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March 3, 2020

Nuove posizioni del documentario contemporaneo: la primavera di Docu.emme

Francesca Fattinger

Aggiornamento Covid-19:
Docu.emme, la rassegna dedicata al cinema documentario, non si è fermata e non si ferma. A tutti, ma proprio tutti, sarà possibile visionare sulla pagina Facebook del Centro per la Cultura la selezione di documentari inseriti fino a oggi.
Il ciclo preseguirà con nuovi inserimenti fino al 29 aprile, sempre a cadenza settimanale (il mercoledì), grazie al lavoro del nostro team di curatori.
Il link alla pagina è: facebook.com/CentroperlaCultura

Giovedì 27 febbraio è ricominciata Docu.emme, la rassegna di cinema documentario di Merano. Si tratta di un percorso di ricerca tra stili ed elaborazioni artistiche, stimolo di rinnovamento estetico-culturale del cinema contemporaneo. Questa edizione, curata da Daniel Mazza, Debora Nischler, Cornelia Schöpf, è stata inaugurata con la proiezione di Theodor, film di Maria Boldrin, dove Momo, giovane regista italiana, torna a Vienna per dedicare il suo primo film a Theodor. Il loro incontro, avvenuto in maniera casuale, ha lasciato un forte segno nella sua vita, mostrandole il valore dei rapporti umani e l’imprevedibilità della vita.

Con #Female pleasure di Barbara Miller, programmato per il 4 marzo, siamo invitati a confrontarci con uno dei più forti tabù della nostra società: il piacere femminile, mentre nel La scomparsa di una madre seguiamo Benedetta Marzini, modella iconica degli anni ’60, femminista militante, madre sola di quattro figli, docente acuta e controcorrente di antropologia della moda, in eterna lotta con un sistema che sfrutta le donne e la loro immagine. A 75 anni decide che vuole scomparire e dà il via a un intenso dialogo con il figlio che ha deciso di fare un film su di lei. 

La rassegna continua poi con una domanda forte: può essere un uomo gay sessista? Di questo tratta Diktatorship di Gustav Hofer e Luca Ragazzi: Gustav e Luca vivono insieme da tanti anni e un giorno, a colazione, una battuta infelice rischia di mettere in crisi il loro rapporto di coppia, ma apre la strada per un’indagine più ampia di quale sia il quadro generale della mascolinità in Italia. 

Tra il 25 marzo e l’1 aprile possiamo seguire Aatos, Amine e Flo, tre bambini di un distretto multiculturale a Bruxelles, nella loro ricerca di Dio tra tappeti volanti e rane in bocca in Die Götter von Molenbeek di Reetta Huhtanen e possiamo riflettere sull’espressione personale e sull’intimità nei tempi dei social media in Searching Eva di Pia Hellenthal, dove Eva, la protagonista, scrivendo e parlando di temi comunemente ritenuti intimi o imbarazzanti e mostrando il proprio corpo, riflette su chi è veramente, facendo crollare le barriere dell’intimità e mettendoci di fronte a un bivio: qual è il confine tra l’essere e la sua rappresentazione? 

Ancora una donna è protagonista di Una primavera di Valentina Primavera, un viaggio complesso, che porta noi ed entrambe le protagoniste, la mamma che cerca di uscire dalla prigione della violenza domestica e la figlia che prende la telecamera per raccontarla, a confrontarsi con le strutture patriarcali. 

Gli ultimi film in programmazione ci fanno visitare politici, poeti e il complesso rapporto tra natura e tecnologia: in Avevo un sogno di Claudia Tosi Manuela, onorevole del Parlamento italiano, e Daniela, consigliera comunale e assessora, sognano di cambiare il proprio Paese e testimoniano la morte della politica rappresentativa e l’ascesa del populismo; in 1 Häufchen Blume 1 Häufchen Schuh di Carmen Tartarotti visitiamo un poeta che rifiuta di parlare; in Sicherheit 123 di Julia Gutweniger e Florian, ultimo film in programmazione il 29 aprile, vengono poste domande sul futuro della vita alpina, sul grado di utilizzo delle risorse naturali e sul rapporto tra tecnologia e natura, nonché tra natura e persone. 

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