Culture + Arts > Visual Arts
August 6, 2020
„Klausen All In“ Artist in Residence 3.0
Francesca Fattinger
„Klausen All In“ è il nome del progetto artistico che è stato riproposto anche quest’anno nella sua terza edizione a Chiusa. Il progetto Artists in Residence si è svolto per la prima volta nel 2015 ed è sostenuto dal Comune, dal Museo civico, dalla Società cooperativa economica, dal comitato educativo di Chiusa e da alcuni cittadini_e della città. La volontà del team di Kunst boden_nah, organizzatore e curatore del progetto, è di far rivivere la storica colonia d’artisti di Chiusa. Si tratta quindi di una residenza artistica che avrà come risultato finale una mostra dei prodotti artistici realizzati, frutto dello scambio tra gli_le artisti_e, ma anche del dialogo intessuto con i gli abitanti del luogo e del confronto con il paesaggio in cui si sono trovati_e a vivere giorno per giorno. Gli_le artisti_e sono stati_e infatti attivamente coinvolti_e nella vita della città.
Fino alla fine di maggio artisti_e di diverse discipline si sono potuti_e candidare per la residenza a Chiusa tramite un bando di concorso. Sono pervenute circa 60 candidature da tutto il mondo e dopo un’attenta valutazione un comitato, composto da Sonja Hofer, Peter Senoner e dai promotori del progetto artistico e fondatori del progetto Kunst boden_nah Andreas Von Lutz, Karin Reichhalter e Martin Sagmeister, ha selezionato tre artsti_e. Sono Agnieszka Kozłowska di Gdynia in Polonia, Jan Hasenauer di Alfter in Germania e Claudio Beorchia di Refrontolo in Italia i_le vincitori_ici del concorso che da metà luglio in poi, in cambio di vitto e alloggio, si sono trasferiti negli spazi dell’osteria Orso Grigio nel cuore della città vecchia [vernissage: 7 agosto ore 19:00, Orso Grigio, Città bassa, Chiusa; mostra: 7–14 agosto, mar–dom 15:00–20:00; artist talk: 11 agosto, 19:00].
Si tratta di tre artisti_e molto diversi_e tra loro che, convivendo e collaborando nello stesso atelier, hanno creato nuove sinergie di pensiero e azione. In questo mese di convivenza si sono confrontati_e, scambiati_e ed arricchiti_e a vicenda, facendo convergere le loro opere, seppur attraverso vie differenti, nello snodo tra cultura, natura e tradizioni locali.
Agnieszka Kozłowska viene da Gdynia in Polonia e ha già partecipato a diverse residenze d’artista in tutta Europa. Ha studiato fotografia nel Regno Unito e in Polonia e ha sviluppato una propria tecnica fotografica sperimentale. Per rappresentare la varietà geologica del luogo, ha raccolto esempi di differenti tipi di roccia, li ha triturati fino a derivarne polvere da usare come pigmento. Il materiale è stato poi mescolato con una sostanza foto-sensibile posta sulla carta ed esposta in una fotocamera creata dall’artista. Ognuno degli oggetti fotografici è un esperimento intenso in termini di tempo e di lavoro e ha richiesto ore di esposizione alla luce solare e un grande controllo da parte dell’artista. Ogni opera del progetto Inclination è quindi una fotografia del luogo ma anche fatta dal luogo, essendo stata creata con l’utilizzo delle rocce del posto. Così Angelika ci ha raccontato la sua esperienza a Chiusa:
The residency in Klausen allowed me to stay in close proximity to the geologically varied mountain areas of the Dolomites where I made my work. Now it’s time to present the work to the inhabitants, and I’m very curious of its reception. I always enjoy witnessing everyday life and culture in alpine regions, no matter the country, and my experience of Klausen was no different. I also very much appreciated the close interaction with the other resident artists, with whom I shared living and working quarters. The enthusiasm and effort put by the organisers in integrating us into the life of the city clearly distinguishes the residency in Klausen from many others.
