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January 29, 2021

“Transforming the City by Care”: 10 micro trasformazioni a Bolzano Don Bosco

Francesca Fattinger

Era venerdì pomeriggio scorso e accendevo come ogni giorno il computer per connettermi e attraverso il mio schermo incontrare persone. Sembra così strano farlo, ancora oggi appare così difficile anche solo pensare di incontrarsi virtualmente, salutarsi, toccarsi, ascoltarsi, stare insieme. E invece si fa e alcune volte è più toccante di un incontro reale in presenza o almeno così è accaduto a me lo scorso venerdì.

L’occasione mi è stata offerta dalla conferenza stampa e presentazione di un progetto rigenerante fin dal titolo “Transforming the City by Care (TCC)”, 10 micro trasformazioni a Bolzano, nel quartiere di Don Bosco. Si tratta di un progetto sviluppato all’interno del Master in Eco-Social Design e nato dagli intenti comuni e dalla collaborazione tra la Libera Università di Bolzano, la cooperativa sociale OfficineVispa e L’Ufficio Famiglia, Donna, Gioventù e Promozione sociale del Comune di Bolzano. educazione_elastica

Mi è capitato diverse volte di incontrare la realtà di OfficineVispa e di stupirmi del lavoro che la sua equipe pedagogica svolge quotidianamente con persone di ogni età che vivono nel quartiere, in una dimensione di sviluppo di comunità. È impegnata dal 1993 nel lavoro di “animazione socio-culturale” nei quartieri della città e da anni collabora con l’Università di Bolzano. L’Università di Bolzano, invece, lo sappiamo, è da sempre un perno e un centro fondamentale per la città, soprattutto perché incoraggia non solo lo sviluppo di idee creative, ma la creazione di “vie di bellezza praticabile” sotto forma di sinergie con altre istituzioni, per uno sviluppo culturale, tecnologico, socio-economico ed ambientale della società. Il terzo ente promotore del progetto è l’Amministrazione Comunale di Bolzano che promuove la pianificazione, lo sviluppo di comunità e la gestione del territorio urbano. Il suo intento principale è quello di coinvolgere i giovani cittadini nello sviluppo di soluzioni innovative per la città, responsabilizzandoli verso il bene comune. Ha sostenuto il progetto finanziariamente e si impegna ora a cercare di portare avanti il suo sostegno ai progetti prototipici di successo nella loro possibile realizzazione. 

Luogo-Comune

Ma di che cosa si tratta nella pratica?
Le studentesse e gli studenti del Master in Eco-Social Design, circa una trentina e provenienti un po’ da tutto il mondo, si sono trovati a dover affrontare una situazione complessa. È sempre complicato ma altrettanto stimolante incontrare realtà multiformi come possono essere i quartieri di una città, così come le persone che lo abitano con i propri bisogni, la propria quotidianità e i propri sogni. E lo è ancora di più in un momento come questo in cui l’incontro è quasi impossibile, ci può fare paura o può avvenire solo a determinate condizioni di distanza e/o virtualità. 

insalatadibosco

Due sono stati i macro-temi attorno a cui i 10 gruppi e conseguenti 10 progetti, guidati da docenti di diverse discipline del Design e delle Scienze Sociali, hanno lavorato: care e social-ecological transformation. Sono due concetti molto articolati soprattutto se applicati alla realtà, ma la sfida è sempre quella di lavorare con la complessità, per far sì che gli studenti e le studentesse di ogni gruppo si immedesimino nel quartiere, per comprenderlo e dialogare con tutti i cittadini e le cittadine in maniera trasversale e intergenerazionale, facendo emergere le sfaccettature che fanno del quarterie la casa delle persone che lo vivono.

Con “Care” si intende l’attività di cura e nutrimento– dei contesti territoriali, delle soggettività, dell’Altro, della comunità e della convivialità, a favore di un ambiente vivibile, di una qualità di vita per tutti e tutte nello spazio pubblico, per il verde, la biodiversità, l’aria e il cibo sani e un sistema agroalimentare sostenibile ed equo, per le attività economiche di forma circolare e rigenerativa.

“Social-Ecological Transformation” viene usato come sinonimo di profondo cambiamento verso stili di vita e di produzione sostenibili, solidi e a prova di crisi, affinché i cittadini e le cittadine non vengano ridott_ al solo ruolo di consumator_ e di meri lavorator_, ma percepiti come co-creator_ e curator_ attiv_.  

Rattopparole

10 progetti sono tanti, per questo ve li presenterò più approfonditamente, un po’ per volta, nei prossimi articoli. Andrò a conoscerne un po’ meglio le ideatrici e gli ideatori, dando voce alle loro particolarità, ma trovando anche fili rossi che li legano e li fanno intrecciare in orizzonti e sguardi comuni attorno ai seguenti concetti chiave: relazioninatura e oggetti
Uno degli aspetti più importanti sta proprio nel fare rete, lavorare per svilupparsi e crescere insieme, in alleanze e sinergie non tradizionali, attuabili e adattabili. Proprio perché alcuni dei progetti hanno una dimensione sovra-quartiere che può essere trasportabile in altri quartieri, mentre altri sono nati per il quartiere e potrebbero trasformarsi in una reale e concreta risorsa da poter sfruttare.

FiloRosso

Nel concreto sono stati progettati per adesso prototipi di installazioni temporanee, arredi urbani, oggetti interattivi e applicazioni di mezzi di comunicazione, eventi partecipativi virtuali, nuovi rituali, identità visive, campagne, azioni e servizi. 
Tutto è partito dagli spazi del La Rotonda e nei dintorni, per poi ibridare il percorso con la dimensione virtuale, in seguito alle restrizioni Covid19. Sperando in un’evoluzione positiva della situazione emergenziale resta da definirsi una data per la restituzione e l’esposizione pubblica dei progetti, che qui vi elenco per nome, ma che come detto avranno spazio nei prossimi articoli: Luogo Comune, Elastica, Communitree, Rattopparole, Bosco Urbano, Insalata di Bosco, Salotto Don Bosco, Connesso, Pacco Abbraccio e Filo Rosso.

Nel frattempo, verrà preparata e pubblicata una documentazione specifica e consegnata ai partner, agli attori e agli stakeholder attivamente coinvolti. 

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Grafiche delle studentesse e degli studenti del Master in Eco-Social Design

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