Adriano Cataldo, Eu-carestia, da “amore morte e altre cose compostabili” 

41653789_10217195378066122_8528642840295636992_oAdriano Cataldo si definisce un “grande distributore di parole e un agitatore culturale”, scrive, legge e dice poesia, perché queste azioni rispondono a un suo bisogno comunicativo e conoscitivo e perché è per lui il mezzo più adatto per essere ed esserci, per narrare e disperdersi, per strapparsi e ricucirsi. Adriano non pratica solo la poesia, ma ne parla per il suo programma radiofonico Il pubblico della poesia e per il blog letterario Poesia del nostro tempo

Ciò che più mi ha colpito del suo operare in termini poetici sono le sue collaborazioni, con le altre poete e gli altri poeti del Trento Poetry Slam, con cui lavora, in collaborazione con i principali festival del territorio, con le associazioni e le istituzioni, per fare della poesia “un mezzo per diffondere solidarietà”. 
Infine un progetto da citare è senz’altro stato Electro Montale, perché va nella direzione di una diffusione della poesia anche per differenti generazioni o semplicemente per lettori e lettrici che possono anche non amarla, perché non la sentono parlare la propria lingua; Adriano invece la rende nuova rimettendo in atto quello che è un legame secolare tra musica e poesia, anche se qui si tratta di musica elettronica.27368339_757630174445799_6842298678874644590_oPrima di lasciarvi alle sue parole, vi cito pochi versi di Edoardo Sanguineti, sperando che sia un augurio per lui a continuare la strada intrapresa anche con questo Maestro della poesia di ogni tempo. Mi sembra di ritrovare nello stile di Adriano risonanze con il lavoro di Snaguineti. Si tratta di una poesia che non vuole essere facile o comprensibile alla prima lettura: “lo sforzo impiegato nello scrivere deve essere simile allo sforzo impiegato nel leggere”.

proporzionato poliedricamente,
in scheletrica gabbia trova pace,
ombra di ragno, l’uomo tipografico,
che, tra hard e soft, qui prosciugato giace:
Edoardo Sanguineti, De divina proportione, da “Poesie fuggitive”

Ci racconti chi è Adriano Cataldo: c’è un verso di una tua poesia, di una poeta o di un poeta in cui ti riconosci che potrebbe descriverti? E siamo curios_ anche di saperne di più del perché e del quando la poesia ti ha chiamato!

Adriano Cataldo è uno che scrive, un curioso, un distratto, un ossessivo compulsivo. 
Per descrivermi, scelgo un verso di Mario Benedetti, tratto da Umana gloria: “Solo qui sono, nel tempo mostrato, per disperdermi”. Questo verso è quanto cerco dalla poesia, soprattutto da un punto di vista del metodo e del significato delle parole. Si vede come le parole abbiano più possibilità. La parola solo può infatti essere intesa sia come aggettivo sia come avverbio. La parola sono, si intende come voce verbale della prima e terza persona. In base ai diversi significati assunti dalle parole, il verso in questione ha diversi livelli di senso. È questo ciò che cerco nella poesia: la capacità di esprimere strappi di senso, una narratività non lineare. È questo che mi spinge a leggerla, scriverla e dirla. La poesia non mi ha chiamato, è semplicemente arrivata per rispondere a un mio bisogno comunicativo e conoscitivo. DSC_1549-1

POESIA, poesia, PoEsIa, Poesia, PoesiA, come si dovrebbe scrivere questa parola per descrivere il tuo modo di intenderla, praticarla, diffonderla, parlarla, performarla, musicarla? 

