Culture + Arts > New Media

October 31, 2019

Irriverente, apocalittica, pop:
benvenuti nella Duckland di Laurina Paperina!

Francesca Fattinger

Quando si dice un nome perfetto per un’artista, ci si riferisce sicuramente a lei, la regina di “Duckland”, l’ironica, divertente e irriverente Laurina Paperina. È lei la seconda artista trentina a cui dedichiamo un breve ritratto. Il suo pseudonimo ci dice tanto di lei e della sua arte che negli anni si è trasformata e arricchita, assorbendo tutto ciò che il mondo, attraverso qualsiasi canale, le abbia mostrato: se guardiamo le sue opere non possiamo che considerarle come un specchio un po’ magico, e forse anche un po’ pauroso, che ci mostra come eravamo, come siamo e come stiamo diventando. E come ogni specchio che si rispetti, i difetti sono messi bene in luce e anzi affilati con acutezza, per arrivarci dritti addosso. Dal disegno, al video, fino all’ultima ricerca pittorica, il suo mondo è affollato di personaggi che vengono dai fumetti, dai cartoni animati, dalla televisione, ma che non sono altro che altrettanti alter ego di tutti i noi… attenzione potreste scoprire cose di voi che non vi piaceranno affatto o ritrovarvi catapultati in scene apocalittiche… ma nel farlo riderete, riderete tanto! 

7 Laurina, come spesso scrivi, vivi e lavori tra Mori e Paperopoli, “un piccolo luogo nelle profondità dell’universo”. La tua arte ci immerge in un mondo disinibito e stravagante che può sembrare di pura finzione, ma che invece parla di noi e del mondo in cui viviamo senza tanti giri di parole. Perché scegliere proprio il linguaggio dei fumetti e dei cartoni animati? Da quando hai deciso sarebbe stata proprio tra loro la tua vera casa?


Quando scrivo che vivo a Duckland, non intendo la Paperopoli che conosciamo, ovvero quella città dei fumetti in cui vivono i personaggi della Disney. Duckland per me è un pianeta immaginario, una sorta di bolla dove mi immergo per lavorare ai miei progetti. Duckland non è uno spazio fisico, ma mentale.
Da quando ho memoria ho sempre avuto la necessità di esprimermi attraverso il disegno e inventare strane creature e personaggi improbabili è sempre stata la mia passione. Il linguaggio che utilizzo nei mie lavori è semplice e diretto, stilisticamente può riportare al mondo del fumetto proprio perché è caratterizzato da colori forti e contorni netti, ma essenzialmente si distacca da quell’immaginario perché non racconto storie; mentre nei miei video animati, il riferimento ai cartoon di satira è molto presente, sia stilisticamente che come modalità di costruzione del video.

8

Come arricchisci il tuo mondo? Di cosa si ciba la tua arte? Internet, social network, televisione, cinema, fumetti…? Come ti stai trasformando e come di conseguenza si sta trasformando il tuo lavoro, nel corso degli anni?

Sono un’appassionata di videogame, leggende metropolitane e alieni, sono figlia della televisione e sono cresciuta a suon di popcorn e film di serie b. Il mio lavoro cerca di essere uno specchio del mondo in cui viviamo, è una critica ironica al nostro tempo. Fantasia e realtà si mescolano creando situazioni surreali ma allo stesso tempo prendono spunto dal quotidiano. Nel corso degli anni il mio lavoro si è evoluto, inizialmente la mia produzione si è concentrata soprattutto sul disegno, poi ho iniziato a svilupparlo sotto forma di animazione video e negli ultimi anni la pittura è la parte principale della mia ricerca, dove affollatissimi scenari apocalittici si fondono con l’iconografia pop e la satira sociale.

4

Guardando le tue opere un sorriso sorge spontaneo, ma spesso ha un retrogusto un po’ amaro. Riesci a sintetizzare in segno e disegno, colore e parole, profezie di quello che sarà e narrazioni anche cruente di ciò che è stato. Un mix di sintesi, immaginazione e tanta ironia: qual è la formula perfetta per combinare questi ingredienti?

Non so se esiste una formula perfetta, io cerco di frullare tutti gli input che mi arrivano dall’esterno per ricreare tanti piccoli mondi che ricordano il nostro presente, mixandolo col passato e un ipotetico futuro.
 L’iconografia pop unita a un linguaggio sintetico, mi permette di trattare anche i temi più cruenti con un atteggiamento cinico ma allo stesso tempo ironico.

2 Un’ultima curiosità… ma il tuo studio com’è? Di che cosa ti circondi? Credo che sia un sogno di tutti, poter dare una sbirciatina!

Lavoro a Rovereto, ne “lo Zio Pork Studio”, un laboratorio dove riesco a lavorare in tranquillità e in qualsiasi ora del giorno perché è in una zona artigianale e quindi priva di vicini fastidiosi… Se volete fare un pulmino e venirmi a trovare, siete tutti benvenuti, l’importante è che portiate i viveri!

9

1- “Space Motel”, 80×100 cm, mixed media on canvas, 2019
2- “Boom”, 80×70 cm, mixed media on canvas, 2019
3- “Peter Griffin Vs Roger (Alien)”, 21,5×27,9 cm, mixed media on paper, 2018
4- “Shitman”, site specific c/o Galleria Civica Mart, Trento, 2018/2019 – ph credits Zelda Graphic
5- “Zio Pork Studio”
6- “Marcel Duchamp VS Banksy”, 27,9×21,5 cm, mixed media on paper, 2018

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.