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October 8, 2019
Decantei: una nuova locanda
dove sentirsi a casa (o nel bosco)
Abram Tomasi
A Bressanone ha aperto da qualche mese una nuova locanda, dove ti siedi ed è come essere in un bosco. Si chiama Decantei ed è inserita in un grande edificio dove un tempo viveva il decano di Bressanone. Nel 1811 il palazzo è stato acquistato da un signore chiamato Franz e tutt’ora appartiene alla sua famiglia e in particolare a un uomo dallo sguardo mite e dal sorriso gioviale, con una lunga barba grigia e una personale nostalgia per la mitologia vichinga. Lui è Wilhelm “Willy” Zelger, l’ideatore di Decantei. Ci sediamo a un tavolo all’interno della locanda e subito Willy mi trascina nel suo mondo. “Ero un bambino e l’estate la passavo a pascolare le mucche - racconta – dopo il lavoro andavo a trovare mia nonna, nella sua stube. Era tutta in legno e una stufa riscaldava l’ambiente. Mi sedevo su una panca, sotto una coperta, e la guardavo pulire i pavimenti con lo strofinaccio. Quella, per me, era casa. L’architetto Alexander Pedevilla mi ha aiutato a riportare a galla il ricordo di quelle estati e ha disegnato una locanda che ricordasse una stube, dove tutti possono sentirsi a casa“.
Ci troviamo in via Hartwig 5. Ora è il cuore di Bressanone ma un tempo si trovava fuori dalle mura della città. Non servivano per difenderla dagli attacchi dei centri vicini, ma dalle inondazioni del Rienza e dell’Isarco. Alcune pareti della locanda sono quello che è rimasto del muro di protezione. Le date che trovi sui muri si riferiscono all’anno di costruzione. “Vedi lì?” Willy mi indica una scritta, leggo 1250.
Decantei è tutto in legno, interamente proveniente dalle valli Aurina e d’Isarco. Willy non vuole abbandonare il patrimonio del suo territorio “non credo sia giusto farlo“, dice. “Oggi compriamo tutto da fuori perché fa figo e i nostri prodotti sembrano non valere una cicca. Ma non è così. Quando pensi alle cose, ti dimentichi che quelle più semplici sono le più belle. Tutto è in legno ma se guardi i colori, il soffitto è più scuro e il pavimento è più chiaro. La tavola bilancia i contrasti e diventa la protagonista“.
“Vedi quelle foto?” Mi indica la parete accanto a noi, piena di scatti in bianco e nero che raccontano come doveva essere Bressanone un tempo. Willy arriva da una famiglia di contadini e il suo primo lavoro è stato come vaccaro. Poi ha fatto il traslocatore. Un giorno gli è capitato di dover liberare una soffitta, c’erano scatoloni pieni di vecchie foto di Bressanone e nessuno le voleva. Avrebbe potuto buttarle, invece le ha tenute. Si volta di nuovo a guardare la sua città appesa alla parete. Il quartiere Milland non esisteva ancora, al suo posto immense distese di prati, e dove oggi c’è l’Aquarena, tantissimi meleti.
Giro un attimo la testa e il mio sguardo viene rapito dalle finestre, non ho mai visto qualcosa del genere. Willy deve notarlo e mi spiega: “per le vetrate avrei voluto utilizzare i Punzenglas: artigianali, suggestivi ma carissimi, troppo. Insieme ad Alexander Pedevilla abbiamo trovato un’alternativa. Quelle che vedi sulle finestre sono stampe, molto in voga negli armadietti anni ’70. Oggi non sono più in commercio ma abbiamo trovato dei rimasugli e li abbiamo riciclati“.
I prodotti che serve Decantei sono tutti locali e stagionali e le ricette originali. Perché tutto deve avere un gusto mai provato prima, deve sorprendere. 8 birre alla spina, la preferita di Willy è la Hubenbauer, e 15 in bottiglia, dal gusto più forte. L’Hugo Decantei è una versione rivisitata del classico aperitivo bolzanino, dove al posto del prosecco, c’è la birra. Poi ci sono tanti cocktail e diverse proposte di gin. “Quest’ultimi sono abbastanza forti, ma il Decantei mi offre una scusa per quando faccio tardi e Sabine, la mia compagna di vita, mi chiede dove sono. Ora le posso rispondere: a casa”.
Decantei
Via Harwig 5
39042 Bressanone
decantei.it
Foto: Andreas Tauber, FlipFlop Collective & Dreisatz OG
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