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December 7, 2020

Moreness in December. Giorno sette: l’immaginario femminile della foresta

Stefania Santoni

Se cʼè una cosa che in questo momento mi manca come lʼaria è camminare tra le mie foreste: ho sempre amato, fin da bambina, questo luogo magico, questo spazio che per me è innanzitutto una rivelazione dʼidentità. Oggi vorrei esplorare con te lʼimmaginario collettivo femminile delle nostre montagne: forse, in questo modo, il mio senso di vuoto troverà un poʼ di completezza. 

Quando ci addentriamo in una foresta capita talvolta di sentirsi osservati da giganti: sono gli alberi che – con le loro radici forti e le chiome fruscianti – ci scrutano e studiano. Ma gli abitanti dei boschi non si limitano a guardarci: loro ci chiamano, o meglio, ci invitano al dia-logo e alla riflessione. Perché gli alberi sono come specchi. Antiche testimonianze e tracce di memoria, loro sono i custodi delle nostre storie, di ciò che siamo stati, siamo e saremo. È a partire da queste premesse che puoi pensare gli alberi come immagini archetipiche, cioè come modelli comportamentali istintuali propri dellʼinconscio collettivo vale a dire la parte di inconscio non individuale ma universale. Si tratta di schemi che presentano contenuti e modi comportamentali che sono più o meno sempre gli stessi, ovunque e in ciascuno. Ogni archetipo è a sé stante: ha delle peculiarità tutte sue che lo rendono unico e quindi riconoscibile. Può essere simile ad altri, ma possiede un tratto o un dettaglio che lo differenzia e specifica, rendendolo un modello peculiare. 

La foresta è (anche) femmina 

La foresta è il frutto della terra: è lo spazio dove tutto ha avuto inizio. Luogo di vita, luce e creatività, ma anche di accoglienza, fatica e paura, la foresta – nel suo senso più originario e autentico – ti riporta alla dimensione del femminile. Perché è femmina il germoglio che mette le sue radici nella terra e che poi fa capolino. Perché è femmina lʼincessante principio di generazione. E lo sono anche la linfa vitale – la viriditas che scorre negli alberi – e lʼaria densa di odori. 

È così che possiamo dare inizio alla nostra esplorazione nella foresta, ricercando gli archetipi femminili che abitano e vivono dentro le donne. Il primo incontro è con la più elegante fra le piante. Con la sua corteccia bianca, la betulla ci rimanda immediatamente allʼidea di purezza, castità e guida spirituale della comunità. Puoi considerarla lʼarchetipo della sacerdotessa: emblema dellʼintrospezione e del senso di completezza, lei è il femminino spirituale che si rivela nella sua bellezza più autentica. Punto di riferimento centrale della vita quotidiana – della casa, ma anche della collettività – la sacerdotessa si concentra sulla sua interiorità attraverso lʼesperienza e gli occhi dellʼanima: medita e da dentro intuisce ciò che accede fuori. 

Procedendo il nostro cammino ecco che si manifesta la regina dei boschi, la quercia: immensa nei suoi incroci di fronde e potente nel suo baricentro, è metafora di forza, coraggio, fierezza: a lei spetta lʼarchetipo della guerriera. Simbolo di realizzazione e competenza, la guerriera è la personificazione dello spirito femminile indipendente, della ricerca delle proprie risorse e della propria meta. Modello di concentrazione e perseveranza, la guerriera non si lascia distrarre nel suo cammino, anche quando la strada si fa dura e la preda sembra inafferrabile. 

Se continuiamo la nostra strada si rivela il larice, lʼalbero della rinascita e della luce. Per queste sue qualità possiamo considerarlo lʼarchetipo dellʼAnguana: figura leggendaria, spesso indicata come levatrice, è strettamente legata allʼelemento dellʼacqua e quindi alla generatività. Amica delle partorienti e delle madri, lʼAnguana si distingue per la sua attitudine alla cura. Abitante dei boschi, è in grado di trasformare la potenza generatrice della natura in una dote e qualità di se stessa: è riflessiva, astuta, proattiva.

Poco più avanti troviamo il pino cembro, che con il suo odore penetrante, subito conferisce ben-essere alla nostra persona, invitandoci a sostare presso di lui adagiandoci alla sua corteccia odorosa. Simbolo di pace e benessere, il pino cembro diviene lʼarchetipo della Dea Madre: è lʼenergia vitale femminile al suo stato più primordiale. Responsabile della creazione ma anche della distruzione, la Dea Madre era considerata immortale, immutabile e onnipotente. Si tratta di un archetipo legato alla generosità, alla vita e al ciclo naturale: regolatrice del tempo e delle stagioni, a lei erano affidati i culti legati alla terra e alla luna, spesso riservati alle sole donne. 

La nostra passeggiata si conclude con lʼabete. Legato alla magia e alla fortuna, in numerose culture veniva considerato prezioso per la cura di mali inguaribili. Per le sue proprietà benefiche lo associamo allʼarchetipo della fata, figurata legata al concetto di versatilità, di cambiamento e di aiuto. Sempre benevola verso gli uomini, la fata è una creatura consapevole delle proprie qualità e abilità. Emblema della mutevolezza, ha un rapporto alchemico con il corpo, la mente, lo spirito. Sa coniugare saggezza e concretezza perché è un incastro perfetto tra interiorità ed esteriorità. 

A questo punto potremmo dire che quello della foresta è un cammino dellʼanima: è un incontro-scontro con ciò che sei o che vorresti essere; è la scoperta dellʼignoto e delle parti più nascoste che convivono in te; è sperimentarsi andando oltre e rimanendo, al tempo stesso, cullate e protette dal nostro luogo di origine. 

 

SUGGESTIONI PER IL GIORNO SETTE

* Quella terra magica tra i monti, Mauro Neri + Il regno dei Fanes, Karl Felix Wolf
Il Trentino Alto Adige è una terra pregna di leggende e tradizioni straordinarie che raccolgono e raccontano sogni, segreti e identità dellʼimmaginario collettivo: come sostiene Jung, i racconti popolari sono i più veritieri perché custodi delle nostre fantasie prodotte dallʼinconscio, cioè lʼunica parte di noi che non può mentire mai. Sono certa che tra queste pagine scoprirai molte cose di te e troverai risposte che da tempo vai cercando. 

 

Immagine: estratto da Moreness 02 – On Trees and Woods

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