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December 17, 2019

Vestire e vivere la trasversalità: la ricerca ventennale di Raccolta Differenziata

Ilaria Vetruccio

Un piccolo universo che da vent’anni pulsa nel centro storico di Trento. Un negozio che nell’angolo riservato di Via Malpaga ha trovato lo spazio per le sue ricerche nel mondo della moda e che qui, oggi, continua ad essere il punto di riferimento di tanti affezionati. Luigi Andreis, per gli amici “Gigi”, ha aperto Raccolta Differenziata nel 1999 e dalle sue vetrate, dalle finestrelle di pietra del suo negozio, non ha mai smesso di credere in un approccio allo stile che puntasse tutto sulla trasversalità e sugli ampi orizzonti. Una moda che va capita, toccata e fatta propria. Con la sua pacata e proverbiale gentilezza, Luigi mi fa accomodare nella stanza principale del negozio e così iniziamo a chiacchierare…

18D530E5-EE31-41DC-8B48-43A509DF9FA1-2886-000002867F88294APer chi vive Trento, ormai Raccolta Differenziata è una presenza discreta, elegante, ma sempre costante e mai scontata. La tua avventura qui è iniziata ormai vent’anni fa. In che modo?

La mia esperienza è cominciata proprio a Trento. Per undici anni ho lavorato in un negozio grazie al quale sono riuscito ad entrare in contatto con tanti prodotti di qualità e tanta moda. Ad un certo punto però mi sono sentito pronto per buttarmi in un’attività tutta mia e questo negozio l’ho aperto un po’ all’improvviso. Ho visto questo spazio nel cuore della città che mi ha fatto dire: “se devo aprire, apro qui”. E infatti, non appena mi si è presentata l’occasione, mi sono letteralmente gettato: nell’arco di due mesi e mezzo ho aperto.  

Una decisione determinata… e vincente, mi verrebbe da aggiungere. Perché come hai appena detto, da vent’anni il tuo negozio è rimasto qui, in questo luogo che  hai individuato fin da subito come “quel che doveva essere”.

Sì, fin dal 1999 la location è sempre stata questa, un palazzo centrale, storico ed elegante. Fin da subito c’è stata la parte del negozio più bassa. Quella superiore, che ora affaccia con le sue vetrate direttamente sulla via, è stata accorpata al negozio soltanto più tardi, prima ce n’era uno di musica. Quando ha chiuso mi sono detto di nuovo: “o adesso o mai più”! Poi con gli anni, insieme a mia sorella, siamo riusciti ad espanderci anche con l’altra sede in Via Diaz, dove teniamo sempre prodotti di ricerca, ma in numero più ridotto, come Freitag, le calzature di design Trippen o i tessuti della finlandese Marimekko.8494F4A6-2B64-4BA3-B57C-7664E91EB416-2886-0000028685C89B3B

Vorrei farti la domanda che credo tu ti sia sentito rivolgere più spesso nell’arco di vita della tua attività: perché il nome “Raccolta Differenziata”?

Per molti anni mi hanno chiamato per chiedermi se ritirassi l’usato o come andasse fatta la raccolta differenziata, ma nonostante la sua ambiguità di significato, il nome del mio negozio è qualcosa che mi piace sempre di più. L’ho scelto senza alcuna esitazione perché avevo già un’idea di quello che volevo trasmettere attraverso il mio lavoro e i miei prodotti: una ricerca trasversale. Qualcosa che non segua le mode, ma uno stile di vita, un modo di essere e indossare un capo che non per forza deve essere quello dettato dalla moda del momento. Raccolta differenziata è il nome di un approccio, dell’esito di una mia continua ricerca. Volevo che il nome del negozio diventasse metafora, un concetto sospeso, e infatti ecco qui.

Dietro all’approccio trasversale ed eterogeneo, tanta ricerca e sperimentazione. Stando così le cose, immagino che marchi passati tra le tue mani siano stati tantissimi…

Sì, in vent’anni ne sono passati davvero tanti, alcuni più facili e altri più difficili da mantenere. Tra quelli che possiedo sicuramente un’altissima percentuale è Made in Italy, il restante però proviene da tutto il mondo: Giappone, Inghilterra, America, Germania, Francia, Svezia…

Attualmente tra i più importanti ho per esempio Dries Van Noten. Negli anni ho avuto da Martin Margiela a Raf Simons, Yohji Yamamoto, Neil Barrett, Dirk Bikkembergs, Reinhard Plank. Alcuni famosi, ma di nicchia e conosciuti dagli addetti al settore. Nelle mie scelte il fattore fondamentale è che fosse qualcosa che mi piacesse e che credessi fermamente potesse avere del potenziale. Per esempio della Freitag siamo stati tra i primi negozi in Italia e ora abbiamo anche la sua linea abbigliamento in materiale completamente biodegradabile brevettato appositamente. É ancora poco conosciuta, ma io ci credo molto.1F8817B3-F736-475F-AC75-87D99586AAC7-2886-00000288EACA29F5

Qual è il tuo cliente tipo?

Nell’arco di vent’anni ho avuto una clientela estremamente eterogenea, dal ragazzino alla signora di ottant’anni. In passato, avendo molti più marchi, soddisfavo una fascia più ampia, ma ora, per maturità e voglia di stimoli, sto attuando una scelta importantissima che è quella di avere più prodotti di nicchia e di conseguenza fare più ricerca. La clientela è più difficile da avvicinare, ma una volta avvenuto il contatto, il rapporto diventa molto più profondo e di fiducia. Il 90% della mia clientela mi conosce e si fida, tanto che, anche i clienti stranieri ritornano a trovarmi dopo anni.

Dal 1999 al 2019 Raccolta Differenziata è cresciuta e si è intrecciata con quella della tua città e sono certa che, in questo angolo nascosto ma centrale, l’hai anche vista evolvere e potuta conoscere dall’interno per quella che davvero è. Cosa mi puoi dire del tuo rapporto con Trento? 

Trento è una città che ha il suo personale fascino nel non essere mai così turistica, per il suo essere sempre un po’ sottotono, ma in realtà estremamente ricca. É una città un po’ testarda e che, prima di aprirsi, ha bisogno di testare, capire, potersi fidare. Ma quando accoglie poi accoglie a braccia aperte. Possiede quel pizzico di altezzosità non saccente che la rende a volte così enigmatica da dover essere anche lei po’ studiata.

Anche per questo motivo possedere un negozio di questo livello a Trento non è stato facile. Ci sono stati momenti difficili, ma sono stato caparbio. Avere un negozio di alta qualità, scegliere solo prodotti in cui credo e poi riuscire ogni volta a venderli, non è stata sempre una decisione dalle conseguenze semplici. Ma ci ho sempre creduto e mi sono ogni volta preso le mie responsabilità. Ora, dopo vent’anni, il percorso mi sembra addirittura più bello di prima ed è quasi come iniziare un nuovo cammino. 

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Foto Raccolta Differenziata 

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