People + Views > More

July 27, 2020

Chiacchierando con Giulia Mirandola

Francesca Fattinger

Berlin Pankow marzo 2020%223Sapete quando, chiacchierando del più e del meno, arriva una domanda inaspettata tipo: “se potessi immaginare di passare un pomeriggio con una persona che non conosci direttamente, ma che per te è importante, con chi lo vorresti passare?”. Beh io ho avuto una grande fortuna e – seppur online – ho potuto confrontarmi con Giulia Mirandola, un punto di riferimento per me in termini di professionalità, passione e umanità. Abbiamo chiacchierato di parole, immagini e libri. Perché “se si vuole conoscere il linguaggio delle immagini bisogna imparare il loro alfabeto, la loro grammatica, la loro natura e la cultura nella quale vengono prodotte e fruite” e come farlo se non accompagnate per mano da una professionista cresciuta a pane, album fotografici e storie, belle intime vere. Giulia, con una scintilla curiosa negli occhi che trasmette a chiunque ha accanto, ci racconta delle sue foto catturate a Berlino, dove si è trasferita da poco, dello splendido libro “Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione” (edizioni Settenove) appena uscito, e di molto altro.
Ora tocca a voi: orecchie, occhi, mente e cuore aperti ad ascoltare. 

Sei un vulcano di idee e progetti che, pur nella loro estrema varietà, sembrano ricondurmi a tre parole: immagini, scrittura e persone. Come ti sembrano queste parole, le senti comode, adatte a descriverti?  Che altre parole sceglieresti per raccontarci chi sei?

Ti ringrazio per le parole che hai scelto per tratteggiare il mio profilo professionale e il mio temperamento. Le immagini, la scrittura e le persone sono tre elementi che mi accompagnano da molto tempo e sono le componenti essenziali del mio modo di essere. Il racconto di chi sono potrebbe proseguire con: indipendenza, curiosità, movimento, gioco.

Nel tuo sito parli della tua professione come un modo per arrivare a “una società educata a leggere le figure”, come sei approdata alla passione, poi diventata parte fondamentale del tuo lavoro, per le immagini e gli albi illustrati? Riusciresti a consigliarci un modo per affrontare le immagini nei libri con più consapevolezza e occhio critico?

Sono sempre stata una lettrice attenta alle immagini nei libri, molto attratta dal silenzio e dall’assenza di parole a cui le immagini ci invitano. Durante l’infanzia ho sviluppato un forte interesse per i libri fotografici e uno dei miei giochi preferiti era quello di leggere gli album fotografici della mia famiglia, che erano di fatto delle storie, delle biografie. Da prima dell’università desideravo lavorare in una casa editrice per imparare come si fanno i libri. Mentre lavoravo come ricercatrice iconografica in Zanichelli, a Bologna, ho frequentato i corsi dell’Accademia Drosselmeier dedicati agli albi illustrati e all’editoria per l’infanzia e ho percepito l’esistenza di un mondo sommerso: la letteratura visiva. Da quel momento ho circoscritto sempre di più il mio ambito di interesse: lo studio, la divulgazione e la mediazione culturale della letteratura visiva. Se si vuole conoscere il linguaggio delle immagini bisogna imparare il loro alfabeto, la loro grammatica, la loro natura e la cultura nella quale vengono prodotte e fruite. 

Berlin Pankow marzo 2020%225

La tua vita, come racconti anche tu, è cambiata, e dallo stupendo Masetto in Trentino sei arrivata a Berlino dove ora scrivi di editoria, librerie e biblioteche berlinesi per la rubrica “Finestra su Berlino” del magazine culturale di Goethe-Institut Italia. Cosa ci racconti di quest’esperienza appena cominciata?

Questa opportunità è nata per caso, grazie a un reportage scritto in occasione della Frankfurter Buchmesse, lo scorso autunno. Da allora la collaborazione continua in modo positivo e stiamo lavorando alla programmazione editoriale per l’autunno 2020. Un anno fa mi trovavo all’apice di un periodo di crisi che aveva compromesso pesantemente il mio stato di salute, le condizioni del mio lavoro precedente, la mia libertà di movimento e la capacità di immaginare il futuro. Non avrei mai creduto possibile un miglioramento così significativo nel volgere di dodici mesi. Sono orgogliosa di me. 

