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November 26, 2020

Options di Riccardo Giacconi per Rorhof: un mazzo di carte per interrogarci sulle opzioni

Francesca Fattinger

Sono molto curiosa, lo sapete, e sono un’appassionata di libri. E non potete  immaginare la gioia di trovarmi una nuova pubblicazione tra le mani, soprattutto se nella forma di una misteriosa scatola blu. La apro e  trovo un mazzo di quaranta carte; le osservo, le tocco, le mescolo, sono in mezzo a tante voci, identità, confini, territori, sguardi che confluiscono in un unico luogo, chiamato Südtirol o Alto Adige; sono in viaggio, mi muovo da una storia all’altra: ogni carta ha una sua voce chiara e distinta e richiede un ascolto attento, un farsi prendere per mano e lasciarsi indicare un angolo di sé, per spiare con rispetto al suo interno. 

La prima carta che casualmente mi trovo tra le mani mi fa sentire già a mio agio, si chiama “Forestiero” e la voce è quella dell’autore del progetto: l’artista Riccardo Giacconi, artista visivo, che si muove anche tra il mondo dei documentari, della radio, in collaborazione con Radio tre e per il bellissimo progetto Helicotrema, e della narrazione sonora. 

Hai dei dubbi sulla ricerca che stai iniziando. Di solito ti illudi di posizionarti come un osservatore esterno: è un ruolo che cerchi di assumere quando ti presenti alle persone e ai luoghi che vuoi studiare. Ti mostri da subito come un “forestiero”, senza fingere di essere “uno di loro”. 

Ancora prima di incontrarlo e farmi raccontare i dettagli mi sembra di averlo già conosciuto e anzi aver proprio viaggiato e incontrato assieme a lui le persone e i luoghi man mano citati, sento la curiosità, la bellezza e anche la difficoltà di immergersi in un tema così complesso come le “Opzioni”, o meglio l’”Accordo di opzione” (Die Option o Südtiroler Umsiedlung).

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La carta mi racconta questo:

Sei in Südtirol per fare ricerca sulle Opzioni, un tema che conosci pochissimo, e che ha a che fare con un territorio a maggioranza germanofona che nel 1919, in seguito al trattato postbellico di Saint-Germain, venne separato dal Tirolo austriaco e annesso al Regno d’Italia. 

Conosci pochissimo il Südtirol, questa provincia autonoma che in italiano viene chiamata Alto Adige (una discrepanza terminologica che rivela due prospettive geografiche opposte). Eppure, fai fatica a sentirti un “osservatore esterno”. Più studi la vicenda delle Opzioni, più ti rendi conto che la tua posizione non è neutra. Sei nato e cresciuto in una piccola città dell’Italia centrale e, anche senza volerlo, la tua madrelingua ti situa da una delle due “parti”. Inoltre, nonostante l’abbia studiato al liceo, parli malissimo il tedesco. Senti che chiunque potrebbe all’improvviso porti la domanda: “Chi sei, tu, per parlare di queste cose?” 

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Ecco che come lettrice adesso sono coinvolta direttamente, davvero in prima persona; mi riverso nelle sue parole e mi sembra di essere io stessa a pensare le parole che leggo. Anche io come Riccardo mi sento una forestiera, pur essendo nata in Trentino, a due passi dall’Alto Adige, molto spesso mi ripeto quell’ultima domanda: “chi sono, io, per parlare di queste cose?”. Le Opzioni sono un tema che ho incontrato varie volte da quando lavoro a Bolzano, attraverso ricordi personali di amici che mi hanno raccontato di esperienze delle loro famiglie, o come argomento di ricerca, ma prima di entrare a immergermi nel mondo altoatesino ne avevo sentito parlare solo molto superficialmente.

L’occhio scorre veloce tra le carte e le mani alleate sono ancora più rapide e trovano la carta “Oppure”: sembra proprio che faccia il caso mio, che mi aiuti a districarmi dal nodo in cui mi sono andata a cacciare, per capire che cosa hanno davvero rappresentato le Opzioni, ne leggo una parte:

Secondo l’accordo che Hitler e Mussolini stipularono nel 1939, le popolazioni di lingua tedesca e ladina dell’Alto Adige dovevano scegliere se mantenere la cittadinanza italiana (rinunciando così ad essere riconosciute come minoranza linguistica) oppure assumere la cittadinanza tedesca e stabilirsi nei territori del Reich (dove, in teoria, avrebbero ricevuto beni ed immobili equivalenti alle loro proprietà). In breve: a un’intera comunità fu chiesto di scegliere cosa abbandonare per sempre: casa e terra, oppure lingua e cultura. Nazismo o Fascismo: queste erano le due “opzioni”. 

