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January 6, 2021

Artemisia e il Memory per ricordare (e imparare) le donne nellʼarte

Stefania Santoni

Artemisia Gentileschi è una pittrice vissuta tra la fine del 1500 e la prima metà del 1600. Le sue opere dʼarte appartengono alla scuola caravaggesca e sono di una bellezza sorprendente. Nelle forme e nei colori delle sue tele la pittrice è riuscita a creare una sorta di narrazione delle proprie vicissitudini: la vita di Artemisia è infatti segnata da uno stupro e della conseguente denuncia (fatto decisamente insolito per lʼepoca che dimostra la singolarità di questa donna coraggiosa). Ma non è tutto. È attraverso lʼarte che Artemisia riesce a rivelare il proprio dolore e a cercare giustizia: tutti devono sapere cosa le è capitato. Così, grazie al simbolo e allʼallegoria (si pensi alle diverse rappresentazioni del celebre episodio biblico di Giuditta ed Oloferne) la pittrice rivendica sé stessa e mostra allʼopinione pubblica la voce del dissenso. 

Artemisia, oltre ad essere la prima donna riconosciuta come artista nella storia dellʼarte, è anche il nome di un progetto: nato tre anni fa, Artemisia è un servizio dedicato ai giovani talenti femminili che trova spazio presso lʼUfficio Donna del Comune in Piazza Parrocchia a Bolzano. Portato avanti dal progetto COOLtour dell’Associazione La Strada-Der Weg Onlus, il servizio fa parte della rete WE – Women Empowerment, una fucina di servizi e di iniziative per le cittadine. L’azione di Artemisia mira a sostenere e promuovere l’arte al femminile, puntando a divenire una vetrina culturale, un punto di informazione e di sensibilizzazione sulle tematiche di genere, come la libertà di espressione e la parità dei diritti. 

Allʼinterno di questo progetto, che vede in primis lʼespressione artistica al femminile e lʼopportunità di dar vita ad idee, ispirazioni e nuovi immaginari, ci si occupa anche di giochi educativi. «Grazie alla presenza ed esperienza di Berta Ruiz-Alejs, una ragazza spagnola che ha fatto un anno di volontariato allʼestero presso la nostra associazione, abbiamo iniziato ad occuparci di disegno e di illustrazioni al femminile» spiega Valentina Stecchi, operatrice culturale dellʼAssociazione La Strada-Der Weg. «Berta ha cominciato a disegnare delle artiste con lʼidea di creare quella parte mancante di narrazione femminile nellʼarte. Sappiamo infatti che la nostra è una società segnata dal mutismo delle voci femminili e dallʼassenza delle donne nei libri e per questo è importante riportarle alla nostra mente, raccontare le loro storie. E proprio da questi disegni, realizzati a matita e con gli acquerelli, è nata lʼidea di un Memory. Imparare e ricordare attraverso il gioco è un processo educativo efficace, capace di arrivare a moltissimi fruitori, grandi e piccini» prosegue Valentina. 

artemisia_1Il Memory di Artemisia, sostenuto dallʼUfficio Donna del Comune di Bolzano, è curato in ogni dettaglio: i nomi di ogni artista sono abbinati ad un colore specifico; la scatola, le istruzioni (sia in italiano che in tedesco), le carte sono interamente frutto del lavoro di Berta. Allʼinterno del gioco si trova un mini pieghevole che raccoglie tutti i nomi delle artiste raffigurate insieme alle loro storie: si tratta di donne che hanno attraversato lʼarte nelle sue molteplici forme. Oltre alla celebre Artemisia Gentileschi, troviamo ad esempio Frida Kahlo, Marina Abramovic, Rosaleen Norton, Meret Oppenheim e Vivian Maier: la scelta di questi personaggi femminili, molto differenti tra loro, è frutto di un lavoro di ricerca analitico e approfondito. 

«Ogni carta non possiede solo unʼillustrazione: descrive i dettagli essenziali di ogni artista, così da poterli assimilare ed imparare attraverso il gioco. Per Artemisia Gentileschi, ad esempio, non viene solo riportata la data di nascita e quella di morte, ma anche la professione e la corrente artistica di appartenenza. Aspetto rilevante delle carte è inoltre la scelta della lingua inglese come veicolo comunicativo internazionale, così da poter arrivare ad un numero di persone considerevole e da trasmettere una visione cosmopolita ed ampia. Lʼazione che intendiamo promuovere è la nascita di nuovi scenari, priva di stereotipi, favorendo una cultura alla pari a partire dalla conoscenza di ciò che siamo stati e state. Non cʼè futuro senza passato» specifica Valentina. 

Il progetto, oltre al vero e proprio Memory, si propone di approfondire i talenti al femminile anche grazie alla visione di film e di documentari: una volta al mese, lʼassociazione intende proporre pellicole e documentari di storie di donne, così da favorire i processi di apprendimento da più fronti. Ma non solo: il progetto di Artemisia vorrebbe arrivare anche in un museo, dove far provare il Memory ai visitatori. In questo modo sarà possibile divulgare in maniera concreta e al tempo stesso ludica lʼarte delle donne che hanno fatto la nostra storia. 

 

Immagini: progetto Artemisia 

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