Berlin Pankow marzo 2020%222

Da fan del mondo della letteratura di infanzia di qualità, non posso non chiederti qualcosa sul libro magnifico appena uscito, di cui sei fra le autrici: “Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione” (edizioni Settenove). A oltre 70 anni dall’anniversario del suffragio femminile, finalmente si parla anche delle 21 Madri costituenti che hanno scritto insieme ai più famosi “Padri” la nostra Costituzione. Come è stato essere parte del progetto?

Scrivere un libro in gruppo è difficile, richiede pazienza, mediazione, regia nella definizione dei ruoli, al tempo stesso è un modo di lavorare che mi ha insegnato moltissimo e che mi fa essere oggi cinque volte contenta (cinque sono le autrici), invece che una. L’elemento che credo abbia reso percorribile questo esperimento è la disomogeneità del nostro gruppo di lavoro. Ciascuna è diversa e ha portato il suo contributo in base alle proprie qualità e inclinazioni. Siamo portati a immaginare che un gruppo sia più coeso se tutte e tutti la pensano allo stesso modo. Ecco, se fosse stato così questo libro non sarebbe mai nato o sarebbe nato tra mille difficoltà che avrebbero compromesso il risultato. 

Berlin Pankow marzo 2020%221

Ultimissima domanda. Da tua follower curiosa e appassionata ti seguo anche su Facebook dove dall’inizio dell’emergenza COVID pubblichi fotografie giornaliere delle tue passeggiate in città, catturando la meraviglia delle cose semplici, ci insegni a guardare con cura ogni piccolo dettaglio. Ci vuoi raccontare come è nata l’idea e come si sta evolvendo?

In una città nella quale abitiamo per la prima volta, tutti abbiamo bisogno di guardarci bene attorno se vogliamo capire dove ci troviamo. All’inizio quasi ogni cosa sembra nuova. Fotografare libera in me il piacere di leggere gli spazi ed è un gioco che riesco a praticare a prescindere dall’umore del momento, dal meteo, dal fatto di essere autodidatta, di trovarmi da sola o in compagnia. Fotografare non ha per me nessuno scopo nel momento in cui avviene, mi piace tanto e mi piace sempre. Durante la quarantena, fotografare voleva dire portare con me qualcosa dal mondo esterno e fare esperienza del tempo.
C’è ora in cantiere una piccola mostra con un catalogo che l’accompagna. In parallelo, insieme a una poeta e a una illustratrice, sto facendo alcuni esperimenti che fanno dialogare tra loro i linguaggi della fotografia, della poesia e dell’illustrazione. Il progetto è in divenire.

 

Giulia Mirandola (1979) si occupa di educazione visiva, letteratura per l’infanzia, progettazione culturale. Lavora in ambito editoriale dal 2004. Nel 2019 si trasferisce a Berlino grazie a “MoVE 2019-2020″, un programma di mobilità transnazionale che le permette di collaborare con la libreria berlinese Dante Connection. Scrive di editoria, librerie e biblioteche berlinesi per la rubrica “Finestra su Berlino” del magazine culturale di Goethe-Institut Italia. Collabora con “Il Mitte-Quotidiano per italofoni” di Berlino. Nel 2020 esce in Italia Libere e sovrane. Le donne che hanno fatto la Costituzione (Settenove edizioni) di cui è coautrice. Per il suo lavoro di progettazione culturale nell’ambito di “Il Masetto” le viene conferito il “Premio Triennale Fare Paesaggio-edizione 2020″. Tiene corsi di formazione per adulti di educazione alla lettura visiva, è curatrice indipendente di progetti culturali che mettono al centro la lettura visiva, la narrazione visiva del paesaggio e la mediazione delle letterature, in particolare quella visiva.  

 

Foto di Giulia Mirandola – serie “Berlin Pankow marzo 2020″

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.

Archive > More