Culture + Arts > Literature

July 18, 2020

VEDO GENTE: viaggio intorno alla mia casa, in buona compagnia

Anna Quinz

“Splendido paese dell’immaginazione, tu che l’essere benevolente per eccellenza donato a noi uomini per consolarci della realtà, bisogna che ti lasci. È oggi che certe persone da cui dipendo pretendono di rendermi la libertà, come se me l’avessero levata! Come se fosse il loro potere di portarmela via in un solo istante, di impedirmi di percorrere a mio piacere il vasto spazio sempre aperto davanti a me! Mi hanno vietato di attraversare una città, un punto, ma mi hanno lasciato l’universo intero: l’immensità e l’eternità sono ai miei ordini”. 

Nel 1790 il giovane ufficiale savoiardo Xavier de Maistre fu costretto a passare 42 giorni agli “arresti domiciliari” come punizione per aver partecipato a un duello. Durante questo periodo di reclusione, lo scrittore fece un intenso “viaggio intorno alla sua camera”, diventato poi una celebre operetta letteraria. L’appassionante cronaca di questa peregrinazione nello spazio limitato è soprattutto un viaggio dell’- e nell’immaginazione, che passa per l’osservazione attenta degli oggetti di uso quotidiano che lo circondano e gli fanno compagnia nel suo isolamento forzato. 

230 anni dopo, milioni di persone in tutto il mondo sono rimaste chiuse in casa, chi più a lungo chi meno, a causa del Corona Virus. Tra queste, naturalmente anche io. Durante questi mesi di forzato isolamento domestico, c’è stato chi ha cucinato e panificato, chi si è dato allo yoga, chi ha letto decine di libri o visto decine di film, chi ha aiutato i figli nelle ore scolastiche, chi ha dormito più del solito o lavorato incessantemente via zoom. C’è anche chi – è il mio caso – ha usato questo tempo lento e solitario, anche per ritrovare il piacere di muoversi in lungo e in largo negli spazi casalinghi, alla ri-scoperta degli oggetti custoditi nei cassetti, nel frigorifero, sulle credenze, negli armadi, sulle mensole. È nato così – nella pura casualità di gesti dettati dalle ore improvvisamente a disposizione – il progetto VEDO GENTE. 

Indubbiamente affetta da pareidolia – “un’illusione che ben conosce chiunque abbia sorriso davanti a case dall’aria perplessa, riconosciuto rock star morte nella bruciatura di un toast o scrutato con sospetto l’espressione arrogante dell’auto in arrivo”, come spiega Simone Sbarbati (direttore del magazine frizzifrizzi) nell’introduzione al volume VEDO GENTE – muovendosi dal salotto alla cucina, e dal bagno alla camera da letto, ho iniziato a individuare in qualunque cosa mi passasse tra le mani una serie di volti, i cui occhi erano tazzine da caffè o bottoni, i nasi cucchiaini o cotton fioc e le bocche stuzzicadenti o forcine per capelli.    

Pensati inizialmente come una serie di fotografie home made da postare su Instagram, le facce della gente intorno a me hanno pian piano preso vita, diventando veri e propri personaggi, ciascuno con il proprio nome, carattere o peculiarità fisica, ma anche con i propri pregi e difetti, idiosincrasie e manie, abitudini e routine. Quasi sotto dettatura, ho raccolto e poi scritto tutte queste minuscole e intime storie. Che ora convergono, insieme ai rispettivi ritratti, nel volumetto edito da franzLAB VEDO GENTE.  

Senza pretese letterarie ne tantomeno fotografiche, VEDO GENTE è un puro divertissement domestico, che rende omaggio agli oggetti del quotidiano, siano essi personali e privati, preziosi o irrilevanti, costosi o popolari, estetizzanti o funzionali, semplici o ricercati, acquistati o regalati. E nel sommarsi e assemblarsi, attraverso questo spontaneo processo di antropomorfizzazione, le cose del vivere quotidiano acquistano nuovo significato e una propria personalità, indipendente e soggettiva. 

Con un debito di riconoscenza verso il Signor Palomar di Italo Calvino, il libro sopra citato “Viaggio intorno alla mia camera” di Xavier de Maistre e soprattutto l’intera opera letteraria e creativa di Bruno Munari, ho concepito un piccolo libretto dall’identità ibrida che, con leggerezza e ironia, si interroga sul legame che intercorre tra gli oggetti e i loro proprietari, le possibili relazioni che si possono instaurare con gli spazi domestici, il valore estetico che anche le più infinitesimali minuzie possono assumere se guardate con occhi curiosi, il collezionismo come forma di ricerca introspettiva e l’isolamento come spazio di profonda ispirazione per la creatività. 

Il progetto grafico di VEDO GENTE è stato ideato ed elaborato da Studio Babai“Ci sono molti modi di osservare le persone, per conoscerle meglio. Possiamo vederle dall’esterno e quindi stare di fronte a loro, osservare le loro espressioni, il modo in cui sono vestite e quindi nella nostra mente collocarle in un contesto sociale. Poi, possiamo anche guardarle da dietro e cercare di vedere ciò che hanno seminato in passato. E allora forse sapremo qualcosa del loro futuro”: è questo l’intento che ha guidato il concetto per la copertina nella quale il “ritratto” dell’autrice è sdoppiato, moltiplicato e spiato da diversi punti di osservazione. 

Nelle pagine interne, invece, i piccoli caratteri tipografici occupano timidamente lo spazio bianco delle pagine, senza disturbare o dare troppo nell’occhio. La tipografia, dunque, è tanto piccola e minuta, quanto piccole e minute sono le storie che le è chiesto di rappresentare. 

Il libretto è ora a disposizione di chi vorrà farsi un giro tra la gente della mia casa, incontrare qualche vecchio e nuovo amico e forse “spiare” un po’ della mia vita domestica. Le copie sono solo 100, tutte firmate da me, con tutta l’emozione di questa minuscola opera prima. 

Immagine Studio Babai

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.