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June 24, 2019

DICKTATORSHIP – FALLO E BASTA!
Ne parliamo con Gustav Hofer e Luca Ragazzi

Mauro Sperandio

Fresco di prima proiezione assoluta, avvenuta l’8 giugno al Biografilm Festival di Bologna, arriva sul grande schermo DICKTATORSHIP – FALLO E BASTA! film dell’altoatesino Gustav Hofer e del romano Luca Ragazzi (+ Simona Seveso, nel ruolo di co-autrice) . A questi due registi/attori, che assieme hanno già firmato Improvvisamente l’inverno scorso (2008), Italy: Love It or Leave It (2011) e What Is Left? (2013), dobbiamo ora un fresco, ma assolutamente non superficiale, film documentario dedicato all’imperante atteggiamento maschilista che continua a caratterizzare la nostra società. A dare il ciak alla pellicola è una battuta di Luca, che con una battuta maschilista sorprende negativamente il compagno (anche nella vita reale) Gustav. Da quel momento, i due compiranno un viaggio per l’Italia, e non solo, alla scoperta di atteggiamenti e retaggi culturali fallocentrici, incontrando studiosi, intellettuali e personaggi pubblici a vario titolo coinvolti nella questione…
Incontriamo i due (gentilissimi) cineasti.

DicKtatorship fallo e basta!

Quale pubblico vi augurate veda il vostro DICKTATORSHIP – FALLO E BASTA!

Luca: Ovviamente l’idea è quella di raccontare questa storia a chi non la conosce. Nelle nostre intenzioni il messaggio del film è che le donne, nel corso dei secoli, sono cambiate, facendo passi da gigante e ottenendo non senza fatica un margine di manovra in un mondo da sempre dominato dal maschio bianco, eterosessuale e cattolico/protestante. Ora tocca a quest’ultimo dimostrare di essere disposto a rinunciare a un po’ di questo potere a favore di quelle che ostinatamente e ingiustamente ha definito minoranze. Pertanto auspichiamo che siano gli uomini a vedere il film, magari accompagnati dalle loro fidanzate.

Chi, invece, “invitereste coattivamente” ad una proiezione?

Gustav: Ovviamente tutti quegli uomini, e sono tanti, che pur senza rendersene conto, si macchiano ogni giorno di atteggiamenti maschilisti. In sociologia sono definiti “sessisti benevoli” e sono ovunque.

Le figure di Mussolini e Berlusconi rendono bene l’idea della debolezza italiana nei confronti della fallocrazia. Si tratta di un problema di cultura o di subcultura?

L: Ritengo che la subcultura sia molto influenzata dalla cultura vigente. Nel nostro film indaghiamo su quelli che riteniamo essere i responsabili del perpetuarsi di certi atteggiamenti, ovvero i 5 pilastri della società : la politica, la scuola, la famiglia, la religione e i mass media. Da Mussolini a Berlusconi, senza dimenticare Papa Wojtyla, c’è un filo rosso non casuale che vuole ostacolare l’emancipazione femminile e riportare la donna nella società ad essere funzionale all’uomo, o peggio, mero oggetto decorativo. Non è casuale che poi l’uomo della strada ripeta meccanicamente quello che ha sentito la sera prima in televisione.

Gustav Hofer Luca Ragazzi

Durante il film Gustav afferma: “C’è bisogno di femminismo” in antagonismo al maschilismo. Non ci sarebbe forse più bisogno di “essereumanismo”?

G: Questi sono solo termini. Il maschilismo ha cercato di denigrare il femminismo facendo credere che sia contro il maschio, ma in realtà è contro l’atteggiamento patriarcale. Per definirsi “essereumanisti” bisogna prima rimuovere gli ostacoli che detengono le donne, ma anche i gay o i neri, in una posizione svantaggiata rispetto all’uomo bianco eterosessuale di cui sopra. Ovvero colui che ha dominato il mondo dettando le regole esclusivamente a proprio vantaggio, costringendo gli altri ad adattarsi.

Nella vostra vita di coppia omosessuale avete mai rilevato posizioni non “semplicemente prepotenti”, ma con tratti esplicitamente maschilistici?

L: Certo. Ogni giorno. Chi non appartiene alla tipologia dominante deve quotidianamente fare un piccolo/grande sforzo per adattarsi. È un po’ come quando una persona mancina deve imparare a usare uno strumento, un apparecchio, un elettrodomestico che è stato pensato, disegnato, progettato per una persona che usa la destra.

Michela Murgia, da voi intervistata, svela il forse meno appariscente fenomeno del maschilismo al femminile. Quali tratti mostra questo fenomeno?

G: In Italia, ma non solo, molte donne hanno aderito a quella stessa mentalità dell’uomo, spesso per comodità o per sopravvivenza. Sono in molte tra loro a dire “donna con le palle” senza rendersi conto che stanno denigrando la loro stessa natura.

DicKtatorship fallo e basta!

In DICKTATORSHIP – FALLO E BASTA! è presente anche un intervento di Rocco Siffredi, attore porno e paladino della “maschia soverchia sessuale”. Quanto, secondo voi, la sua opinione è figlia non di una posizione intellettuale (sic!) ma di una scelta di marketing?

L: Non lo sappiamo. Possiamo solo dire che è stato al gioco. Non ci aspettavamo da lui un atteggiamento diverso da quello che ha avuto. Ma ci teniamo a dire che il suo intervento nel film non ha la stessa valenza scientifica degli altri, era solamente pensato per alleggerire il tono del discorso.

Un’ultima domanda a mo’ di profezia: chi saranno gli artefici della vera parità di genere? Gli uomini o le donne?

G: saranno le donne, insieme ai gay, iconoclasti per definizione. Gli uomini hanno avuto milioni di anni a disposizione per cambiare le cose e non mi sembra che l’abbiano fatto, ma se adesso, tardivamente, vogliono dimostrare un po’ di buona volontà, questo nostro film forse può aiutarli.

Foto: © Luca Ragazzi & Gustav Hofer

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