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March 26, 2020

Più di uno spazio di coworking: “le garage lab” a Trento

Francesca Fattinger

La quarantena continua, a volte costringe il pensiero, le idee e la speranza, altre invece permette di espanderci e si trasforma in parentesi di riflessione e di scoperta. Per questo sono contenta di continuare a occuparmi di luoghi belli, professionisti|e pieni|e di energia e voglia di condivisione, iniziative e progetti che appena questa pausa finirà saranno di sicuro un motore di crescita e ricostruzione per Trento e non solo.

Loro sono Elina Christodoulaki, Michaela von Der Heyde e Tessa Battisti e sono le voci, gli occhi, le menti e le mani che si nascondono dietro a “le garage lab”. Ci siamo sentite in video chat, ognuno da casa propria, ma è stato un po’ come essere nel loro spazio. La parola “spazio” in effetti è stata il termine che più è risuonato nella nostra chiacchierata. Sì, perché “le garage” è innanzitutto un luogo, un punto di incontro, un centro “catalizzatore” di ogni tipo di espressione artistica, dalla musica all’arte visiva, dall’architettura al teatro. Ed è proprio dalla ricerca di uno spazio per sé, per il proprio lavoro, per la propria personale espressione, ma che potesse diventare anche un luogo di scambio e incontri, che queste tre professioniste si sono incontrate e hanno dato il via al progetto. 

Allestimento per il laboratorio sul mostro, in collaborazione con Francesca Morello

Michaela, laureata all’Accademia di Belle Arti di Roma, insegnante di storia dell’arte, vissuta tra Roma, Germania e Inghilterra, ha sentito il bisogno di avere uno spazio per sé, per lavorare ai suoi progetti, ma anche da condividere con altri o altre che sentissero la sua stessa esigenza. Per questo ha pubblicato un annuncio su Facebook e la prima persona ad aver risposto è stata Tessa, scenografa, tornata dall’Inghilterra, che stava cercando uno spazio di lavoro in cui poter incontrare professionisti|e e artisti|e del settore. Si è poi aggiunta Elina, architetta greca, trasferitasi a Trento da 2 anni, che come prima persona al suo arrivo aveva conosciuto proprio Michaela. Alcune persone si sono aggiunte e poi sono andate via, ma loro tre sono restate, legate da passioni ed esperienze in qualche modo simili, con relazioni con il mondo dell’arte e un passato in giro per l’Europa che le ha portate però oggi a scegliere Trento come città in cui fermarsi. 

Naresh ran, inaugurazione

Per circa due mesi hanno visitato diversi spazi a Trento, alla ricerca di quello che risuonasse come l’abito giusto per tutte le loro necessità, i loro progetti e le loro idee. Il 4 aprile dell’anno scorso uno in particolare le ha convinte; hanno firmato il contratto e lo spazio che, in vicolo Dallapiccola 8, ospitava un garage si è trasformato in “le garage”, inaugurato il 21 dicembre 2019.

allestimento x inaugurazione

Il loro laboratorio quindi è nato in risposta a una doppia necessità, essendo il loro un lavoro per cui si è spesso isolate: avere uno spazio-studio-atelier che sia al contempo uno spazio per la città, affinché altri creativi assieme a loro lo animino e instaurino un dialogo con le comunità circostanti. Fare rete è per loro uno degli aspetti fondamentali: creare contatti e sinergie nuove per arricchirsi e arricchire chi ne entra a far parte. Per questo “le garage” è aperto a eventi e progetti mai fini a se stessi, ma che nascono in senso laboratoriale, di condivisione, trasformazione e utilizzo dello spazio stesso.

Leonardo Granchi aka Bad Girl 

Tra quelli ospitati in questi mesi ne ricordano due in particolare, rappresentativi della varietà e della volontà di aprire uno spazio privato di tre professioniste alla promozione di artisti e artiste in modo completamente gratuito. Il primo ha avuto come protagonista Leonardo Gracchi, meglio conosciuto come Bad Girl, con la sua residenza artistica di 48 ore, in cui ha registrato e processato suoni ispirati alla città e ai territori montuosi circostanti, tra field recordings, videoproiezioni ed esperimenti sonori, poi restituiti all’interno di “le garage”. Il secondo invece è stato un progetto in collaborazione con Francesca Morello (RYF) e Stefania Alos Pedretti che assieme a “le garage lab” ha coinvolto bambini e bambine sul “tema del mostro, dell’essere multicolore, multiforme, e quindi unico”: un esempio perfetto di commistione di arti e di coinvolgimento di pubblici diversi.

Francesca Morello aka RYF durante il concerto dopo il laboratorio sul mostro

Neanche ora cercano di fermarsi, e, nonostante gli eventi posticipati, cercano di allargare i nostri e i loro orizzonti promuovendo artisti|e sulla loro pagina Facebook. In questi giorni ad esempio presentano la fotografa Lara Žibret che attraverso i suoi scatti riflette sulla desertificazione delle città: “fabbriche dismesse e dimenticate, cantieri in costruzione, stazioni ferroviarie, costruzioni moderne, architetture costruite dall’uomo per l’uomo, ma immortalate libere dalla sua presenza, non luoghi, lo spazio è vuoto, come un’attesa, gli angoli, le facciate, i pesanti metalli, i vetri e i tagli che volentieri si fondono con il cielo creando un unico corpo, vengono congelati in quell’attimo, quel momento reso eterno e invulnerabile al tempo”. Vi consiglio di andare a dare un’occhiata fin da ora per scoprire interessanti nuovi sguardi.
Quando sarà finita la quarantena sarà bello ritrovarsi nel loro spazio ad ascoltare, vedere, toccare nuove espressioni artistiche, durante uno dei loro aperitivi, tra i più belli e animati di Trento. Io non vedo l’ora e non nascondo una certa acquolina, e voi?

 

Foto dello spazio di Federico Verdinelli, le altre di “le garage”:
1. Michaela, Elina e Tessa (in copertina);
2. Allestimento per il laboratorio sul mostro, in collaborazione con Francesca Morello;
3. Naresh ran, inaugurazione;
4. Allestimento per inaugurazione;
5. Leonardo Granchi aka Bad Girl;
6. Francesca Morello aka RYF durante il concerto dopo il laboratorio sul mostro. 

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