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July 21, 2020

Livre d’Or 06. Seehotel Ambach

Anna Quinz
Livre d'Or - il "libro degli ospiti" secondo la lingua francese - è una mappa emotiva dei luoghi dell'accoglienza altoatesina. Un racconto - di hotel in hotel - scritto per fermare tutto ciò che qui è stato visto e sentito, un diario di viaggio, una testimonianza di passaggio, una dedica personale e sentimentale a tutti quegli hotelier visionari capaci di creare luoghi di sospensione ed evasione - magari anche fugace e momentanea - dal valore inestimabile.

La prima cosa la curva architettonica che fende lo spazio e si impone, con discrezione, nell’ambiente naturale.  

Come una bianca parentesi di pietra che si apre e non si chiude, l’edificio ruvido e frastagliato nelle sue inaspettate geometrie asseconda le linee fluide della collina di spalle e le increspature del lago di fronte. E abbraccia con immediatezza formale l’ospite e il paesaggio. Stupore e meraviglia i primi pensieri che ci attraversano. Mentre come in un gioco infantile inseguiamo mille volte avanti e indietro, a piedi nudi e occhi aperti, l’immenso arco perimetrale, per prendere le misure del nostro corpo e dei nostri passi al cospetto del genio architettonico.

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Il passato è presente, ma mai invadente. E il pensiero coraggioso di chi ha immaginato tutto questo è puro piacere, per chi ha occhi curiosi e capaci di guardare, indietro e in avanti. 

Lasciamo per un attimo la parabola esterna – coi sui volumi possenti ed equilibrati, l’alternanza perfetta tra rientranze e protuberanze, la muratura immacolata solidamente ancorata ai confini dell’acqua – per veleggiare finalmente dentro a questo straordinario Hotel du lac d’altri tempi e dei nostri tempi. 

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L’interna composizione tridimensionale è una cattedrale di incastri, ombre, sagome e profili aerei. Dalle curve alle rette, dai cerchi ai quadrati, la geometria è spazio da contemplare più che da misurare. 

Lo stupore continua a guidare lo sguardo, che non sa dove attraccare mentre cerca – di virata in virata – di cogliere ogni particolare, senza però perdere il senso sacrale eppure piacevolmente informale dell’insieme. La profonda scalinata invita a salire verso l’inseguirsi di linee della volta infinita aperta sul legno e sul cielo. Seguendo il percorso tattile tra parapetti traforati, la parete slanciata o le ridondanze ondulate che intervallano il perimetro dei corridoi, raggiungiamo il nostro nido privato affacciato sul lago. 

Sotto i nostri occhi va in scena una regata di struggente perfezione cromatica: il blu mutevole dell’acqua del lago o della piscina, i mille colori delle vele o dei pedalò all’orizzonte, il punti lattei di lettini e ombrelloni e il verde lucente del grande parco ondeggiano sinuosi intorno all’impeccabile assolo del bianco architettonico. seehotel_ambach_luca_meneghel_16  (20) copia

Il richiamo del fuori è troppo forte, il vento ci chiama. Scendiamo.  

Ma prima di lasciare andare il corpo all’ombra placida dei grandi alberi, ci attardiamo ancora un po’ all’interno, per scorrere insaziabili ogni centimetro di questo approdo seducente. Ogni angolo, ogni nicchia, ogni sala è un inno al savoir faire di progettisti e artigiani che con tocco magistrale hanno saputo inventare e immaginare – dagli anni di gloria del buon design italiano fino ad oggi – oggetti che sembrano nati per stare proprio qui, proprio ora. I sensi si perdono nell’ensemble di colori forti e delicati, pieni e rarefatti. Gli aranci, i gialli e i verdi che portano dritti agli anni ’70, i rosa e i grigi che ammorbidiscono nella contemporaneità, il bianco che dà la rotta. 

seehotelambach_luca_meneghel_20 (18) copiaTelefoni e televisori di quando eravamo bambini, poltrone e divani curvilinei che si arrotolano intorno a imponenti colonne, la scia di luce delle lampade a terra e a muro degne di un museo del design, le tante forme panciute o longilinee dei vasi di fiori, macchine da scrivere dal segno indimenticato per siglare il diario di bordo, tavoli, tavolini e altre superfici su cui lasciar scorrere occhi e mani… Lo spirito della collezionista che ha composto questa meraviglia dialoga con eloquenza con lo spirito del collezionista che la scopre per la prima o la centesima volta. E la sincronia tra pieni e vuoti, tra grande architettura e piccoli oggetti, tra bianco lineare ed esplosioni di colore, è un piacere così intenso, appagante e intrigante che non possiamo far altro che tuffarci. Non nel lago – lo faremo poi – ma in questo coinvolgente approdo tra passato e bellezza. 

 

Grazie. Siamo stati bene qui, 

Anna Quinz 

 

Seehotel Ambach 
Campi al lago 3
39052 Caldaro 
seehotel-ambach.com

 

Foto 1, 3 Helmut Rier
Foto 2 Jürgen Eheim
Foto 4,5 Luca Meneghel

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