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Il tema della scelta mi rimanda anche alla chiacchierata con Riccardo, è stato un tema fondamentale anche per la messa in atto del suo progetto, soprattutto perché calata nell’ottica di un artista. Riccardo mi racconta che la bellezza e la complessità di questo progetto è stata proprio il cominciare ad orientarsi in qualcosa in cui era quasi impossibile farlo, mettersi alla ricerca senza sapere davvero cosa si stia cercando all’inizio. Questo per capire un territorio e i suoi abitanti non secondo un’ottica scientifica o accademica, ma innanzitutto di ascolto e, dalle parole dell’artista, “come una costellazione tra due momenti di tempo – come un commento sul discorso politico europeo di oggi attraverso l’obiettivo di un evento passato”.
Per questo Riccardo si è mosso tra la voce di esperti, cercando sempre di mischiare posizioni differenti, non spaventandosi di pregiudizi o stereotipi ma dando loro voce. 

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Queste sono carte che invitano all’incontro, ognuna ci fa incontrare qualcuno o qualcosa, e in effetti Riccardo sottolinea l’importanza degli incontri che ha fatto e di come un incontro abbia tirato l’altro, a partire dall’incontro con Verena Rastner, direttrice amministrativa di ar/ge Kunst in via Museo a Bolzano, dove l’artista aveva avuto una sua mostra personale, che l’ha condotto a Ina Tartler, drammaturga della Vereinigte Bühnen Bozen, la compagnia teatrale che nel 2014 ha messo in scena lo spettacolo “Option. Letzte Spuren der Erinnerung” (“Opzione. Ultime tracce di memoria”).

La carta che racconta di questo incontro si chiama “Ombra”:

Ina ti dice che in Südtirol il tema delle Opzioni le sembra, a volte, quasi un tabù. Ha segnato la storia familiare di praticamente tutte le famiglie di lingua tedesca, eppure viene vissuto come un’ombra dal passato, di cui ancora si fa fatica a parlare.

Molti sono gli incontri importanti che Riccardo mi nomina e vi invito a perdervi tra le sue carte per leggerli con i vostri occhi, ma, per citarne ancora un altro, in ordine temporale dopo l’incontro con Ina, fondamentale è stato quello con Hannes Obermair che considera il territorio altoatesino come un “laboratorio, un importante caso di studio”. Lo ha incontrato davanti al Monumento alla Vittoria. Quante volte mi sono fermata davanti a quel monumento, quante volte l’ho osservato e quante volte veloce l’ho solo intravisto nelle mie corse quotidiane. E sono sicura sia successo a moltissimi di voi. Ritrovo un racconto di Hannes Obermair nella carta “Schemi”:

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“In realtà, le Opzioni sono una prova lampante della fortissima collaborazione fra Mussolini e Hitler”, ti dice lo storico Hannes Obermair. “Si misero d’accordo: ‘Tu mi garantisci il confine del Brennero e io ti restituisco la popolazione. È vero però che in questo territorio la differenza tra fascismo e nazio- nalsocialismo viene vissuta come una polarizzazione fra il gruppo etnico italiano e quello tedesco. Ma questi schemi di appartenenza non sono mai totali. Non tutti gli italiani che sono migrato qui negli anni Trenta erano fascisti, così come non tutti gli optanti erano nazisti. Semplicemente, all’epoca non c’erano altre opzioni.” 

Osservi che in Südtirol le estreme destre di lingua tedesca e italiana sono tuttora contrapposte. “È straordinario”, ti risponde Obermair. “Usano gli stessi linguaggi, eppure sono contrapposte. Questo è un classico della questione sudtirolese: i gruppi di estrema destra non riescono a convergere, poiché si scontrano sulla difesa del proprio gruppo etnico. Se non fosse per quello, sarebbero della stessa pasta”.

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Interessante ritrovare la parola “linguaggio” anche dialogando con Riccardo in merito alle immagini realizzate per ogni carta. Esse derivano, infatti, da due sue fascinazioni: il mondo dei tarocchi e quello dell’araldica. In entrambi i casi ci si confronta con la complessità delle stratificazioni di significati e interpretazioni. In particolare nell’araldica accade che una famiglia, un paese, un gruppo di persone decida di conglomerare la propria identità attorno a un’immagine ed è interessante come ogni elemento dell’araldica possa essere usato in modo diverso e non abbia un unico significato. In quest’ottica l’artista ha lavorato mischiando elementi visivi presi da contesti e prospettive politiche e identitarie diverse: combinate danno vita a nuovi stemmi in cui siamo noi chiamati a dare un’interpretazione, come accade ad esempio per i nuovi stemmi dei luoghi citati.

Queste carte si muovono all’interno dell’estetica del libro game mettendoti in mano un gioco senza regole, ma con la libertà di stabilirne di nuove ogni volta che vuoi, decidendo di seguirle o smettere di giocare quando lo vorrai.

Options è stato realizzato grazie al supporto congiunto del Ministero della Cultura italiano e dell’Italian Council. La pubblicazione emerge da una ricerca condotta da Riccardo Giacconi, vincitore dell’Italian Council 2019, per conto di steirischer Herbst ’19, Grand Hotel Abyss, Grazer Kunstverein e ON. Il disegno grafico è di Giulia Marzin ed è pubblicato da Rorhof.

Il progetto non finirà qui ma avrà una seconda fase, in cui le interviste già fatte o quelle che verranno aggiunte si trasformeranno in un audio documentario.

 

Foto di Rorhof

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