People + Views > Bloggers

September 24, 2020

Verdunstung #02: Lamentazioni di un’oca

Allegra Baggio Corradi

La vita di un uomo può appartenere a qualcun altro che non sia egli stesso? La risposta è no se si crede nel singolo come unico artefice della propria sorte. È sì, invece, se si sposta l’attenzione dall’identità alla reciprocità.    

Al termine dell’articolo precedente, abbiamo lasciato Toxites in preda all’indecisione rispetto alla strada da percorrere, sia negli studi che nella vita. Riprendiamo da qui affidandoci ancora una volta alle parole del biografo Schmitt:

“Für die Theologie zeigte er keine Neigung mehr; lieber hätte er das Recht, und noch Lieber die Medizin gewählt; das eine, so wie das andere, schien eine goldene Zukunft zu versprechen; da aber für seine Vermögensumstände beide Studien zu kostspielig waren, entschloss er sich bei dem „bescheidenern” Humanismus zu bleiben. (…) 1535 trifft man ihn zu Pavia, wo er ausser den literärischen und philosophischen Vorlesungen auch einige medizinische besuchte. Nebenbei versah er den Dienst als Famulus bei dem baierischen Grafen Otto Truchsess von Waldburg der, älter als er, zuerst zu Tübingen studiert hatte uns sich jetzt zu Pavia aufhielt. Auch in dieser Universität brachte er seine Studien zu keinem Abschluss. (…) Nach seiner Rückkehr aus Italien hielt er sich eine Zeitlang zu Wittenberg auf, wohin sich damals so viele Studenten wandten. (…) Da er nicht Magister war, konnte er kaum auf etwas anderes Anspruch machen als auf eine Schulmeisterstelle. Eine solche erhielt er an der schon seit längerer Zeit bestehenden Schule von Urach; es war ums Jahr 1537.” 

Dopo tre anni d’insegnamento come maestro di latino presso una scuola locale, Toxites pubblica un giovanile, ma febbrile j’accuse rivolto all’ingratitudine umana, nello specifico quella degli abitanti di Urach: Lamentele di un’oca o Invettive per l’ingratitudine degli uomini. Il componimento esordisce con una condanna nei confronti del conte Ulrich Faber, vicario dei canonici regolari di Denkendorf, reo di essersi miseramente piegato alla Riforma per convenienza. L’oca, sostiene Toxites nel suo satirico libello, è un animale umile, abbondante e certamente non stupido. In questo somiglia molto agli uomini colti e sapienti, anche loro innocenti e semplici, ma soprattutto utili per le loro penne, senza le quali non si scriverebbero i testi fondamentali che consentono al sapere di crescere ed elevarsi. Il monologo dell’oca si snoda indi:

“Es gibt keinen bessern, unschuldigern Vogel als ich, und doch bringt man mich um; was hab’ ich gesündigt? Es sei denn das seinem Herrn nützen sündigen heisst. Vor Zeiten wars nicht so, da hat man mich geehrt, weil ich Rom vor dem Feinde gewarnt; damals hielt man noch den Undank für etwas schändliches, heute weiss die Welt nicht mehr dankbar zu sein; wer andern nützt, schadet sich selber. Man sehe nur wie es mir ergeht, die Dienste die ich leiste und das Loos das man mir dafür bereitet. Zunächst spende ich meinem Herrn den Flaum für sein Bett. (…) Ferner liefere ich die Federn zum Schreiben; wäre ich nicht, wie hätte man die Gesetze, die Werke der Dichter, die Bücher der heiligen Schrift aufbewahrt? Letztere waren lange im Dunkel; die päpstliche Tyrranei, die selbst die Keiser unter ihr Joch beugen wollte, hatte die Wahrheit unterdrückt; jetzt kommt diese wieder ans Licht. Freilich gibt es auch böse, tügerische, unsittliche Scribenten die meine Federn missbrauchen; dies ist aber nicht meine Schuld.” E questo è solo un estratto.

Il 6 aprile 1540 Toxites spedisce una copia di Lamentele di un’oca a Strasburgo perché venga stampato. Quando le prime copie giungono a Urach, non trascorre molto tempo prima che Toxites venga accusato di ingiuria. Torturato ben quattro volte, Toxites è infine condannato a morte “da es besser todt denn lebendig, nützlicher unter denn auf der Erde wäre, darab dann ein Jeder ein Exempel und Ebenbild nehmen könne, solcher schändlicher, lästlicher Schriften sich zu entschlagen.” 

La condanna pare eccessiva ai concittadini di Toxites che chiamano in causa il borgomastro e la giunta di Tubinga. La burocratese risposta di questi ultimi giunge rapidamente, dichiarando il caso di Toxites alieno alle autorità competenti, ma sbilanciandosi nel sostenere che l’accusato in questione è un “arm einfältig Layen, die die Rechte und Satzungen nicht erfahren noch gelernt”. Il 26 giugno, il Ponzio Pilato di Urach Sigmund Herter von Herteneck, se ne lava le mani, lasciando l’onere di decidere della sorte di Toxites direttamente al Conte Ulrich. Quest’ultimo si pronuncia il 2 luglio confermando l’eccessiva drasticità della sentenza e proponendo che Toxites venga ucciso in quanto cittadino (bürgerlich getödtet) piuttosto che come uomo, ovvero suggerendo che lo si ostracizzi dalla provincia del Baden-Württemberg in via definitiva. 

Toxites, sua moglie e i suoi figli si trasferiscono seduta stante a Basilea, dove trovano ospitalità presso Simon Grynäus, il quale, infervorato dall’ingiustizia subita dall’amico, fa circolare il manoscritto di Lamentele di un’ocatra l’élite germanofona umanista. Quasi tutti i destinatari supportano la causa di Toxites a parole, ma nessuno di loro agisce concretamente. La risposta di Toxites giunge ancora una volta tramite la poesia.

Per concludere, una sola domanda: può un uomo morire in quanto cittadino senza morire anche come uomo?

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > Bloggers