 Ho un certo rispetto per la poesia (in qualunque modo vada scritta la parola), quindi preferisco definire la mia attività in due modi: grande distribuzione di parole e agitazione culturale. La prima definizione comprende anche quanto faccio con le attività parallele alla scrittura (il mio programma radiofonico Il pubblico della poesia, le interviste a poeti e poetesse per il blog letterario Poesia del nostro tempo). La seconda definizione riguarda invece quello che faccio con il Trento Poetry Slam, la Commissione Cultura della Circoscrizione Centro Storico del Comune di Trento e con l’Università Popolare del Cilento. Se invece devo definirla in termini ampi e non riferiti a me, mi piace la poesia non-lineare, che apra voragini e che sia abbastanza complessa da non essere capita a una lettura superficiale. Penso che lo sforzo impiegato nello scrivere debba essere simile allo sforzo impiegato nel leggere.

Una domanda è riservata al nuovo progetto “Electro Montale”, perché proprio il connubio tra musica elettronica e poesia? 

Poesia e musica sono strettamente correlate da secoli. Personalmente trovo molta ispirazione nella scena che fa musica e poesia in Italia e gravita attorno al Premio Dubito di poesia e musica. In questo contesto mi sono mosso per ideare il progetto Electro Montale. Si tratta di una resa in musica elettronica dei testi del poeta premio Nobel. Diversamente da tanti nella scena di musica e poesia, ho preferito musicare i testi di un autore terzo. Si tratta di un autore conosciuto da molti dai tempi della scuola, che di sicuro sarebbe inorridito dall’ascolto del progetto. Mi interessava creare un contrasto (aspetto che torna spesso nella poetica montaliana) tra i messaggi veicolati dalla poesie e quelli veicolati dalle musica. Per questo motivo ho optato per basi musicali facilmente fruibili e ballabili. Il progetto è attualmente in fase demo, ma spero in futuro di trovare qualcuno disposto a produrre un disco.FOTO DI GRUPPO

Ora vorrei chiederti di un tema a me molto caro: la poesia come creazione di comunità, di relazione e condivisione. Con il gruppo Poetry Slam di Trento agite la poesia in questi termini, ci racconti di più sulle vostre iniziative e sulle tue compagne e compagni di poesia?

Il Trento Poetry Slam è stato uno dei motivi per cui mi sono trovato bene a Trento. Ho iniziato nel 2016, organizzando assieme a un’amica, Lucia, le gare di poesia orale e performativa con giuria popolare. Negli anni siamo diventati la più importante realtà del territorio che organizza eventi legati alla poesia. Abbiamo creato un’associazione ben strutturata, nel 2019, grazie all’intuizione di Alberto, l’attuale presidente dell’associazione. Al momento siamo in dieci, ognuno con una competenza diversa. Abbiamo chi si occupa di grafica, di foto, di scrittura progetti. Stiamo lavorando a un progetto con le scuole, per trasformare in poesie le esperienze del confinamento del covid-19. Stiamo poi preparando un festival, che speriamo si tenga a settembre 2021. Lavoriamo con i principali festival del territorio, con le associazioni e le istituzioni per dare a questo territorio quello in cui crediamo: la poesia è un mezzo per diffondere solidarietà.DSC_0497-8E adesso una domanda aperta per te: c’è qualcosa che nelle righe precedenti o in altre interviste non sei riuscito a raccontare e che vuoi dirci, magari su progetti futuri?

Per quanto riguarda i miei progetti, spero di pubblicare la mia seconda raccolta di testi con una casa editrice entro fine anno. Ho poi in programma di registrare, con una casa di produzione hip-hop, un piccolo EP con alcuni miei testi.
Infine, sto pensando di riprovare l’esperimento di Electro Montale con i versi di Edoardo Sanguineti.

ADRIANOFoto copertina di Voceversa, Cesena 
Foto di gruppo del Trento Poetry Slam di Diletta Toti; da sinistra a destra: Antonio Loizzo, Matteo Durato, Gloria Riggio, Giacomo Fiani, Elisa Nicolussi, Alberto Baggio, Adriano Cataldo, Valeria Ferraretto
Altre foto di Diletta Toti e Valeria Ferraretto 

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