More

December 26, 2020

Moreness in December. Giorno ventisei: alle origini del Mediterraneo

Text Claudia Preziuso
Photography Nina Harrasser
Ora che la montagna è sulla bocca di tutti, noi vorremmo riportarla semplicemente negli occhi e nei pensieri, collezionando osservazioni, riflessioni, appunti, annotazioni, che lei stessa ci ha ispirato. Partendo dai contenuti di Moreness, ma non solo, il nostro "more than Advent Calendar" arriva fino al 31 dicembre, e non è dunque né pre-natalizio né celebrativo, ma piuttosto un compendio corale di 30 brevi lettere d'amore per le nostre Dolomiti.

La roccia delle Dolomiti è della stessa sostanza del corallo, la catena montuosa non è altro che una barriera corallina emersa. L’orogenesi alpina lo dimostra: queste montagne sono l’origine del mediterraneo.

Il Mediterraneo, «frattura insignificante della crosta terrestre» eppure da sempre scambio, passaggio, incontro di civiltà, generatrice di cultura e di vita. Basta vedere il mare per respirare tutta la nostra storia – quello stesso mare che oggi è un cimitero di morti senza nome che colpevolmente ignoriamo. Questo mare è ovunque circondato da rilievi montuosi, accartocciamenti della crosta, pieghe che testimoniano dei sommovimenti geologici, dell’irrequietezza della vita.nina harasser 2E così abbiamo le civiltà del mare e le civiltà di montagna, quelli che vivono al sole, a piedi nudi su una terra che fiorisce, che produce arance e cultura; e quelli che vivono in alto, mangiatori di castagne, venditori di pelli, che al tempo devono sopravvivere. De Crescenzo li ha magistralmente descritti distinguendoli in popoli d’amore e popoli di libertà[1].

Ma facciamo un passo indietro, torniamo all’indifferenza e cerchiamo di capire cosa significa porsi alle origini del mediterraneo; vivere nel cuore delle Dolomiti vuol dire porsi alla radice della nostra cultura: la radice contiene tutto, l’origine e lo sviluppo di un’idea.nina harasser 3

Se al mare l’esistenza è orizzontale, sempre proiettata fuori di sé, verso l’altro, in vetta si impone la verticale, l’esistenza diventa riflessione, ripiegamento, introspezione. Qui il centro lo trovi solo dentro di te.

A valle, nelle città, le parole sono aria viziata, escono dalla bocca straparlate, non portano conseguenze. […] Quassù ce le teniamo in bocca, costano energia e calore, usiamo le necessarie, e quello che diciamo poi facciamo. Quassù le parole stanno in pari con i fatti, fanno coppia[2].

nina harasser 4A valle c’è lo scambio, ti scopri nello sguardo dell’altro, è l’altro che ti restituisce il tuo io mentre in vetta non ci sono specchi, non c’è riflesso, il tuo io lo trovi solo dentro di te. Questo significa vivere alle origini, scoprire il proprio io e scoprire la realtà, la realtà che è sempre resistenza all’io. In montagna l’io trova il proprio limite, si accorge di avere un corpo, dosa l’energia per la salita, impara ad ascoltare il respiro, scopre la natura: la montagna indifferente, il cielo stellato – immagine mobile dell’eternità, il moto di rotazione e di rivoluzione. Sì perché in montagna l’ora, la stagione e il tempo, sono tutt’altro che un dettaglio. In montagna l’io è in balìa della natura, segue le sue leggi. La montagna in questo senso è misura del mondo.

E in quel silenzio, in quella faticosa materiale solitudine, è il cuore a far rumore, il flusso della coscienza che riemerge incontenibile. In montagna scopri davvero chi sei, incontri quello straniero che è il tuo vero io.

E questo pensiero è tutto racchiuso nelle parole di Buzzati:

“Sono così triste che le montagne più di me non le si può amare.

 nina harasser 1

SUGGESTIONI PER IL GIORNO VENTISEI:

Claudia:

* Erri De Luca, Sulla traccia di Nives, Feltrinelli 2016
Il primo consiglio è un libro di un grande intellettuale italiano: Erri de Luca, uomo di mare, ma esperto alpinista.  

* Dino Buzzati, I fuorilegge della montagna, Mondadori 2010
Il secondo consiglio è più che altro un obbligo per chi ama la montagna: Dino Buzzati è uno tra gli scrittori italiani più originali.  Artista poliedrico, genio assoluto; il suo amore per la montagna è profondo e magico.

* Roberto Casati, La lezione del freddo, Einaudi 2017
Il diario di un filosofo italiano durante il suo lungo soggiorno in una casa nei boschi del New Hampshire.

*Terra Marique, Daniel Depellegrin, in Moreness 01 – Above the Tree Line
 
Nina:
 
* Der fliegende Berg, Christoph Ransmayr
 
* Das größere Wunder, Thomas Glavinic
 
* Der Zauberberg, Thomas Mann

 


[1] https://www.youtube.com/watch?v=NIqHJSDY3S8&ab_channel=hgwells310
[2] E. De Luca, Sulla traccia di Nives, p.?

 

Immagine: estratto da Moreness 02 – On Trees and Woods

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.