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October 16, 2020

Giorgia on wood: l’anima dell’artista dipinta su legno

Abram Tomasi

L’amore passionale che ti travolge quando meno te l’aspetti, nei momenti meno opportuni, tutti dovrebbero provarlo.

“Mi chiamo Giorgia, ho ventidue anni e dal 2017 ho cominciato a dipingere su legno. Le vere protagoniste delle mie opere sono le donne perché sono convinta che non ci sia nulla al mondo che rappresenti di più la poesia, l’armonia, la sensualità ma soprattutto la forza. La figura della donna è sempre in costante cambiamento … Ai personaggi che creo cerco di far comunicare una sensazione di curiosità in chi li guarda, magari un ricordo o un’immedesimazione.” Colori sgargianti. Ragazze annoiate, arrabbiate, tristi e sexy. Spazi inesistenti, piatti e surreali. Tutto su un supporto di legno. Giorgia on wood è il progetto di Giorgia Ruele, di Rovereto ma potenzialmente uscita da un’altra dimensione per stile e carattere. Con le sue opere racconta il manifesto femminista di una ragazza che ne contiene mille. Come colori, come soggetti, come primi piani ricorda Frida Kahlo ma anche le donne di Tahiti di Gauguin, ma anche i graffiti nelle metropolitane e ancora gli scarabocchi che facciamo da bambini. Le sue ragazze, però, sono intrise di una melanconia originale e bellissima.

Ho visto le sue opere per la prima volta a una personale al Loco’s bar di Rovereto, poi ho visto lei a un workshop di Laurina Paperina. Qui eravamo seduti attorno a un tavolo, avevamo delle cartoline e dovevamo disegnarci sopra, creando la nostra dimensione. Mentre lavoravo alla mia, bruttissima, spiavo la sua e la trovai bellissima.

Bamboo girl

Quando hai iniziato a esprimerti con l’arte? E com’è stato il passaggio a dipingere poi su legno?

Disegno da quando ne ho memoria, ho sempre usato questo come metodo di espressione personale. Mi ricordo quando ero piccola e vedevo i cartoni animati e dovevo assolutamente essere in grado di replicare i personaggi. Ho cominciato a dipingere su legno un po’ per caso, non mi trovavo molto sulla tela o, più facilmente, i colori acrilici che avevo erano così vecchi che non aderivano bene. Dunque, ho deciso di provare su legno ed è subito stato amore.

Come lavori e come nascono le tue opere?

La musica dev’esserci sempre, non roba di sottofondo, e se canticchio tanto meglio. Mi è capitato di guardare addirittura film, però quelli comfort, quelli che hai visto così tante volte che mentre hai gli occhi sul quadro e senti il dialogo hai ben in testa la scena. Purtroppo, non leggo quanto vorrei, sono lentissima, però di recente ho finito Il mio anno di riposo e oblio di O. Moshfegh che mi ha riempito di ispirazione.

Chi ti ispira? Da dove trai la tua creatività? Ho letto che ti senti vicina a Frida Kalho, ma se dovessi considerare altre forme d’arte, quali libri e film ti hanno plasmata? Ah, ho trovato anche una tua opera, Same, che si ispira a una celebre fotografia di Ren Hang, tra l’altro bellissima

Più che “chi” è “cosa”, sono più influenzata da situazioni, atmosfere e a luoghi che da persone in carne ed ossa (non si direbbe mai visto che le protagoniste delle mie opere sono persone). I miei personaggi non sono mai e mai saranno persone reali (tranne qualche tributo o autoritratto), sono entità nella mia testa, forse miei alter ego. Non ne sono certa nemmeno io. Hanno una sorta di vita propria. Ovviamente ci sono stati dei film che per me sono stati fonte di idee sia a livello visivo ed estetico che a livello di contenuti. I film di Hayao Myiazaki per esempio ancora oggi li guardo come un bambino guarda delle caramelle, sono fonte di meraviglia che mi crea nella mente continui stimoli creativi, nonostante li abbia visti centinaia di volte. 

Anche se non hai la classica formazione da artista, qual è stato il tuo percorso formativo? E per cosa ti è servito? Fino a qui almeno.

Come hai accennato tu, non ho mai frequentato un’Accademia, ma mai dire mai! il mio percorso scolastico non ha mai avuto a che fare con l’arte. Infatti ho studiato Lingue alle Scuole Superiori, però ho sviluppato delle competenze che in qualche modo in futuro potranno avere a che fare con il lavoro dell’artista, ovvero quello che mi piacerebbe fare più di tutto. Forse l’unica cosa che vorrei fare per davvero.

Solitamente accompagni a ogni opera una breve descrizione e spesso racconti la rabbia. Come mai? Quali sono i sentimenti che provi più forti, in modo amplificato rispetto agli altri?

È nel mio carattere. Puoi chiedere a chiunque mi conosca bene: sono una ragazza irrazionale, che si innervosisce e si incazza facilmente. Vivo le cose, forse, con troppa passione e spesso viaggio con la mente. La rabbia è un sentimento che mi rappresenta, ma credo anche, come dicevano i Rage Against The Machine, che la rabbia a volte sia un dono. Anger is a gift è anche il titolo di un mio quadro (vedi cover); una maniera per rendersi conto di certe cose, magari sbagliate, avere la possibilità di incazzarsi e farlo notare è una libertà che non sempre si può avere. Ma sarebbe importante averla, per essere liberi. 

Alcune tue opere sono state esposte alla Sapienza di Roma per la Festa della Donna, altre a una personale al Loco’s bar e recentemente hai realizzato un poster per uno store di vinili di Delhi … qual è stata la tua più grande soddisfazione?

Lo sono state tutte. Il fatto che anche solamente qualcuno possa provare qualcosa, un’emozione magari, davanti ad una mia opera, mi fa felice. Sono ancora poco affermata per aver avuto delle grandi esperienze, ma già queste poche che hai citato per me sono state davvero l’ennesimo motivo per andare avanti.

Vuoi sapere adesso dove sono

Giorgia on wood è anche online e la trovate qui, qui e qui. Lasciati guardare così profondamente da perdere il senso di realtà.

Immagini: Giorgia Ruele 

 

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