Claudio Beorchia vive e lavora nel trevigiano, ha studiato arte visiva e design all’Università Iuav di Venezia e ha partecipato a residenze d’artista in tutto il mondo. Cerca di vedere e rappresentare il mondo in modo diverso utilizzando slittamenti e variazioni di prospettiva su cliché, elementi dello spazio urbano e del paesaggio. Così facendo, non si pone limiti nella scelta dei linguaggi o dei materiali e dà particolare spazio a pratiche relazionali e partecipative. Il suo progetto per Chiusa si intitola Chiusa nei sogni ed è un racconto poetico della città attraverso i sogni di chi l’ha abitata in queste settimane. Il gioco del Lotto ne è il fulcro e gira attorno alla ricevitoria posta nel cuore del paese. La tradizione vuole che si giochi a partire da ciò che si ha sognato. Con la tipica ironia e leggerezza del suo lavoro, Claudio ha deciso di invertire il percorso e di raccogliere i tagliandi dei giocatori per ricostruire i loro sogni.
Anche lui ci racconta in alcune righe la sua esperienza di questo mese:
La natura della mia ricerca artistica, che in genere si sviluppa attraverso progetti site-specific e pratiche site-responsive, mi porta spesso a partecipare a residenze artistiche. La residenza artistica è per me la modalità congeniale e più proficua – per il contesto inedito in cui mi trovo a vivere e per il carattere immersivo in cui si sviluppa – per concepire nuove idee e realizzare nuovi progetti.
Qui a Chiusa, a catturare la mia attenzione è stato soprattutto il ruolo centrale delle vie di comunicazione. C’è la dimensione del centro storico, attraversato dall’unica pittoresca viuzza, che tutti, abitanti e turisti, devono percorrere a passo d’uomo per spostarsi lungo l’abitato; e c’è la dimensione esterna (che dal centro storico si intravede e si sente), costituita delle grandi vie di scorrimento: la statale, l’autostrada, la ferrovia. È quel flusso eterogeneo di persone, veicoli e pensieri ad aver catturato il mio interesse in queste settimane. E così, nel corso della residenza, ho cercato una via poetica, ironica e surreale per raccontare tutti questi peculiari attraversamenti a cui la città assiste.
Il terzo artista è Jan Hasenauer, vive e lavora a Bonn in Germania, ha studiato arte-terapia-pedagogia, pittura e scultura all’Università di Arte e Società Alanus. Si muove nell’ambito dell’arte concettuale. Crea complessi di lavoro multimediali, formati da installazioni sonore e video, combinati a elementi scultorei. Cerca di rendere visibili alcuni rapporti di forza, come quelli tra pressione/trazione, equilibrio/bilanciamento, peso/leggerezza, creando a partire da essi delle narrazioni. A Chiusa si è chiesto come poter intervenire in un luogo già così bello e perfetto ai suoi occhi, così si è messo in dialogo con la città e con le sue chiavi e ha infine creato, in collaborazione con Hermann Plieger il fabbro del posto, una piccola scultura simbolica che verrà in futuro installata nella città: una serratura di cui tutti siamo la chiave, che ci ricorda che serratura e chiave funzionano e hanno un senso solo se sono insieme!
Ich habe mich gefragt was ich denn machen soll, in dem einen Monat, in einem Ort der so schön ist und dem nichts zu fehlen scheint. Für mich war klar, dass nur etwas geschehen kann, wenn ich mich nicht anpasse, sondern einfühlend mein “anders-sein” anbiete. Und so waren die letzten drei Wochen eine art ins gespräch gehen mit Klausen, der alten Künstlerstadt mit den vielen Schlüsseln. Viele Künstler verpassen die eigentliche Arbeit. Zwar werde Ich der Stadt eine kleine symbolische Skulptur schenken (ein Schloss für das jede/jeder der Schlüssel ist), aber irgendwie kommt mir oft vor, dass die eigentlich Arbeit das Zuhören ist. Ich kann nur dann wirken, wenn ich spürend lausche und Klausen kann mich nur dann mich entfalten lassen, wenn es ein bisschen aufmacht und mich zulässt…
Schloss und Schlüssel machen auch nur zusammen einen Sinn. So ist es auch in unserer Gesellschaft
(/der Symbiose zwischen Klausen und mir) – nur zusammen macht’s sinn!
Foto di Martin Sagmeister:
I Sogni di Chiusa di Claudio Beorchia
Il Team di KUNST BODEN_NAH, Agnieszka Kozłowska, JanHasenauer, Claudio Beorchia, Karin Reichhalter, Andreas Von Lutz, Martin Sagmeister
Agnieszka Kozlowska al lavoro
Jan Hasenauer al lavoro
Comments