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October 22, 2020

Verdunstung #04: Servo suo fratello

Allegra Baggio Corradi

È la possibilità di applicarsi a tutto ciò che ci avvicina o ci allontana alla nostra salvezza a determinare il potere della nostra volontà? Si, se crediamo nel libero arbitrio nonostante l’offuscamento dato dall’abitudine. No, se preferiamo il servo arbitrio e dunque riteniamo che la volontà equivalga a hybris nei confronti di un’onniscienza inconoscibile e insindacabile.

Al termine dell’articolo precedente abbiamo lasciato Toxites in una fase precaria di insegnamento e smarrimento, in costante movimento tra la Svizzera e la Germania. Riprendiamo da qui, seguendo il vipitenese nella sua costante battaglia contro le istituzioni in nome della coerenza.

A Strasburgo e in Svizzera, nonostante avesse tentato di riscattarsi, Toxites non sembrava riuscire a incontrare la fiducia dei regnanti e delle autorità locali. Fu proprio alla morte di Conte Ulrico nel 1550 che Toxites tentò di ritentare la grande scalata accademica ingraziandosi il novello Conte Cristoforo. Ci vollero quattro anni affinché egli potesse venire definitivamente riabilitato in quanto cittadino di Strasburgo. Per ben 20 anni fu ufficialmente “deceduto” per la legge locale finché un reggente con lo stesso sangue, ma dotato di occhi diversi, non lo resuscitò senza fornire alcuna spiegazione o giustificazione per quanto era accaduto due decenni prima. 

Le trattative per ottenere la cattedra di latino presso Strasburgo furono laboriose e implicarono la messa in opera di delicati interventi diplomatici da parte di Toxites, la cui unica speranza per ottenere l’anelato incarico era che il suo protettore Johann Sturm venisse eletto a vicario di lettere classiche dal nuovo direttore dell’università. Mentre attendeva una risposta e per non affievolire ulteriormente la possibilità di una sua eventuale nomina, Toxites si recò in missione diplomatica a Venezia. Finalmente, nel 1556 Toxites venne convocato a Strasburgo. L’attesa fu lunga soprattutto a causa delle lungaggini legate all’approvazione della riforma scolastica varata da Conte Cristoforo nel 1555. A Sturm venne effettivamente assegnato il posto di vicario e l’affidabilità di Toxites venne messa alla prova tramite l’assegnazione di un incarico meno prestigioso di quello che andava anelando ormai da lustri. Divenne, infatti, assistente di poesia in attesa di essere promosso a magister artium

Nonostante le precauzioni prese nei confronti di Toxites gli vennero sin da subito affidati compiti di rilevante responsabilità; uno su tutti quello di contribuire alla standardizzazione del curriculum scolastico del suo Land. Il Conte Cristoforo, a differenza di suo padre, riservava molta importanza al sistema educativo ed era suo desiderio che durante le lezioni i professori si occupassero “nicht von persönlicher Neigung, sondern nur von dem Nutzen der Schüler”. Quando Toxites venne interpellato riguardo agli interventi strutturali che secondo lui avrebbero dovuto avere la precedenza, rispose così:

Das Grundübel vieler Schulen ist die Vernachlässigung des religiösen Unterrichts. Alles sollte auf Frömmigkeit abzielen, auf das was Sturm die pietas litterata nennt. Ein anderes Gebrechen ist die willkürliche Manchfaltigkeit der Methoden; jeder Lehrer sucht nur was ihm am bequemsten ist; die einem bleiben beim Altergebrachten, andere führen unüberlegte Neuerungen ein, keiner denkt an die Schüler. Ohne Wahl erklärt man allerlei Autoren; hie und da fängt man mit Dialektik und Rhetorik an, ehe man noch recht mit der Grammatik fertig ist, und diese selber wird ohne Verstand betrieben.

L’articolata risposta valse a Toxites la proposta da parte del Conte Cristoforo di divenire pedagogarca del Baden-Württemberg, ovvero responsabile dell’impostazione dell’insegnamento dell’intero Land. Ovviamente la risposta affermativa di Toxites non si fece attendere e le sue intuizioni iniziali vennero presto traslate in un trattato pedagogico. Le responsabilità del nostro aumentarono progressivamente e nel 1559 Toxites venne nominato decano della facoltà degli artisti dell’università di Strasburgo. L’anno successivo si vide recapitare una missiva nella quale gli veniva comunicato che tutti i suoi libri sarebbero stati messi all’indice da Papa Paolo IV. Indifferente alla notizia, anche il Conte Cristoforo sembrò non essere scalfito, continuando ad assegnare a Toxites nuovi incarichi, soprattutto di natura diplomatica; fu così che Toxites intraprese numerosi viaggi verso Strasburgo, Metz e Venezia.

La parabola professionale di Toxites non tardò a flettersi. Fu a causa delle invidie dei suoi colleghi all’università che il nostro venne nuovamente allontanato, questa volta con la scusante del suo sconveniente passato. Il suo ingiusto trascorso giudiziario venne ritenuto un’onta inammissibile per un pedagogarca perciò, per calmare le acque e non attirare su di sé le ire dei professori e dell’intellighenzia strasburghese, il Conte Cristoforo invitò Toxites a congendarsi per alcune settimane in Inghilterra. Da Albione Toxites fece ritorno unicamente per ricongiungersi nuovamente con la famiglia e mettersi ancora una volta in cammino verso nuove mete. Il Conte Cristoforo allontanò definitivamente Toxites da Strasburgo nel 1560 senza mai fornire motivazioni esplicite e senza sollevare clamore alcuno. Fu allora che Toxites si ripromise di non vestire mai più i panni dell’accademico facendo così tabula rasa una volta per tutte. Già deceduto una volta in quanto cittadino, Toxites si suicidava ora come umanista. Strasburgo continuava a non essere per Toxites altro che morte.

Per concludere, torniamo all’inizio: Fino a che punto siamo capitani del nostro vascello? In che misura è possibile determinare il potere della nostra volontà se siamo schiavizzati dal libero arbitrio e liberati dal servo suo fratello?

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